di Marta Serafini
Il Cremlino: «Il complesso è sotto il nostro controllo, il leader Prokopenko portato via con un veicolo blindato speciale». Gli ucraini perquisiti a uno a uno, controllati anche i tatuaggi
Dalla nostra inviata
ZAPORIZHZHIA— Azovstal è caduta. L’acciaieria simbolo della resistenza del battaglione d’Azov e della città martire di Mariupol è «totalmente sotto il controllo delle forze armate russe», ha annunciato in serata la Difesa di Mosca, dopo che il ministro Sergej Shoigu ha comunicato al presidente Vladimir Putin «la fine dell’operazione e la completa liberazione» della fonderia. L’evacuazione — come hanno fin qui preferito chiamarla a Kiev — è durata quattro giorni, durante i quali 2.439 militari — il dato però è ancora una volta russo e non confermato dagli ucraini — si sono arresi, come ordinato dallo Stato maggiore di Kiev.
Le immagini video diffuse da Mosca ieri sera mostrano i militari russi mentre, fascia bianca al braccio e volto coperto, conducono accurate perquisizioni degli effetti personali degli ucraini in divisa disarmati, disposti in fila in un luogo aperto mentre vengono fatti sfilare e spogliare anche per controllare i loro tatuaggi. «Sono le Termopili del XXI secolo» aveva detto già nei giorni scorsi il capo delegazione dei negoziati Mykhailo Podolyak. Una soluzione cui si è arrivati visto che era «impossibile sbloccare» lo stallo «con mezzi militari», ha spiegato ieri ai media ucraini il presidente Volodymyr Zelensky. E una resa che evidentemente i comandanti dell’Azov hanno cercato di rimandare fino all’ultimo. «Il comando militare superiore ha dato l’ordine di salvare la vita dei soldati e di smettere di difendere la città di Mariupol», aveva detto nel suo ultimo video il comandante di Azov, Denis Prokopenko. Poi anche lui e gli altri comandanti, in testa il suo vice Sviatoslav Kalina Palamar e il comandante della 36esima brigata dei marines, il maggiore Serhiy Volyna, hanno dovuto deporre le armi.
Mosca, in serata, ha comunicato come lo stesso Prokopenko sia stato portato via «con un veicolo blindato speciale» verso i territori controllati dalla Russia. Adesso, per Kiev sarà l’ora delle trattative per tentare uno scambio di prigionieri, da condurre anche con la mediazione internazionale. Possibilità che però fin qui non ha trovato alcuna conferma, dopo che da Mosca nei giorni scorsi è arrivata la minaccia di un processo ai militari del battaglione come criminali di guerra. E che Zelensky ha spiegato con queste parole: «Quando abbiamo visto che era impossibile sbloccare la situazione con mezzi militari, ho negoziato con Turchia, Svizzera, Israele, e prima con la Francia per via dei rapporti dei suoi leader con la Federazione Russa». Trattative che però lo stesso Podolyak ha definito «molto difficili e molto fragili». In questo quadro di incertezza sulla sorte dei prigionieri aumenta dunque l’angoscia dei familiari e dei sostenitori dei militari. «L’ultimo messaggio che mi ha mandato su Telegram era di due giorni fa. Mio marito è sulla strada da un inferno all’altro, dall’acciaieria Azovstal verso la prigione», ha spiegato ieri a Istanbul Natalia Zarytska, moglie di un combattente dell’Azovstal. Migliaia di commenti sono arrivati poi al post di addio di Dmytro Kozatskiy, alias Orest che ieri, in un messaggio su Twitter, ha scritto: «È fatta. Grazie di tutto dal rifugio di Azovstal. Luogo della mia morte, e della mia vita». Militare e fotografo, noto per le sue idee di estrema destra, ha documentato la resistenza del reggimento. Poi dopo essersi consegnato ai russi ha concluso: «Vi lascio le mie foto. Inviatele a tutti i premi giornalistici e concorsi fotografici». Allegato, un link per scaricare le immagini di tre mesi nei tunnel.
Mariupol che soffre ancora e non resiste più. Fuori dall’acciaieria, e dai suoi 11 mila metri quadrati fatti di cunicoli costruiti nel 1930, i russi avrebbero sgomberato le macerie del teatro di Mariupol rimuovendo i corpi. «E ora — ha denunciato il consigliere del sindaco Petro Andryushchenko — non sapremo mai quanti civili di Mariupol siano stati effettivamente uccisi dai russi».
20 maggio 2022 (modifica il 20 maggio 2022 | 23:37)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-05-20 22:16:00, Il Cremlino: «Il complesso è sotto il nostro controllo, il leader Prokopenko portato via con un veicolo blindato speciale». Gli ucraini perquisiti a uno a uno, controllati anche i tatuaggi, Marta Serafini