Il governo accelera sulla questione del nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti. Il Ministero ha provveduto a inviare all’Unione Europa la nuova proposta relativa al reclutamento.
Adesso la palla passa a Bruxelles che dovrà deciderà se questa nuova ipotesi rispecchia gli obiettivi fissati dall’Europa. Appuntamento fissato per la prossima settimana quando i tecnici ministeriali saranno ricevuti dai rappresentanti della Commissione Europea.
La proposta del Ministero dell’Istruzione e del Merito
La proposta riguarderebbe solo il 2023 e interessa i docenti che possiedono le tre annualità di servizio e sono in possesso di 24 CFU. Infatti il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha chiesto alla Commissione Europea di posticipare al 2025 l’entrata in vigore del nuovo sistema di reclutamento.
Come abbiamo avuto modo di segnalare venerdì scorso, l’idea che prende corpo riguarda l’assunzione dei docenti dalle attuali graduatorie, con appositi percorsi formativi e prove in modo da rispondere agli standard richiesti per la selettività delle procedure. Per il 2023 si propone una nuova fase transitoria che consenta di mandare in cattedra a tempo indeterminato per settembre 2023 i docenti utilizzando l’anno scolastico come prova e formazione. I docenti già presenti nelle GPS, avrebbero la conferma del contratto a tempo determinato che varrebbe anche come anno di tirocinio e di formazione per completare i cfu mancanti. Al termine dell’anno una prova scritta e una orale: una volta superate entrambe le prove il docente diventa di ruolo. La procedura riguarda gli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado. Prevista anche una corsia parallela per i docenti idonei ai concorsi infanzia e primaria: anche in questo caso potrebbe essere previsto il completamento, ove necessario, della formazione.
Se la Commissione Ue dovesse ritenere percorribile la strada, le modifiche entrerebbero in un decreto legge PNRR che dovrebbe essere approvato entro il 10 febbraio.
Pittoni: “Auspichiamo il via libera da Bruxelles”
“La prossima settimana potrebbe essere decisiva riguardo l’auspicata apertura di Bruxelles sugli impegni per la scuola legati al Pnrr, a partire dai meccanismi per il superamento del precariato storico e dalla questione del vincolo di permanenza dei docenti che, per com’è impostato, mette sempre più in difficoltà gli insegnanti sotto il profilo economico e familiare, senza garantire continuità didattica agli studenti”. Lo dichiara il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega Mario Pittoni, già presidente della commissione Cultura al Senato, che aggiunge: “Se il ministero dell’Istruzione otterrà il via libera a modifiche su tale fronte, non è detto comunque che la relativa norma si appoggi al decreto Milleproroghe. Per l’entrata in vigore è infatti possibile un percorso più veloce con il decreto Pnrr”.