Pochi giorni fa è stato pubblicato il decreto che regola la formazione delle classi per il prossimo anno scolastico. Anche a settembre, denunciano i presidi e le organizzazioni sindacali, il rischio di classi pollaio è molto alto.
La legge di bilancio 2022, come spiegato in precedenza, ha infatti previsto l’istituzione di classi in deroga alle dimensioni previste dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81.
Ne consegue che per la scuola primaria, possono essere costituite classi con un numero di alunni non superiore a 25. Per la scuola secondaria di primo grado, possono essere costituite classi con un numero di alunni non superiore a 26. Infine, per la scuola secondaria di secondo grado, possono essere costituite classi con un numero di studenti non superiore a 27.
Il problema vero che si riproporrà dunque è quello delle scuole superiori, specie nelle grandi città. In particolare, riporta Il Sole 24 Ore, le prime classi anche quest’anno continueranno ad avere da 27 a 30-31 o più studenti; i numeri si alleggeriscono un po’ solo nelle classi successive, per bocciature e cambi di istituto.
Nell’anno scolastico precedente, sono state ben 2.459 classi prime della secondaria superiore su 25.026 (quasi il 10%) ad avere una incidenza superiore a 27 studenti per classe (da 28 a 32 e più per classe).
L’anno precedente, il 2021/2022 il numero delle prime classi della secondaria di II grado con una incidenza superiore a 27 alunni per classe era stato di 1.981 e nel 2020-21 era stato di 2.081.
Molto critici i sindacati: “Una delle riforme previste nel Pnrr era ridurre il numero alunni per classe, invece si riducono le autonomie scolastiche e non si riducono gli alunni. Cioè si usa l’alibi del Pnrr per tagliare. Ma il dimensionamento previsto come riforma del Pnrr non c’entra nulla con quanto sta facendo Valditara che è aggiuntivo a quanto già determinato”, dichiara Gianna Fracassi, segretaria della Flc Cgil.
Anche la Cisl Scuola interviene con il segretario nazionale Attilio Varengo che osserva come al riproporsi dell’elevato numero di alunni per classe “gli organici sono rimasti come sempre quelli dell’anno scorso con il solo incremento di quelli di sostegno“.
Anche i dirigenti scolastici manifestano le proprie perplessità: “La situazione quest’anno sarà la stessa perchè i parametri rimangono gli stessi. Ci dovrebbe essere minor affollamento nei trienni delle superiori, essendo aumentato sia pur di poco l’organico di fatto. Ma rimane il problema degli studenti del primo che volessero cambiare scuola rispetto alla scelta di gennaio: nelle grandi città hanno difficoltà a cambiare tipologia di istituto, proprio per il sovraffollamento”, fanno notare Cristina Costarelli e Mario Rusconi, presidenti rispettivamente di Anp Lazio e di Anp Roma.
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