l’editoriale Mezzogiorno, 10 settembre 2022 – 09:42 Tra liti, consulenze e silenzi di Michele Pennetti Che ci siano elementi penalmente rilevanti, non può essere un giornale a stabilirlo. Ma che i meccanismi di attribuzione delle consulenze all’Apulia film commission risultino quantomeno oppugnabili, lo sancisce l’articolo 36 (comma 2, lettera a) del decreto legislativo del 18 aprile 2016, numero 50, entrato in vigore il 19 aprile 2016 e che disciplina i contratti di appalto e concessione delle amministrazioni in merito all’acquisizione di forniture, servizi, lavori, opere e concorsi pubblici di progettazione. Cos’è successo all’agenzia del cinema pugliese? Che per dieci anni, già prima che venisse applicato il nuovo codice, le consulenze di natura legale, amministrativa, lavoristica e fiscale siano state assegnate ininterrottamente agli stessi professionisti, alcuni dei quali imparentati fra loro. Cosa afferma l’articolo 36? Che pur riconoscendo all’amministrazione – nella fattispecie una fondazione – «una notevole discrezionalità nel decidere gli operatori economici da invitare in caso di procedura negoziata», va osservato un principio di rotazione che eviti «la formazione di rendite di posizione» e persegua «l’effettiva concorrenza, poiché consente la turnazione tra i diversi operatori nella realizzazione del servizio, consentendo all’amministrazione di cambiare per ottenere un migliore servizio». E di turnover in Afc, come raccontato giovedì scorso dal Corriere del Mezzogiorno, non si trova traccia. Detto questo, un po’ di aspetti sono chiari. Indipendentemente dalle ragioni (o dalle colpe) dei duellanti, la violenta contrapposizione tra il presidente Simonetta Dellomonaco e il direttore generale Antonio Parente non può essere più derubricata a una lite da cortile sulla quale, da mesi, si decide di glissare. Non ne va solo dell’immagine, ma anche della tenuta di una fondazione che negli armadi continua a far marcire – ad esempio – gli scheletri dei cineporti (a Foggia ha chiuso, a Lecce langue abbandonato). Il compito tecnico spetta all’assemblea dei soci, convocata per il 30 settembre. Quello politico invece è tutto a carico del presidente Michele Emiliano e degli organismi di controllo (commissioni in testa), che hanno funzioni e poteri per organizzare un posto di blocco sulla strada dei carrozzoni regionali pronti a destinare prebende ai soliti noti anziché giovarsi di un’opportunità «per cambiare e ottenere un servizio migliore» (l’articolo 36, appunto). Sempre di risorse pubbliche si tratta, di soldi dei pugliesi. Sarà demodé sottolinearlo, ma in tempi di bollette alle stelle e povertà relativa senza precedenti (in Puglia è concentrato il 27,5% del monte nazionale), mandare un segnale di vigilanza – e pure di trasparenza – aiuta a vivere meglio. 10 settembre 2022 | 09:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-10 07:42:00, Tra liti, consulenze e silenzi,