Milleproroghe, sui balneari Mattarella promulga il testo ma chiede delle modifiche

Milleproroghe, sui balneari Mattarella promulga il testo ma chiede delle modifiche

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di Redazione Politica Secondo il Quirinale la proroga delle concessioni in contrasto con la normativa europea e con sentenze della magistratura in tema di libera concorrenza. Parlamento e governo dovranno ora rivedere il testo Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiede che governo e Parlamento intervengano per modificare la norma sulle concessioni balneari. Lo ha fatto con una lunga nota ufficiale con la quale annuncia di aver posto la sua firma al decreto Milleproroghe (dentro il quale sono contenute le nuove regole sui balneari) ma dove sottolinea che proprio quella parte del decreto in contrasto con il diritto europeo e con sentenze della magistratura. La lettera stata indirizzata ai presidenti dei due rami del Parlamento, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, e alla premier Giorgia Meloni. Tra i rischi paventati dal Capo dello Stato anche quello che le regole appena approvate possano dare luogo a lunghi e paralizzanti contenziosi giudiziari. I partiti di maggioranza erano rimasti fermi nel prorogare l’uso delle spiagge demaniali agli attuali titolari fino al 31 dicembre 2024, un anno in pi rispetto alla scadenza inizialmente prefissata. Tutto questo nonostante il Consiglio di Stato avesse gi stabilito che le concessioni andavano messe a gara e che l’Unione Europea aveva annunciato una procedura d’infrazione contro l’Italia perch riteneva violate le norme sulla libera concorrenza. evidente — ecco il passaggio chiave della nota del Quirinale — che i profili di incompatibilit con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali definitive accrescono l’incertezza del quadro normativo e rendono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di governo e Parlamento. Il capo dello Stato nella sua comunicazione solleva una serie di perplessit, non solo sul tema delle concessioni demaniali. Le perplessit sui commi aggiuntiRiscontro — scrive ad esempio il capo dello Stato — la presenza di norme che non recano proroghe di termini in senso stretto ma provvedono a introdurre o a modificare la disciplina sostanziale a regime in diverse materie, ovvero risultano funzionali a disporre un mero finanziamento ovvero un rifinanziamento di misure gi scadute. Il testo del decreto-legge, si legge nella nota firmata dal presidente della Repubblica, contiene, in seguito all’esame parlamentare, 205 commi aggiuntivi rispetto ai 149 originari. I limiti individuati dalla Corte costituzionaleMattarella ricorre ai limiti sui decreti Milleproroghe gi individuati dalla Corte costituzionale nel 2012: del tutto evidente come, trattandosi di provvedimenti che, per loro natura, attengono ad “ambiti materiali diversi ed eterogenei”, quando se ne smarrisce la ratio unificatrice, rappresentata dall’esigenza regolatoria di carattere temporale, si trasformano in decreti-legge omnibus del tutto disomogenei, vale a dire in meri contenitori dei pi disparati interventi normativi. Il presidente ricorda poi che la Corte aveva dichiarato illegittima una norma in materia tributaria in quanto del tutto estranea al contenuto e alla finalit del decreto-legge originario. Il pericolo, per provvedimenti di questo genere, quello di diventare lo strumento per vanificare i limiti costituzionali all’emendabilit del decreto-legge in sede di conversione. L’abuso della decretazione d’urgenza Mattarella sottolinea la sua contrariet al metodo della decretazione d’urgenza: Nel corso dell’esame parlamentare dei decreti-legge emerge assai di frequente la tendenza a soddisfare esigenze normative eterogenee rispetto al contenuto originario dei singoli provvedimenti. Ho apprezzato l’iniziativa che il presidente del Consiglio dei ministri ha di recente assunto, in dialogo con i presidenti delle Camere, sottolineando l’abuso della decretazione d’urgenza e la circostanza che i decreti-legge siano da tempo divenuti lo strumento di gran lunga prevalente attraverso il quale i governi esercitano l’iniziativa legislativa. Come ha osservato il presidente del Consiglio, un’inversione di tendenza potr aversi con il recupero di un’adeguata capacit di programmazione legislativa da parte del governo e di una corrispondente attitudine del Parlamento a consentire l’approvazione in tempi ragionevoli dei disegni di legge ordinaria. Rispetto a questa iniziativa del governo auspico piena collaborazione istituzionale e invito tutte le forze politiche a valutarla con senso di responsabilit. Le concessioni balneariSi arriva poi per il presidente Mattarella al punto in questione, le concessioni balneari: per il Quirinale le modifiche approvate cambiano in misura rilevante il quadro normativo. In particolare, il termine relativo all’efficacia delle concessioni demaniali viene differito dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2024 e il termine entro il quale l’autorit competente pu posticipare ulteriormente l’efficacia delle concessioni e dei rapporti in essere con atto motivato da ragioni oggettive viene differito dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2025. Inoltre, le concessioni e i rapporti in essere continuano in ogni caso ad avere efficacia sino alla data di rilascio dei nuovi provvedimenti concessori e – si aggiunge – fino all’adozione dei decreti legislativi attuativi della delega in materia di affidamento delle concessioni (in scadenza il 27 febbraio prossimo) fatto comunque divieto agli enti concedenti di procedere all’emanazione dei bandi di assegnazione delle concessioni. Con l’effetto di creare ulteriore incertezza considerato che la delega in questione verr meno fra tre giorni. I casi di interferenzaOltre ai tempi, il capo dello Stato ha riscontrato problemi anche sul fatto che ai titolari di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali viene consentito il mantenimento dei manufatti amovibili fino al 31 dicembre 2023, con possibili casi di interferenza anche con provvedimenti giudiziari di demolizione in corso. Le conclusioniPer Mattarella, quindi, le disposizioni contenute nel testo approvato oltre a contrastare con le ricordate definitive sentenze del Consiglio di Stato, sono difformi dal diritto dell’Unione europea, anche in considerazione degli impegni in termini di apertura al mercato assunti dall’Italia nel contesto del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un ulteriore elemento problematico legato al fatto che, alla luce delle pronunce del Consiglio di Stato che ha ritenuto “senza effetto perch in contrasto con l’ordinamento dell’unione europea” “qualsiasi ulteriore eventuale proroga che dovesse nel frattempo intervenire”, gli enti concedenti potrebbero ritenersi comunque legittimati a disapplicare le norme in contrasto con il diritto europeo e a indire le gare, mentre i controinteressati potrebbero essere indotti ad impugnare eventuali provvedimenti di proroga delle concessioni, alimentando ulteriormente il contenzioso. I profili criticiConsapevole della delicatezza, sotto il profilo costituzionale, del rinvio alle Camere esercitato nei confronti di una legge di conversione di un decreto-legge, a pochi giorni dalla sua scadenza — che farebbe, inevitabilmente, venir meno, con effetti retroattivi, in molti casi in maniera irreversibile, tutte le numerose altre disposizioni che il decreto-legge contiene, determinando incertezza e disorientamento nelle pubbliche amministrazioni e nei destinatari delle norme — Mattarella conclude con la decisione di promulgare il decreto invitando per a correggere le modifiche approvate sulle concessioni demaniali. 24 febbraio 2023 (modifica il 24 febbraio 2023 | 18:00) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,

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