Giorno, probabilmente, decisivo. per il reclutamento di insegnanti precari e la mobilità di quelli di ruolo. Incontro previsto fra il Ministero dell’Istruzione e la Commissione Europea per discutere la fase transitoria per i supplenti storici, ma le decisioni di Bruxelles avranno impatto anche sui blocchi di trasferimento.
Questa situazione nasce dalle riunioni recenti tra Amministrazione e sindacati che hanno evidenziato vincoli legati alla riforma Bianchi sul reclutamento, legati al Pnrr e ai piani europei.
In una nota interviene anche Mario Pittoni, Responsabile Dipartimento Istruzione Lega: “L’obiettivo è ampliare i nostri margini di manovra tenendo conto – ove possibile – del contributo di tutte le parti interessate (studenti, dirigenti scolastici, docenti di ruolo e precari, personale amministrativo, tecnico e ausiliario) per dare maggiore efficacia alle azioni legate al Pnrr”.
Il piano del Ministero per il reclutamento
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito sta proponendo un piano per il reclutamento dei docenti precari per il 2023. Il Ministero sta chiedendo alla Commissione Europea di posticipare al 2025 l’entrata in vigore del nuovo sistema di reclutamento, fissato, al momento, al 2024. Il piano proposto riguarda l’assunzione di docenti precari dalle attuali graduatorie, le GPS, attraverso percorsi formativi e prove per soddisfare gli standard richiesti.
Per il 2023, ci sarà una nuova fase transitoria che consentirà di assumere a tempo determinato nel 2023/24 e poi a tempo indeterminato nel 2024/25 i docenti presenti nelle graduatorie provinciali. Gli insegnanti precari che verranno chiamati come supplenti avranno un contratto a tempo determinato che fungerà anche come anno di tirocinio e formazione per completare i CFU mancanti. Dopo l’anno, dovranno superare una prova scritta e orale per diventare di ruolo.
Questa soluzione sarebbe l’unico modo per immettere in ruolo un numero considerevole di docenti. Il target fissato dalla riforma del PNRR è 70.000 entro il 2024, ma con il meccanismo attuale, non sarà possibile raggiungere l’obiettivo. Pertanto, lo spostamento di un anno della scadenza e questa nuova formula per la stabilizzazione dei precari sarebbe una soluzione se ottenesse l’approvazione della Commissione europea e verrà inserita in un decreto legge PNRR che dovrebbe essere approvato entro il 10 febbraio.
A quanto pare però la commissione UE dovrebbe anche decidere sulla questione vincoli di mobilità. Secondo l’Unione Europea, il vincolo di mobilità è cruciale per la continuità didattica e, di conseguenza, per la qualità del sistema scolastico. La Commissione UE sostiene che l’obbligo di restare nella stessa sede è un punto fondamentale del progetto di riforma del reclutamento degli insegnanti. Questa riforma è alimentata dai fondi europei e quindi il blocco triennale dei trasferimenti è parte integrante del pacchetto e non può essere eliminato.