Usa pronti a fornire a Kiev le nuove bombe Glsdb: cosa sono, e che cosa cambia ora

Usa pronti a fornire a Kiev le nuove bombe Glsdb: cosa sono, e che cosa cambia ora

Spread the love

di Andrea Marinelli e Guido Olimpio

Il punto militare 352 | Nel nuovo pacchetto di aiuti da 2 miliardi di dollari dovrebbero essere inserite le Glsdb, con una gittata di 150 chilometri: la scelta di Joe Biden rappresenta per una via di mezzo

Gli Usa sono pronti a fornire all’Ucraina le Glsdb, bombe con un raggio di circa 150 chilometri. Un messaggio di sostegno al presidente Volodymyr Zelensky in vista di prove difficili al fronte, con la Russia pronta a nuove offensive e decisa a prendere Bakhmut.

Nel nuovo pacchetto di aiuti da 2 miliardi di dollari dovrebbero essere inserite le Ground-launched small diameter bomb, lanciabili come razzi dagli Himars e simili. Una conferma di quanto trapelato alcune settimane fa. Non cambieranno gli eventi sul terreno, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dall’agenzia Ria Novosti, ma contribuiranno solo ad aggravare l’escalation. L’equipaggiamento, per, pu avere un grande impatto.

1) Allungano il braccio della resistenza creando le condizioni per colpire basi, linee logistiche, concentramenti di truppe in profondit. Dopo lo schieramento degli Himars (gittata di 80 chilometri) i generali di Mosca hanno arretrato le posizioni in modo che fossero meno esposte.

2) Sono ordigni molto precisi sviluppati dalla Boeing e dalla svedese Saab, con apparati di guida sofisticati, possono detonare al di sopra del bersaglio o nel terreno, hanno dotazioni per superare le contromisure elettroniche. Essendo a bordo di veicoli si abbassa il rischio del fuoco di risposta russo: gli artiglieri sparano e si allontanano rapidamente. Costo unitario di 40 mila dollari. Qualche interrogativo riguarda il tema ormai noto, quello delle scorte a disposizione rispetto all’alto consumo di colpi.

3) La scelta della Casa Bianca rappresenta una via di mezzo. Kiev voleva i razzi Atacms in grado di raggiungere un target a 300 chilometri, ma Washington non ci sente in quanto teme che siano usati contro il territorio della Russia. Ecco quindi una soluzione intermedia, che serve anche a bilanciare sul piano politico il rifiuto di consegnare i caccia F16. Anche su questo punto gli osservatori non escludono che la posizione possa cambiare in futuro. Forse molto dipender dallo sviluppo delle operazioni. L’altalena sugli aiuti solleva le recriminazioni di quanti invocano passi decisi, senza esitazioni e condizioni, per evitare disastri. La Nato fa tanto — la sintesi di questo partito — ma potrebbe fare ancora di pi.

Le perdite

Il secondo aspetto bellico rappresentato dalle perdite enormi. Difficile offrire dei numeri precisi, perch c’ naturalmente la guerra di propaganda dove ognuno cerca di enfatizzare le difficolt dell’avversario e celare le proprie. Tuttavia i segnali dal terreno non sono distanti da questo quadro drammatico e va ricordato che i russi insistono da mesi negli attacchi di fanteria. Testimonianze ed analisti parlano, in questi giorni, delle tattiche impiegate dagli occupanti nel settore orientale attorno a Bakhmut. L’Armata ha mandato a morire falangi di soldati senza preoccuparsi dei caduti.

In una prima fase si affidata alla carne da cannone, i mercenari della Wagner. Tra loro tanti ex detenuti che hanno accettato di arruolarsi in cambio della libert. Successivamente sono tornati in campo i militari delle unit aerotrasportate, personale bene addestrato. Anche loro hanno visto aprirsi vuoti nei ranghi in modo sensibile. Alcune informazioni sostengono di una vera decimazione di soldati e mezzi, addirittura del 50 per cento. Prezzo pagato per avvicinarsi alla citt e provare a circondarla. Gli annunci di successi limitati sono quotidiani.

altrettanto dura per gli ucraini. Hanno deciso di resistere a Bakhmut sacrificando reparti importanti nella speranza di logorare gli invasori. Per contro, lo Stato maggiore di Putin sta inseguendo una vittoria in regioni che considera sue e vuole impegnare il pi possibile la resistenza costringendola a impiegare forze nell’area piuttosto che in azioni al sud.

1 febbraio 2023 (modifica il 1 febbraio 2023 | 14:07)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.