L’art. 3 del ddl sulla autonomia differenziata relativo alla “Determinazione dei LEP ai fini dell’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione” prevede che le prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (di seguito, LEP) e i relativi costi e fabbisogni standard sono determinati con decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, e, dopo l’acquisizione dell’intesa della Conferenza unificata e comunque decorso il relativo termine di trenta giorni, lo schema di decreto è trasmesso alle Camere per l’espressione del parere.
Non sfugga l’ultimo passaggio.
Per i LEP, i Livelli Essenziali di Prestazione – dove “essenziale” è inteso nel senso di “minimale” – a decidere costi e fabbisogni standard anche per l’istruzione non sarà il Parlamento, pur essendo questa decisione di rilevante importanza. È il Governo che decide, mentre le Camere possono soltanto esprimere un parere.
Sui LEP anche la Cisl-Scuola, per voce del suo segretario generale, Ivana Barbacci, esprime decisi dissensi, proprio in riferimento alla specificità dell’istruzione della scuola.
“Risulterebbe persino difficile – nota la Barbacci – ragionare di LEP per un sistema come la scuola, che non produce beni materiali o prestazioni facilmente misurabili, mentre è fondamentale, per la funzione che gli è affidata, metterlo in grado di agire con la massima efficacia proprio nelle aree di maggior difficoltà e disagio”.
Secondo la segretaria generale della Flc-Cgil Emilia-Romagna, Monica Ottaviani, “senza la determinazione dei LEP in materia di diritti civili e sociali da garantire alla persona su tutto il territorio nazionale nessun passo può essere fatto”.
Tra i cinque punti che i sindacati della scuola hanno individuato nella eventuale legge di iniziativa popolare per la modifica degli art. 116 e 117 della Costituzione, uno riguarda i LEP, prevedendo di modificare i livelli “essenziali” in livelli “uniformi” delle prestazioni.
L’aggettivo ‘uniforme’ equivale a unità del sistema di istruzione, perché non consentirebbe una variazione regionale dei valori minimi dei LEP.