di Enrico MarroIl Quirinale elenca gravi rilievi, poi firma con riserva il decreto Milleproroghe. L’altol sulla proroga delle concessioni balneari. Il governo: faremo attenzione alle parole del Colle Cartellino giallo del Quirinale al governo sul decreto legge Milleproroghe. Motivo: la proroga delle concessioni balneari, ma non solo. Il presidente della Repubblica ha firmato il testo uscito dal Parlamento e sul quale l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni aveva chiesto il voto di fiducia, ma lo ha fatto accompagnando il via libera con una severa lettera indirizzata ai presidenti di Camera e Senato. In essa Sergio Mattarella elenca gravi rilievi, sufficienti di per s a negare la promulgazione del decreto e a rinviare il testo al Parlamento: scelta che il presidente ha evitato solo per non determinare incertezza e confusione normativa, essendo il decreto in vigore dal 29 dicembre scorso, dopo l’ok in consiglio dei ministri. La lettera di Mattarella va dunque oltre la questione dei balneari, dove la censura era attesa, visto il palese contrasto della proroga con le direttive europee e con le sentenze del Consiglio di Stato. Le critiche del Quirinale sono di metodo e di merito. Il testo del decreto arrivato alla firma, scrive Mattarella, contiene, in seguito all’esame parlamentare, 205 commi aggiuntivi rispetto ai 149 originari. Il decreto Milleproroghe, divenuto una consuetudine di fine anno, dovrebbe contenere solo proroghe di termini il cui decorso sarebbe dannoso. E invece ci sono interventi del tutto estranei che trasformano il provvedimento in un decreto omnibus, in contrasto con sentenze della Corte Costituzionale e i ripetuti richiami dello stesso Mattarella. Nel decreto, prosegue il presidente, ci sono norme che dispongono un mero finanziamento ovvero un rifinanziamento, con oneri per le finanze pubbliche. Passando ai contenuti, sulla questione dei balneari, il presidente, parla di specifiche e rilevanti perplessit. La Corte di giustizia europea, ricorda Mattarella, ha ritenuto incompatibile con il diritto europeo la proroga delle concessioni. E invece, con emendamenti parlamentari, stata disposta la proroga di un anno, al 31 dicembre 2024 (allungabile, per ragioni oggettive fino a fine 2025). Norme, sottolinea il Colle, che, oltre a contrastare con le definitive sentenze del Consiglio di Stato, sono difformi dal diritto dell’Ue, anche in considerazione degli impegni in termini di apertura al mercato assunti dall’Italia con Pnrr. Non solo. Poich il Consiglio di stato ha ritenuto inapplicabili eventuali proroghe, c’ il rischio di un forte contenzioso, dice Mattarella. Tutto questo, aggiunge, potrebbe giustificare l’esercizio della facolt attribuitami dall’articolo 74 della Costituzione, cio il rinvio del testo alla Camere. Tuttavia, per evitare tra l’altro incertezza e disorientamento nelle pubbliche amministrazioni e nei destinatari delle norme, ho ritenuto di promulgare la legge. Ma, conclude il presidente, sulle concessioni demaniali sono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di Governo e Parlamento. Sar infatti necessario assicurare l’applicazione delle regole della concorrenza. Infine, Mattarella richiama al rispetto delle coperture finanziarie, che dovranno essere integrate con il primo provvedimento legislativo utile. Quanto richiamato dal capo dello Stato — dicono a palazzo Chigi — meriter attenzione e approfondimento da parte del governo nel confronto col Parlamento. Parole analoghe vengono da Forza Italia mentre il Pd chiede al governo di scusarsi e tornare in Parlamento, i 5 Stelle parlano di figuraccia epocale e i Verdi hanno inviato un esposto alla Ue. La sinistra smetta di vessare le imprese, replica Fratelli d’Italia. 25 febbraio 2023 (modifica il 25 febbraio 2023 | 09:59) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,