di Marco Cremonesi e Monica GuerzoniDomani il testo al Cdm, con le opposizioni protestano. Anche Bonaccini prende le distanze dalla proposta di riforma Quasi secessione secondo le opposizioni gi sulle barricate o valorizzazione dei territori per la destra di governo: l’autonomia differenziata per le Regioni arriver domani in Consiglio dei ministri. Non tutto ancora perfezionato, fino all’ultimo potrebbero esserci modifiche. Anche perch il Quirinale sta monitorando passo passo la gestazione del provvedimento. Ma la maggioranza — e soprattutto la Lega — si compatta dietro al dato di fatto di un provvedimento che, dopo polemiche e tormenti, approda a Palazzo Chigi. Il pi soddisfatto sembra essere Luca Zaia, il governatore che con Roberto Maroni port a referendum veneti e lombardi: Sar una giornata storica. Non solo si dar risposta a chi, come il Veneto, da anni ha chiesto di avviare questo progetto, ma sar finalmente l’occasione per dar corso ai dettami dei padri costituenti. Mentre Stefano Bonaccini, il governatore Pd che a sua volta chiese per l’Emilia-Romagna allo Stato alcune competenze, prende le distanze da quanto arriver sul tavolo del governo: L’autonomia differenziata che propongo io va bene, quella di Calderoli inaccettabile. Devono essere tolte materie divisive come la scuola. Se ne pu discuterne seriamente ma non pu essere lo scalpo da dare alla Lega. Mentre lo stesso Matteo Salvini osserva che Autonomia e presidenzialismo sono entrambi nel programma di governo e vanno avanti tutti e due. Dal Terzo polo, anche la ex ministra agli Affari regionali Mariastella Gelmini convinta che la nuova bozza sia solo una bandiera elettorale per la Lega. Il fascicolo della legge Calderoli in cima alla pila sulla scrivania di Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio, il cui cuore batte dal lato del centralismo, non pu rallentare l’iter della riforma perch la Lega aprirebbe lo scontro, mettendo a rischio la tenuta della maggioranza. Ma nemmeno vuole rischiare che la svolta autonomista metta a rischio l’unit della nazione, slogan chiave per leader della destra. Due giorni fa, parlando alla Nuvola dell’Eur, Meloni ci ha messo la faccia, ha detto no a cittadini di serie A e serie B e si impegnata a disegnare una sola Italia con servizi e diritti uguali per tutti. E ieri, snocciolando via social le cento azioni in cento giorni del governo, ha ribadito: Ogni cittadino, ogni territorio deve avere la stessa attenzione. Convinzioni che hanno contribuito a determinare le ultime modifiche al testo di Calderoli. La revisione della bozza, a parte i caveat inseriti dal ministero dell’Economia a proposito dei Lep, ha visto la supervisione tecnica e politica del Quirinale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che alla presentazione del progetto Polis di Poste Italiane aveva messo in guardia il governo rispetto al pericolo di sottrarre servizi essenziali ai territori, si posto come argine e garante dell’unit del Paese. Una solida sponda, alla quale la premier ha potuto appoggiarsi. La conseguenza pi vistosa che il nuovo testo terr maggiormente conto delle prerogative del Parlamento, cos che il ruolo delle Camere nell’iter legislativo sia effettivo e non di mera ratifica. Il Parlamento sar pienamente coinvolto, assicurano a Palazzo Chigi. Dove Meloni, che ha costruito il suo successo elettorale partendo dai fortini di Roma, del centro e del Sud, continua a ripetere la coesione territoriale fondamentale. 31 gennaio 2023 (modifica il 31 gennaio 2023 | 23:07) © RIPRODUZIONE RISERVATA