Auto elettrica, EuroGroup: Ordini da tutto il mondo, indietro non si torna

Auto elettrica, EuroGroup: Ordini da tutto il mondo, indietro non si torna

Spread the love

aziende di famiglia

di Alessandra Puato27 feb 2023

Auto elettriche, la corsa di EuroGroup Il fondatore Sergio Iori: «Ordini da tutto il mondo, indietro non si torna» Sergio Iori, presidente e fondatore di EuroGroup

Nei campi incolti adiacenti alla sede di EuroGroup a Baranzate, Milano, in via Stella Rosa 45, hanno iniziato i lavori. Stanno costruendo un altro stabilimento di rotori e statori per auto elettriche. Sorger per la Ford, 12 mila metri quadrati coperti. Si aggiunge alle produzioni nei capannoni a fianco, per case automobilistiche come Volkswagen, cui dedicata un’ampia area robotizzata di recente, o per un altro produttore di componenti con l’innovativo assemblaggio a colla che far viaggiare le auto elettriche con un’autonomia di pi chilometri. Ma anche per Jaguar Land Rover. E poi per Ford, Porsche, Mitsubishi, Stellantis, la Bosch per Nissan.

Piazza Affari

Perci inutile chiedere se ha dei dubbi a Sergio Iori, presidente e fondatore dell’azienda che il 10 febbraio — prima matricola sul mercato principale del 2023 e prima grande quotazione in Europa dell’anno secondo il ceo di Borsa Italiana Fabrizio Testa — si quotata e che dal 2018 ha comperato 100 mila metri quadrati qui intorno per espandersi. Indietro non si torna, dice spalancando gli occhi. E basta guardare al portafoglio ordini (oltre il 30% negli Usa), descritto anche nel prospetto informativo, per capire di che futuro si sta parlando. Abbiamo ordini per 5 miliardi garantiti da evadere in sei-sette anni. E altri se ne stanno aggiungendo dopo la quotazione (2,5 miliardi di euro sono n discussione secondo il prospetto, ndr.). Significa raddoppiare il fatturato. Cio arrivare al miliardo e mezzo di euro prima del 2035, anno del fatidico blocco delle vendite europee per le auto a trazione termica. A Baranzate, insomma, c’ grande convinzione. L’auto elettrica correr.

Obiettivi e conti

Nel 2021 la EuroGroup, che ha sette stabilimenti in Italia e cinque nel resto del mondo di cui uno in Cina che sta raddoppiando, fatturava 557 milioni di euro con un margine operativo lordo di 59,77 milioni. Nei primi nove mesi del 2022 ha raggiunto i 651,12 milioni (dai 392 dello stesso periodo 2021) e un ebitda di 77 milioni (da 59,7), con un indebitamento finanziario netto di 306 milioni (dai 151,7 dei primi nove mesi 2021) ma anche un investimento record nell’anno previsto per circa 90 milioni. Per fine 2022 la guidance parla di ricavi a 820-840 milioni e margine a oltre 100 milioni. L’obiettivo dichiarato per il 2022-2025 un tasso medio di crescita del 23-25% all’anno e dietro c’ un solo fattore: l’auto elettrica, appunto.

Mercato

Perch i rotori e gli statori in acciaio che Eurogroup produce sono gli strumenti che, l’auto elettrica, la fanno muovere. E se l’azienda milanese, che dichiara di avere equipaggiato con i suoi componenti pi del 50% delle auto elettriche vendute in Nord America e in Europa, oggi copre circa il 33% dei ricavi con l’automotive e il resto con altra industria (dalle pale eoliche alle pompe di calore, dalla domotica ai generatori), il programma invertire a breve le proporzioni.

Marco Arduini, amministratore delegato di EuroGroup
Marco Arduini, amministratore delegato di EuroGroup
Le prospettive

L’anno scorso abbiamo equipaggiato 2,5 milioni di auto — dice Marco Arduini, amministratore delegato e genero di Iori (ne ha sposato una figlia, Alessandra) —. Potremo arrivare a dieci milioni nel 2028 quando si calcola che saranno vendute pi 30 milioni di vetture elettriche contro i circa 7,5 milioni attuali. Capisco le preoccupazioni per i posti di lavoro ma i costruttori convertono e convertiranno la produzione, non crediamo che manderanno tutti a casa. C’ una questione ambientale che non va sottovalutata e in prospettiva il costo della benzina salir pi di quello dell’energia. I produttori di auto, se vogliono aumentare il valore delle aziende, devono accelerare il cambio di mix tra auto termica ed elettrica. Dire che ci si deve fermare come dire che si sarebbero potuti mantenere i treni a carbone — nota Iori —. Non si pu fare retromarcia con una Volkswagen che ha lanciato un piano da decine di miliardi sull’auto elettrica, con una Toyota che ha appena deciso di puntare sul full electric.

Gli inizi e la corsa

Per EuroGroup, insomma — un pure player dell’elettrico che indica come concorrente la canadese Mitsui High tech — si possono aprire praterie. Una botta di fortuna, direbbe Sergio Iori che inizi nel 1967 con la gestione di un’azienda di tranciatura di 400 metri quadri poco pi in l di Baranzate.

Da sinistra, Marco Arduini (ceo) e Sergio Iori (presidente) di EuroGroup
Da sinistra, Marco Arduini (ceo) e Sergio Iori (presidente) di EuroGroup

Ora a 215 mila metri quadri di superficie produttiva coperta nel mondo ma evidentemente alla fortuna si aggiunto altro. La scelta della Borsa, per esempio, non era scontata per un’azienda familiare (con Sergio Iori lavorano in azienda i figli Nicoletta e Mario, a capo rispettivamente di Comunicazione e Sviluppo). Siamo andati in Borsa per accelerare, dice Iori. Dall’operazione sono entrati in aumento di capitale 250 milioni — dice Arduini — . Ci servivano i capitali per crescere, da investire negli stabilimenti e in tecnologia. La Borsa un trampolino di lancio che garantisce la sua stabilit nell’azionariato, diversamente dai fondi. Del resto, il prospetto informativo chiaro: L’attivit del gruppo ad alta intensit di capitale e richiede investimenti significativi nel breve termine. Anche per far fronte a nuovi ordini.

La Cina

Tra gli investimenti urgenti c’ quello in Cina, che copre il 21% del portafoglio ordini. EuroGroup progetta di salire dall’1% al 21% del mercato entro il 2026 e a sud di Shanghai ha iniziato a occupare un secondo impianto (28.000 metri quadrati coperti) di rotori e statori per servire sull’auto elettrica le case occidentali che in Cina producono: Ford, Volkswagen, Gm, Nissan. Un’eventuale frenata del mercato cinese per le tensioni Usa-Russia non per ora presa in considerazione. In Cina hanno fatto investimenti tutti, anche gli americani – dice Arduini -. il mercato pi importante del mondo, su 7,5 milioni di auto elettriche vendute nel 2022 4,5 milioni sono andati qui. A oggi non vediamo rallentamenti, piuttosto una ripresa. E anche se rallentasse bisogna esserci.

Il Paese

anche cos che l’Italia pu entrare nella partita delle auto elettriche. L’industria italiana pu cavalcare l’onda dell’elettrico, la cultura c’, ma deve fare sistema su componenti come il motore elettrico, l’ elettronica e le batterie, dice Arduini. Ci che serve, secondo EuroGroup — gi affiancata dalla Simest di Cdp nelle sue sedi estere — una spinta sulla ricerca e sviluppo. Le garanzie Sace sui prestiti hanno funzionato, gli stanziamenti di Industria 4.0 anche – dice Arduini -. Ma sulla ricerca, sull’innovazione servono pi strumenti, come le agevolazioni fiscali per gli investimenti. E sinergia con le universit.

Iscriviti alle newsletter di L’Economia

Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile

Europe Matters di James Fontanella-Khan
L’Italia e l’Europa viste dall’America

E non dimenticare le newsletter
L’Economia Opinioni e L’Economia Ore 18

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, , http://xml2.corriereobjects.it/rss/homepage.xml,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.