Tutti i dubbi sul “reato di rave” | Il testo Letta: il governo lo ritiri, è  contro la libertà

Tutti i dubbi sul “reato di rave” | Il testo Letta: il governo lo ritiri, è contro la libertà

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di Rinaldo Frignani

Il timore che il nuovo reato, introdotto dal governo Meloni con un decreto, possa essere contestato anche in caso di occupazioni di edifici in ambito scolastico, di emergenza abitativa, oppure anche di manifestazioni non autorizzate. Letta chiede lo stop, Salvini: «Indietro non si torna»

Il primo a sollevare dubbi sull’articolo 434 bis del codice penale è stato lunedì l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando (Pd). «Attenzione – ha detto – perché oltre a prevedere pene spropositate, potrebbe essere utilizzato anche per altro».

La nuova norma — introdotta dal governo Meloni nella giornata del 31 ottobre, con decreto legge per motivi di urgenza — potrebbe infatti non essere applicabile solo per contrastare i rave illegali, come stabilito dal Consiglio dei ministri su proposta del ministero dell’Interno, sebbene nella relazione illustrativa si faccia riferimento proprio a eventi musicali.

La legge punisce infatti, con pene da tre a sei anni di reclusione, e multa da mille a 10mila euro, con eventuale misura della sorveglianza speciale per gli organizzatori, e comunque sequestro obbligatorio di tutti gli strumenti utilizzati dagli organizzatori, chi programma l’invasione arbitraria di terreni ed edifici privati e pubblici con lo scopo di fare raduni con più di 50 persone d ai quali potrebbero derivare pericoli per l’ordine pubblico, l’incolumità e la salute pubblica.

Il nuovo reato è applicabile per occupazioni scolastiche o manifestazioni?

Da più parti si teme che l’articolo anti-rave possa in realtà essere applicato anche in ambiti diversi — e più frequenti — degli assembramenti tipo Modena, perché il termine «raduno» non fa riferimento solo a un evento musicale non autorizzato.

Ecco perché l’articolo in questione — che prevede però pene ridotte ai partecipanti — potrebbe in realtà essere contestato in caso di raduni per occupazioni di edifici in ambito scolastico, di emergenza abitativa, oppure anche manifestazioni non autorizzate.

Come «terreno» potrebbe essere considerato qualsiasi luogo all’aperto dove sono stati organizzati sit-in abusivi o comunque non preavvisati alle Questure.

D’altra parte le parole del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a margine dell’approvazione della nuova legge sono state chiare, soprattutto in riferimento al rave di Modena: «Le manifestazioni e gli spettacoli devono essere organizzati rispettando le norme, in particolare quelle sulla sicurezza, a tutela degli stessi partecipanti. Basti pensare che a Modena per lo svolgimento del rave party è stato utilizzato un capannone a rischio crollo. Dunque, chi ha messo in piedi l’evento ha posto in gravissimo pericolo tutti i partecipanti oltre ad arrecare danni ai proprietari delle aree, alla circolazione e al tessuto economico e commerciale».

Duro invece il commento di Angelo Bonelli, coportavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra: «Ho studiato attentamente la norma sui rave presentata da Meloni e Piantedosi e posso affermare che con questa disposizione i rave non c’entrano nulla, invece verranno colpite le manifestazioni di protesta che possono andare da occupazioni di università, scuole, mobilitazioni per questioni ambientali, come ad esempio l’occupazione di terreni inquinati, fino ad arrivare ai luoghi dove oggi vivono i braccianti agricoli che sono su terre occupate. È una norma liberticida e fascista che addirittura prevede una pena di sei anni con introduzione di misure restrittive che normalmente si applicano ai mafiosi».

Il tema delle intercettazioni

Il tema del paragone con i reati di «mafia e terrorismo» era stato posto — come scritto qui — dalla stessa presidente del Consiglio:

quando il responsabile del Viminale Piantedosi ha illustrato il provvedimento anti rave, immaginando per il contrasto al fenomeno anche «il possibile uso delle intercettazioni», la premier ha prima strabuzzato gli occhi e poi — con un sorriso — ha detto «no, le intercettazioni no. Quelli so’ ragazzi. Se lo facessimo, rischieremmo di equipararli ai reati di mafia e terrorismo».

Secondo i penalisti, però, il decreto rende quelle intercettazioni possibili. Il presidente delle Camere Penali, Gian Domenico Caiazza, ha sottolineato che «la pena edittale nei confronti degli organizzatori può andare dai tre ai sei anni. Non comprendo, quindi, perché il premier Meloni abbia voluto rivendicare di non avere dato il via libera alle intercettazioni dal momento che questo reato prevede pene superiori ai cinque anni. Il presidente dei penalisti prosegue aggiungendo che «la pena superiore ai cinque anni consente che possano essere disposte intercettazioni e, secondo me, anche nei confronti dei partecipanti».

Lo scontro tra Letta e Salvini

Sul tema del decreto si è espresso il leader del Pd, Enrico Letta, chiedendo il ritiro della norma: «Il Governo», ha scritto, «ritiri il primo comma dell’art434bis di riforma del Codice Penale. È un gravissimo errore. I rave non c’entrano nulla con una norma simile. È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione».

Ma il leader della Lega e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha replicato: «No! Indietro non si torna, le leggi finalmente si rispettano».

1 novembre 2022 (modifica il 1 novembre 2022 | 16:23)

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, 2022-11-01 15:40:00, Il timore che il nuovo reato, introdotto dal governo Meloni con un decreto, possa essere contestato anche in caso di occupazioni di edifici in ambito scolastico, di emergenza abitativa, oppure anche di manifestazioni non autorizzate. Letta chiede lo stop, Salvini: «Indietro non si torna», Rinaldo Frignani

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