Un’autostrada a rischio sicurezza, anche per l’usura dettata dalle scosse sismiche di questi anni. Un’autostrada diventata un caso. Ostaggio di un confronto a carte bollate tra lo Stato e il gestore della «Strada dei Parchi», riconducibile alla famiglia Toto, appena revocato dal ministero delle Infrastrutture. Un’arteria che ora il Consiglio di Stato assegna di nuovo all’Anas sospendendo la decisione opposta del Tar, primo grado di giudizio. Lo fa per una questione di sicurezza pubblica «che attiene alla tutela della circolazione autostradale e all’incolumità degli utenti», «dove viene in rilievo la problematica della continuità della circolazione in condizioni di sicurezza e l’esigenza di scongiurare il rischio di cedimenti strutturali delle infrastrutture». L’attesa ora è per settembre quando il Tar si esprimerà sul merito.
Sono anni che la parte pubblica e la parte privata battagliavano sul piano economico-finanziario, cioè il documento che disciplina l’ammontare degli investimenti necessari per la messa in sicurezza dei viadotti (in chiave antisismica dopo il terremoto del 2009) e li aggancia alle tariffe pagate dagli utenti. L’ultima proposta del concessionario era stata bocciata dal ministero guidato da Enrico Giovannini. Che ha deciso poco tempo fa la revoca della concessione. Nel piano di lavori da 5,1 miliardi individuati dal Commissario straordinario Maurizio Gentile ci sarebbero 800 milioni , contenuti in un fondo complementare agganciato al Pnnr, da spendere subito. Il gestore ha sostenuto di non avere la garanzia sul ritorno degli investimenti necessari per la manutenzione straordinaria da fare sulle tratte. Ora il Consiglio di Stato riconosce che quella indicazione diventa decisiva per l’incolumità degli utenti e assegna l’infrastruttura all’Anas. Il gestore aveva chiesto di estinguere anticipatamente la convenzione con lo Stato ma a patto di avere un indennizzo da 2,4 miliardi.
Il gestore in una nota denuncia «la pervicace insistenza dimostrata da Mims e Presidenza del Consiglio nel perseguire un’azione che, al momento, sta solo comportando un ingente e costoso sforzo burocratico e porterà a ingenti danni alle casse dello Stato. Oltre che generare preoccupazioni in chi quotidianamente gestisce e vive l’infrastruttura autostradale, esponendola, a causa dell’ennesimo immotivato cambio del gestore, a pericoli tanto inutili quanto allarmanti per l’utenza».
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, 2022-08-01 13:33:00, Il Consiglio di Stato ribalta il giudizio del Tar sull’Autostrada Roma L’Aquila per una questione «che attiene alla tutela della circolazione e all’incolumità degli utenti». Evidenziata «la problematica della continuità della circolazione in sicurezza», Fabio Savelli