di Francesco VerderamiTra i rappresentanti dell’esecutivo non si esclude la fornitura di missili a lunga gittata. Ai tempi del gabinetto Draghi, Guerini ne aveva firmati cinque in otto mesi: in media uno ogni quaranta giorni Abbiamo appena varato il decreto e dall’Ucraina ci sono arrivate altre richieste. Toccher farne un altro. Un paio di settimane fa il ministro della Difesa confidava a un collega di governo che il dossier per una nuova fornitura di armi a Zelensky era gi aperto. Nei format di comunicazione attraverso i quali gli stati maggiori di Roma e Kiev si confrontano, era emersa con chiarezza la necessit delle forze armate ucraine di ottenere nuove dotazioni per resistere all’offensiva russa. E dal livello tecnico la questione passata al livello politico. Cio a Crosetto. Il settimo decreto in via di elaborazione. D’altronde, ai tempi del gabinetto Draghi, Guerini ne aveva firmati cinque in otto mesi: in media uno ogni quaranta giorni. Oggi, per quanto le scorte negli arsenali siano ridotte e la riserva per la difesa del suolo nazionale non possa essere intaccata, fonti del ministero fanno sapere che c’ ancora margine per assecondare la richiesta di armi. Quale sar il tipo di materiale bellico, si capir dal giro di colloqui tra i partner occidentali. Ed assicurando questo impegno che Meloni si presenta da Zelensky, dopo aver discusso dell’invio di nuovi armamenti con il primo ministro polacco Morawiecki: L’Ucraina pu contare sull’Italia, perch ci siamo stati e ci saremo. C’ un motivo se il sistema di difesa missilistico Samp-T promesso a Kiev arriver a destinazione solo nelle prossime settimane, come ha annunciato Tajani: bisogna superare un problema di allineamento tecnico tra i pezzi italiani e quelli francesi che compongono l’arma. Ma evidente che la dotazione bellica salir di livello: Sar un’altra fattispecie di armi, confermano rappresentanti del governo italiano. Scettici sulla possibilit che Roma invii dei caccia, parlano invece di una nuova partita di droni — che hanno un mercato a met strada tra il militare e il civile — e non escludono la fornitura di missili a lunga gittata. Ecco la svolta, se fosse confermata. Perch finora, per evitare il coinvolgimento nel conflitto, i Paesi della Nato avevano posto delle limitazioni nell’assegnazione di certi armamenti: Si tratta di caveat che — secondo una fonte autorevole del Copasir — non sono mai stati espressamente specificati ma che esistono. In ogni caso la premier assicura che proseguiremo con il sostegno finanziario, umanitario, civile e militare dell’Ucraina. Sono parole con le quali Meloni spazza via i dubbi sul ruolo del suo esecutivo. Dubbi alimentati da certe frasi in codice espresse nel dibattito politico nazionale, come quella in base alla quale noi forniamo a Kiev solo armi difensive. il riflesso condizionato prodotto dalle resistenze di un pezzo di centrodestra, in sospetta sintonia con un pezzo dell’opposizione. Infatti palazzo Chigi non asseconda questa linea, restando allineata sulla posizione degli altri partner. Zelensky ha voluto sottolinearlo, esprimendo la sua gratitudine alla presidente del Consiglio. Anche perch da Roma continuano ad arrivare gli aiuti che non si vedono. Per esempio, l’addestramento in Italia di reparti ucraini, ai quali viene fornito un catalogo dei corsi: uno per ogni sistema d’arma. Trattandosi di strumenti molto sofisticati — spiegano dalla Difesa — necessario acquisire dimestichezza e rapidit nell’uso. Anche gli altri Paesi della Nato adottano questo modello: forniscono un catalogo ai militari di Kiev e destinano istruttori diversi in base al materiale bellico. E tanto basta per capire che il conflitto destinato a durare a lungo, che si attende l’andamento della campagna di primavera di Mosca per determinare se ci saranno i presupposti di un negoziato. Dall’analisi dei militari italiani risulta che la Russia non ha la forza di consolidare il controllo dei territori occupati e che l’Ucraina non ha i mezzi per riconquistare tutti i territori perduti: in questa guerra novecentesca Putin sta cercando di verificare quanto l’Occidente sia disposto a resistere al fianco di Kiev. Ieri, con la visita a Zelensky, Biden ha dato la risposta. 20 febbraio 2023 (modifica il 20 febbraio 2023 | 23:21) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,