Avvocato, commercialista, ingegnere, segretaria: ma i big M5S che non si ricandidano torneranno al loro vecchio lavoro?

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di Redazione PoliticaIl tetto del doppio mandato azzererà la classe dirigente e parlamentare 5 Stelle. Molti riprenderanno l’occupazione precedente, altri invece sperano di poter «essere ancora utili» al Movimento Saranno una novantina i 5 Stelle pronti a saltare per il tetto del doppio mandato, regola fondante sulla quale il garante Beppe Grillo non transige e che sta creando non pochi problemi al leader M5S Giuseppe Conte. Cosa faranno adesso? È questa la domanda che deputati e senatori M5S si sentono ripetere più spesso in queste ore convulse: la classe parlamentare del Movimento è stata costruita dal 2013 con la presenza in lista di «semplici cittadini» — come rivendicava Grillo all’inizio dell’avventura politica avviata con Gianroberto Casaleggio nel 2009 — che negli anni sono poi diventati «big» e volti noti, ministri e sottosegretari: da Roberto Fico a Paola Taverna, da Vito Crimi a Stefano Buffagni e ancora Alfonso Bonafede, Roberta Lombardi, Danilo Toninelli, Carlo Sibilia. E adesso che non possono più ricandidarsi daranno una mano al Movimento per la campagna elettorale o spariranno dalla scena politica? Ora che la corsa a un nuovo seggio è definitivamente esclusa — anche se Conte assicura che «le competenze non andranno disperse» — i volti storici M5S torneranno all’occupazione precedente? E che lavoro facevano prima? Chi sembra non avere problemi con il tetto del doppio mandato è l’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede, avvocato civilista che ha uno studio — Bonafede & Partners — ben avviato in due sedi, a Firenze e Milano. Laurea in Legge anche per Virginia Raggi, che aveva già usufruito di quel «mandato zero» che aveva scatenato l’ironia degli attivisti e della Rete: l’ex sindaca di Roma, specializzata in Diritto civile, giudiziale e stragiudiziale, era stata praticante nello studio dell’avvocato Cesare Previti e prima di entrare in politica era passata allo studio di Pieremilio Sammarco. La vicepresidente del Senato e del Movimento Paola Taverna, diploma di perito aziendale, laureata in Scienze politiche alla Sapienza con una tesi sul reddito di cittadinanza e il salario minimo, ha lavorato come corrispondente in lingue estere all’Istituto Pietro e Marie Curie e come segretaria in uno studio legale, in uno studio di arti grafiche e poi, per 13 anni, dal 2000 al 2013, in un poliambulatorio di analisi cliniche. Taverna — come il presidente della Camera Roberto Fico e il sottosegretario all’interno Carlo Sibilia — ha già detto che è disposta a dare «una mano per la campagna elettorale». L’ex ministro Danilo Toninelli, laureato anche lui in Legge, ex ufficiale di complemento dell’Arma dei Carabinieri, era impiegato come liquidatore sinistri e ispettore tecnico alla Vittoria Assicurazioni. Il presidente della Camera Roberto Fico, laureato in Scienze della comunicazione all’Università di Trieste (ha discusso la tesi su «Identità sociale e linguistica della musica neomelodica napoletana»), prima dell’elezione a Montecitorio del 2013 ha lavorato nel settore della comunicazione, in alcuni uffici stampa, ma anche come responsabile del personale di una società di ristorazione interna a un albergo, come dirigente per un operatore turistico internazionale e impiegato in un call center. «Cosa farò adesso? — ha assicurato Fico — semplicissimo: la campagna elettorale». Il senatore ed ex capo politico ad interim del Movimento Vito Crimi, già viceministro dell’Interno, prima di iscriversi al meet-up Amici di Beppe Grillo a Brescia aveva lavorato come cancelliere e assistente giudiziario per la segreteria di presidenza della Corte d’Appello di Brescia, dove si occupava della gestione del personale, dell’organizzazione e gestione dell’anno giudiziario, dei bandi di gara europei per le forniture del Palagiustizia e del portale web degli uffici giudiziari. L’ex sottosegretario Stefano Buffagni è perito elettronico e delle telecomunicazioni, con una laurea in Economia e management per l’impresa: prima di entrare in politica ha svolto l’attività di commercialista in uno studio, diventandone socio, per poi lasciarne le quote nel 2019. Roberta Lombardi, ex deputata e oggi assessora regionale alla Transizione ecologica nel Lazio, si era laureata in Giurisprudenza alla Sapienza con una tesi sul Diritto commerciale internazionale e aveva seguito un corso in Sviluppo manageriale alla Luiss prima di trovare lavoro in un’azienda di interior design. Rivendicando l’esperienza politica accumulata, ha già detto di voler «proseguire il mio lavoro» nel caso in cui l’attuale maggioranza di centrosinistra dovesse ripresentarsi in Regione. La ministra alle Politiche giovanili Fabiana Dadone, invece, laureata in Giurisprudenza a Torino, aveva svolto la pratica forense in uno studio legale di Ceva, in provincia di Cuneo. L’ex sottosegretario al Lavoro Claudio Cominardi, tecnico della gestione aziendale a indirizzo informatico, prima di essere eletto deputato nel 2013 ha lavorato per oltre quindici anni come attrezzista, disegnatore e programmatore nel settore metalmeccanico e chimico-plastico. Il ministro alle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, laurea in Ingegneria edile all’Università di Trieste, si era specializzato nel settore delle opere pubbliche ed è iscritto all’Ordine degli ingegneri dal 2004 . Tra chi ha accettato senza discutere la tagliola del doppio mandato c’è il deputato Angelo Tofalo, geotecnico con master in Intelligence e Sicurezza: «Tornerò a fare l’ingegnere — ha detto l’ex sottosegretario alla Difesa — con grande gioia e voglia di misurarmi sul mercato. Svilupperò tecnologia sovrana Made in Italy. Grillo e Conte hanno fatto bene a preservare il principio fondante del M5S, perché la politica è servizio al cittadino e al paese». Tofalo è sicuro che «tutti i parlamentari che torneranno alle proprie vite e alle proprie professioni potranno continuare a dare un contributo alla nostra comunità». Il deputato Luigi Gallo — laureato in Ingegneria informatica, insegnante di Elettronica in aspettativa a Napoli, musicista ed ex speaker radiofonico — spera di poter ancora dare una mano al Movimento: «Se la comunità 5 Stelle lo vorrà sarò a disposizione. La mia esperienza, che dura ormai da 15 anni, e quella degli altri parlamentari che hanno svolto con disciplina e onore il loro impegno nelle istituzioni a vantaggio di chi era senza voce, sarà una ricchezza per l’intera comunità dei 5 Stelle». Intanto ha offerto come «contributo» il suo secondo libro, che «può aprire un bel dibattito culturale, politico e sociale», dal titolo Il manifesto della società del benessere. Nessun rancore neanche per la deputata Laura Bottici, membro del Comitato di garanzia M5S — analista contabile che ha lavorato come amministratrice in due aziende prima dell’elezione a Montecitorio —: «Chi mi sta accanto sa che avevo già preso la mia decisione di non ricandidarmi. Ho iniziato il mio trasloco appena sciolte le Camere». 30 luglio 2022 (modifica il 30 luglio 2022 | 13:52) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-30 11:09:00, Il tetto del doppio mandato azzererà la classe dirigente e parlamentare 5 Stelle. Molti riprenderanno l’occupazione precedente, altri invece sperano di poter «essere ancora utili» al Movimento, Redazione Politica

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