Sta facendo discutere moltissimo quanto sta accadendo in questi giorni a Padova. La Procura cittadina sta infatti notificando l’impugnazione di atti anagrafici a 33 coppie, come riporta Ansa. Tra esse anche quello di una bimba, registrata all’anagrafe nel 2017, figlia di due donne.
La Procura: “Tenuti a far rispettare la legge”
“Illegittimo l’atto nascita con 2 mamme”. Va contro le leggi, e i pronunciamenti della Cassazione, un atto di nascita registrato con “due mamme”. Questo quanto afferma la Procura. La Procuratrice di Padova facente funzioni ha detto: “Io sono tenuta a far rispettare la legge e con l’attuale normativa non posso fare altro”.
Per questo una coppia di donne gay di Padova si è vista notificare un atto giudiziario con il quale il Procuratore chiede al Tribunale la rettifica dell’atto di nascita della bambina attraverso la “cancellazione” del nome della madre non biologica, e la “rettifica” del cognome attribuito alla figlia, tramite cancellazione di quello della ‘seconda mamma’.
Come riporta Il Corriere della Sera, le due si sono sposate all’estero e hanno affrontato entrambe la procreazione medicalmente assistita, che ha permesso a una di loro di avere una figlia e alla moglie di mettere al mondo un maschietto a pochi mesi di distanza.
Il Tribunale ha fissato l’udienza per la discussione del ricorso al 14 novembre prossimo. La madre biologica della bambina ha già inviato i documenti per l’iscrizione della figlia alla prima elementare con il doppio cognome. “Non si tratta solo di ripercussioni sulla vita sociale. Ma ripercussioni sulla propria identità, fino a prova contraria un diritto fondamentale. Un trauma personale in una fase delicata dello sviluppo”, dice una delle due.
“Mi chiedo come possa un Tribunale di uno Stato che professa la tutela dei minori come una priorità, escludere che una bambina di 6 anni iscritta alla scuola primaria possa accusare un cambio di cognome, un fratello ed una mamma che nella forma smettono di essere famiglia. Sono queste le priorità del sistema giudiziario italiano? Con quale coraggio un collegio giudicante di genere femminile può pensare di pronunciare tutto questo? Io e le famiglie della scuola, la scuola stessa esprimiamo massimo sdegno”, aggiunge.
“Quando si è saputo che avremmo ricevuto l’atto giudiziario siamo state contattate da famiglie e insegnanti della scuola dei nostri figli: con le altre mamme abbiamo condiviso molti momenti in questi ultimi anni, in particolare le difficoltà della pandemia. I nostri figli giocano insieme, sono cresciuti insieme, queste famiglie hanno sfilato insieme a noi al Pride, chiedendoci: ma perché è necessario manifestare, cosa c’è di diverso tra noi?”, dice una delle due mamme.
Qualche settimana fa la coppia ha sostenuto il colloquio con la maestra per il passaggio dei bambini alla primaria. “Quando gli altri genitori parlavano delle proposte scolastiche, dei risultati ottenuti dai figli, noi abbiamo dovuto spiegare che probabilmente i nostri cambieranno documenti di identità, che i due fratelli non saranno più tali, che due mamme e i nonni dovranno munirsi di deleghe — continua la madre della bimba —. Il nuovo governo ha deciso di gestire un vuoto normativo cancellando delle famiglie, nascondendosi dietro la famosa frase: tuteliamo i figli. Ma che forma di tutela è mai questa? Quanta cattiveria nei confronti di bambini, quanta velocità nel portarci in tribunale, non succede nemmeno con i criminali, non vengono tolte loro l’identità e la famiglia”.
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