Azovstal, che ne sarà dei combattenti ucraini che si sono arresi?

Azovstal, che ne sarà dei combattenti ucraini che si sono arresi?

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di Fabrizio Dragosei

Sono più di 250, per i russi quasi mille; secondo alcune fonti alcuni comandanti non sono usciti; in maggioranza sono stati portati a Olenivka, in un carcere; il loro status — prigionieri di guerra o criminali — è la questione più spinosa

Prigionieri di guerra, criminali, ostaggi in attesa di uno scambio? Il destino dei combattenti ucraini dell’Azovstal che si sono arresi è ancora incertissimo, visto che perfino il loro status è tutt’altro che sicuro.

Quanti sono

Anche il numero di quelli che hanno deciso di abbassare le armi e di consegnarsi alle truppe russe non è definito e cambia a seconda delle fonti. Ieri il ministero della Difesa russo parlava di 265 combattenti, di cui 51 feriti. Il viceministro ucraino Hanna Maliar sosteneva invece che ad “essere evacuati” (Kiev non vuole parlare di resa per motivi propagandistici) erano stati in 264 e che i feriti erano 53. Oggi il ministero russo ha detto che il totale è salito a 959. Ma alcune fonti, come il capo della repubblica indipendentista di Donetsk Denis Pushilin, sostengono che i comandanti sono ancora asserragliati nelle viscere del complesso siderurgico.

Dove sono

Il grosso dei prigionieri è stato portato con autobus nella repubblica di Donetsk (Mariupol fa parte della regione amministrativa ucraina di Donetsk) nella località di Elenovka, in ucraino Olenivka, uno dei villaggi più pesantemente bombardato dagli ucraini fin dall’inizio del conflitto nel 2014. Lì ci sarebbe un penitenziario capace di ospitare fino a tremila reclusi. Inoltre, a Elenovka c’è anche un ospedale. Alcuni dei prigionieri sarebbero invece arrivati a Taganrog, nel territorio russo del distretto di Rostov, e i feriti all’ospedale di Novoazovsk sempre nella repubblica di Donetsk.

Prigionieri o criminali

E’ la questione più spinosa. Il portavoce del Cremlino Peskov ha specificato che i “militari catturati saranno trattati in conformità alle leggi internazionali”. Mosca ha firmato la convenzione di Ginevra con le sue varianti approvate nei diversi anni. Nel 2019, su proposta di Putin, il parlamento russo ha però deciso l’uscita del paese dal protocollo aggiuntivo che riguarda le vittime civili di conflitti militari. Mosca riconosce che i civili non devono essere toccati durante una guerra, ma non accetta di essere giudicata da corti internazionali. La norma quindi c’è, ma non si prevede qualcuno che la possa far rispettare.

Azov e i militari

Il battaglione Azov, composto originariamente da volontari di estrema destra (compresi molti neonazisti), dopo il 2014 è stato purgato dagli ucraini e incorporato nella Guardia nazionale. Quindi oggi, secondo Kiev, fa parte a pieno diritto delle Forze armate del paese. Ma i russi come lo considerano? Per il momento non è inserito nell’elenco dei gruppi estremisti o dei gruppi terroristici. Per il 26, però, è in programma una seduta della Corte suprema che dovrà pronunciarsi su questo punto e decidere se mettere Azov nella lista dei terroristi. Per i partecipanti a queste organizzazioni sono previste lunghe pene detentive e per gli organizzatori l’ergastolo. I separatisti dicono chiaramente che secondo loro quelli dell’Azov non sono militari ma criminali. In Russia il dibattito è aperto, con varie personalità, come lo speaker della Duma Volodin secondo il quale “criminali nazisti non devono essere scambiati con prigionieri di guerra russi”. Ci sono poi proposte di ripristinare per l’occasione la pena di morte. Mikhail Ignatov, esperto forense ed ex agente del dipartimento per la lotta alla criminalità organizzata di Mosca sostiene che i prigionieri saranno portati in diverse regioni per non tenerli tutti assieme. “Non escludo che i peggiori banditi saranno portati a Mosca”. Dovranno essere interrogati separatamente, si dovranno raccogliere le testimonianze delle loro vittime. Insomma, a suo avviso, sono tutti destinati a essere processati. “Secondo le leggi della repubblica di Donetsk”, visto che i presunti crimini sarebbero stati commessi lì. Dello stesso avviso il presidente della commissione Affari Costituzionali del Consiglio di Federazione Andrej Klishas. Dal 2014 la Repubblica ha introdotto la pena di morte, anche se solo per alcuni casi particolari, tradimento, spionaggio e assassinio di leader politici. In base ad alcune fonti, giudici inquirenti sarebbero già al lavoro a Elenovka.

Scambio prigionieri

L’Ucraina vuole che i suoi eroi dell’Azovstal tornino a casa in cambio di soldati russi catturati, ma sembra che per ora Mosca non sia interessata. Visto che Kiev ha già iniziato a portare davanti alla sbarra un soldato russo accusato di crimini di guerra, il Cremlino probabilmente vuole organizzare un grande show per denunciare quello che sarebbe stato fatto dal 2014 e poi dall’inizio della Operazione militare speciale contro gli abitanti delle repubbliche indipendentiste. E’ però possibile che in un secondo tempo, magari dopo pesanti e clamorose condanne, i prigionieri vengano scambiati. Come nella migliore tradizione della Guerra fredda.

18 maggio 2022 (modifica il 18 maggio 2022 | 19:42)

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, 2022-05-18 19:07:00, Sono più di 250, per i russi quasi mille; secondo alcune fonti alcuni comandanti non sono usciti; in maggioranza sono stati portati a Olenivka, in un carcere; il loro status — prigionieri di guerra o criminali — è la questione più spinosa, Fabrizio Dragosei

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