di Marco Letizia
CR7 ingaggiato per un miliardo di euro, Leo che diventato testimonial del Regno. Il fondo sovrano Pif che ha investito, solo nel 2022, 2 miliardi nel calcio. Ed una candidatura con Egitto e Grecia per superare le obiezioni su democrazia e diritti umani
Un miliardo di euro fino al 2030. La colossale cifra garantita a Cristiano Ronaldo per farlo diventare prima giocatore dell’Al Nassr, formazione dell’Arabia Saudita, e poi ambasciatore del Regno per i Mondiali di calcio del 2030, sembra voler dire una sola cosa : il governo saudita molto fiducioso di ottenere l’assegnazione della massima competizione calcistica al mondo. La decisione ufficiale si avr soltanto nel 2024 e per aggiudicarsi la competizione Riad sta giocando da tempo le sue carte.
Per oltrepassare il veto che impone ora di non aggiudicare la competizione allo stesso continente prima delle successive due edizioni, i sauditi hanno messo in piedi una candidatura intercontinentale (la prima della storia) che include anche Egitto e Grecia. A una federazione asiatica quindi si aggiungono una africana e una europea. Questa candidatura al momento la pi accreditata rispetto alle altre due esistenti, ovvero quella del trio Portogallo, Spagna e Ucraina e della coalizione delle quattro nazioni sudamericane Uruguay, Paraguay, Argentina e Cile. Dal 2026 la fase finale dei Mondiali si disputer a 48 squadre e anche soltanto gli investimenti per gli impianti sportivi necessari sono ipotizzati in forte crescita rispetto all’edizione a 32 squadre da poco terminata in Qatar. Ecco perch gli stati hanno bisogno di federarsi per poter sostenere i costi.
Riad sta da tempo giocando le sue carte. A maggio Leo Messi, fresco campione del mondo con l’Argentina e per anni rivale di Cristiano Ronaldo, aveva firmato un contratto con l’Arabia Saudita per promuovere il Regno sul piano turistico, cosa che aveva fatto discutere quando nella partita d’esordio del Mondiale i sauditi avevano battuto per 2-1 l’Albiceleste (e che mette il campione in una situazione di imbarazzo quando si trover a fronteggiare la candidatura della sua Argentina). Con l’acquisizione di CR7 ora Riad ha una squadra di testimonial insuperabile.
Sul fronte pi strettamente economico poi PIF, il fondo sovrano dell’Arabia Saudita che gestisce asset per un controvalore vicino ai 560 miliardi di euro e controlla il Newcastle, squadra di Premier League, ha investito nel calcio, solo nel 2022, come riporta il Financial Times, circa 2 miliardi e 150 milioni di euro. Senza dimenticare l’offerta pari a 138 milioni di euro per 6 anni (fino al 2029) per far disputare nel Regno la Supercoppa italiana in un nuovo formato a 4 squadre (le prime due del campionato contro le finaliste della precedente Coppa Italia) per avere pi partite da far vedere in tv. Come del resto accade gi per la Liga spagnola che ha giocato la sua prima partita di Supercoppa a 4 nel 2020.
Ma l’attuale primo ministro ed erede al trono Mohammed bin Salman ha progetti ancora pi ambiziosi. Nella sua visione esplicitata nel progetto Vision 2030 vuole preparare il Regno ad uscire dalla dipendenza economica data dal petrolio e avviarlo su una strada di pi rapida modernizzazione, per prepararlo a quando nei prossimi decenni il petrolio vedr diminuire il suo valore come fonte energetica globale. Per fare questo sono stati lanciati ben 80 progetti da realizzare entro il 2030 che riguardano energie rinnovabili e ambiente, settore idrico, biotecnologie, filiera alimentare, scienze tecnologiche e digitali, produzione avanzata, turismo, settore minerario, difesa, materiali, design, logistica, ingegneria, costruzioni, infrastrutture e trasporti, oltre a media-intrattenimento e appunto sport. Il pi importante, la creazione di Neom, la smart city del futuro, prevede investimenti per 450 miliardi di euro.
Per ottenere il Mondiale 2030 l’Arabia Saudita sarebbe pronta ad investire massicciamente, si parla di centinaia di miliardi, in infrastrutture e stadi. In ogni caso una cifra superiore ai circa 200-220 miliardi spesi dal ben pi piccolo Qatar. Lo sport in generale e il calcio in particolare stato scelto infatti dal governo saudita come dimostrazione di soft power. E per questa ragione dal golf alla boxe alla F1 sono sempre pi numerosi gli eventi sportivi di alto livello che negli ultimi anni si disputano nel Regno.
Ma ci sono forti ostacoli da superare prima di poter mettersi in tasca i Mondiali 2030. Soprattutto di carattere politico e sociale. Lo scarso rispetto dei diritti umani (l’uccisione del giornalista Khashoggi l’esempio pi eclatante), le carenze sul piano democratico, l’arretratezza della condizione della donna e le rigide regole sociali hanno fatto dire ad un’importante organizzazione per i diritti umani come Human Rights Watch che il Mondiale sarebbe per l’Arabia Saudita l’ennesimo esempio di sportwashing ovvero uno sforzo per distrarre dalle sue gravi violazioni dei diritti umani, appropriandosi di eventi che celebrano le conquiste dell’umanit.
Poi c’ l’aspetto pi strettamente sportivo. Un Mondiale all’Arabia Saudita vorrebbe dire un altro Mondiale, dopo quello del Qatar, da disputare in inverno, cosa che non piacerebbe a tanti club europei e alla stessa Uefa. E per questo la scelta di inserire anche la Grecia tra i Paesi organizzatori sembra una mossa abile per tentare di realizzare un consenso pi ampio possibile. I Mondiali di calcio come le Olimpiadi sono da sempre visti non solo come un evento sportivo ma soprattutto come il segno della rinascita o dell’ascesa di una nazione. Proprio per questo Riad sogna di organizzare entrambi entro 20 anni. Riuscir l’Arabia Saudita nel suo intento?
1 gennaio 2023 (modifica il 1 gennaio 2023 | 10:46)
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