Come un fiume carsico, spunta ancora una volta il tema dell’autonomia regionale differenziata, voluta da una riforma del centro-sinistra (legge costituzionale n° 3 del 18 ottobre 2001) per contenere la spinta regionalista dell’allora “Lega Nord per l’indipendenza della Padania”. Il fantasma si era per un po’ eclissato, vagando nelle nebbie della politica italiana in cerca di un nuovo sponsor, e con il successo del Centro-destra alle ultime elezioni si è rimaterializzato.
Come noto a inizio febbraio il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità, in via preliminare, il disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata che definisce la cornice entro la quale le Regioni potranno, in futuro, chiedere allo Stato il trasferimento delle funzioni e competenze definite dagli articoli 116 e 117 della Costituzione. Il disegno di legge ha iniziato un lungo cammino verso la sua attuazione. Ed è già allarme, soprattutto per l’istruzione, con decisa presa di posizione dei sindacati della scuola che annunciano una mobilitazione generale, mentre si stanno attivando anche alcuni governatori regionali contrari al progetto del Governo.
Ma cos’è esattamente l’autonomia differenziata? Altro non è che il riconoscimento, da parte dello Stato, dell’attribuzione a una regione a statuto ordinario di autonomia legislativa sulle materie di competenza concorrente e in tre casi di materie di competenza esclusiva dello Stato.
Gli impatti sul sistema di istruzione saranno rilevanti. E’ bene quindi addentrarsi in questa materia, tra LEP (livelli essenziali delle prestazioni) e nuova governance del servizio scolastico.
Domani Tuttoscuola pubblica un nuovo Dossier, intitolato “Autonomia differenziata: analisi e proposte operative per l’istruzione”, focalizzato sulle questioni connesse all’attuazione dell’autonomia differenziata. Il documento intende offrire ai lettori e ai soggetti istituzionali coinvolti nel processo un ampio arco di dettagliate analisi, che qualunque sarà la soluzione che sarà assunta dal Parlamento, potrebbero essere funzionali alle rilevanti novità che investono il sistema nazionale dell’istruzione e della istruzione e formazione.
In particolare, viene affrontata da un lato la declinazione dei LEP sia sul versante dell’istruzione scolastica che sul versante della IeFP (nel contributo di Giulio M. Salerno), e dall’altro la prospettiva della riallocazione delle competenze tra Stato e Regioni mediante un nuovo progetto di governance del sistema d’istruzione e di istruzione e formazione professionale (nel contributo di Alfonso Rubinacci).
Le questioni collegate alla definizione dei LEP vengono declinate secondo una molteplicità di punti di osservazione tra di loro complementari, e più precisamente: il quadro costituzionale dei diritti civili e sociali collegati all’istruzione (nel contributo di Anna Maria Poggi); le garanzie di autonomia delle istituzioni scolastiche e formative (nel contributo di Dario Nicoli e Giancarlo Sacchi); le istanze pedagogiche collegate alla qualità e all’equità formativa (nel contributo di Paolo Calidoni); gli aspetti di organizzazione del servizio delle istituzioni scolastiche e formative (nel contributo di Roberto Vicini); le modalità di finanziamento dei LEP (nel contributo di Eugenio Gotti).
Il Dossier “Autonomia differenziata: analisi e proposte operative per l’istruzione” sarà disponibile da domani su tuttoscuola.com
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