Autonomia differenziata, Calderoli minaccia querele contro organi di stampa: Non spacco lItalia

Autonomia differenziata, Calderoli minaccia querele contro organi di stampa: Non spacco lItalia

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La proposta di rilancio delle autonomia da parte del ministro Roberto Calderoli, ieri in visita in Calabria, riaccende la polemica politica. Proprio l’esponente della Lega Nord annuncia querele nei confronti di chi definisce “spacca Italia” la sua proposta di legge sull’autonomia differenziata. Il riferimento esplicito è a due articoli del Messaggero e del Mattino che determinano la reazione dei comitati di redazione dei due quotidiani: “Le minacce del ministro sono inaccettabili”. Se da un lato il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, apre al confronto ma pone in guardia sul calcolo delle eventuali coperture (“si dovesse confermare la spesa storica, per quel che mi riguarda sarebbe un risultato inaccettabile”), l’ex ministro Francesco Boccia parla di “presa in giro per al Mezzogiorno” e di “strappo istituzionale molto grave”. Sostegno a Calderoli arriva dal ministro Lollobrigida: “Non so perché si intende come una forzatura la proposta di un ministro che è lì per fare proposte nel più breve tempo possibile’. “Adesso basta con gli attacchi che sfociano in offese e anche di peggio. Sono stato paziente per settimane ma adesso si è passato il limite, sono stanco di leggere sui quotidiani Il Mattino o il Messaggero frasi tipo lo ‘spacca Italia’ del ministro Calderoli riferito al disegno di legge sull’autonomia differenziata o lo strappo di Calderoli. Io da ministro ho giurato sulla Costituzione, che sancisce l’unità nazionale, per cui scrivere che voglio spaccare l’Italia significa darmi dello spergiuro. Questa è diffamazione, forse addirittura calunnia, perché mi si attribuisce un’inventata volontà di spaccare il Paese”. Lo afferma il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli. “Ricordo poi che io sono il ministro per le Regioni, di tutte le Regioni italiane, non di alcune sì e altre no e proprio per questo sto girando l’Italia in lungo e in largo per incontrare di persona tutti i governatori regionali. Altro che spacca Italia… Ora basta, i giornalisti hanno un codice deontologico da rispettare, c’è un limite alla cronaca che non può trascendere in offesa o in bugia. Non intendo querelare nessuno per ora, non sono il tipo che querela, ma se mi capiterà di leggere ancora frasi offensive e calunniose nei confronti del mio lavoro da ministro, frasi come queste sullo spacca Italia, allora sarò costretto a procedere alle vie legali. Totale e sacrosanta libertà di critica dei giornalisti, ci mancherebbe, ma non di inventare qualcosa che non esiste e di diffamare, chiaro? SlideSlide Occhiuto: “Inaccettabile se c’è conferma spesa storica” “Non ho pregiudizi verso l’autonomia differenziata. Certamente c’è il problema delle coperture dei Lep e se alla fine dell’approfondimento che farà la Cabina di Regia si dovesse confermare la spesa storica, per quel che mi riguarda sarebbe un risultato inaccettabile”. Lo ha detto a Radio Radicale il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. “Non ho pregiudizi verso l’autonomia differenziata. Tutt’altro – ha spiegato Occhiuto – e l’ho ribadito al Ministro Calderoli. Ho un pregiudizio verso un modo di governare il Sud che in passato è stato sempre viziato da un approccio difensivo, meramente rivendicativo nei confronti del resto del Paese, che non ha prodotto nulla se non perequazione. Io credo invece che chi governa il Sud debba cogliere le sfide offerte dall’attuazione della Costituzione. I Comitati di redazione de “Il Mattino” e “Il Messaggero” “stigmatizzano le dichiarazioni rilasciate dal ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, alle principali agenzie di stampa. Dichiarazioni nelle quali il ministro attacca in maniera scomposta, e assolutamente non adatta al ruolo istituzionale ricoperto, il lavoro delle colleghe e dei colleghi dei nostri giornali, sul tema del disegno di legge sulla cosiddetta “autonomia differenziata”, presentato dallo stesso ministro”. I Cdr – si legge in una nota – “considerano inaccettabili le minacce di agire con querele per “diffamazione” rivolte contro le redazioni riguardo agli articoli pubblicati su questo tema, “colpevoli” esclusivamente di riportare legittime valutazioni sul progetto di riforma attualmente in discussione. Ricordiamo al ministro che il diritto/dovere di cronaca (e di critica) rientra nei capisaldi dell’informazione libera e democratica, così come il diritto/dovere di chi copre incarichi istituzionali di occuparsi al meglio dei temi legati alla propria attività politica e amministrativa. Attività che non comprende, come è noto, la minaccia di ritorsioni e azioni legali contro i giornalisti e contro chi legittimamente valuta, commenta (e se necessario critica) l’attività di chi ricopre questi ruoli di responsabilità pubblica. Va stigmatizzata, in questo contesto, l’abitudine di utilizzare le querele temerarie come arma di pressione contro la libera stampa, per tentare di “imbavagliare” ogni legittima forma di critica”. (Ansa)

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