Bambini ucraini malati di cancro, ponte aereo con Milano: dai bunker di Kiev agli ospedali della Lombardia

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di Sara Bettoni

Il volo umanitario da Rzeswóv, in Polonia, a Linate. Cinque bambini tra i 3 e 15 anni ricoverati all’Istituto dei tumori di Milano e agli Spedali Civili di Brescia: «Qui per le cure salvavita dopo essere stati costretti a rifugiarsi nei sotterranei di Kiev»

Il volo sanitario da Rzeswóv, in Polonia, è arrivato alle 14 di martedì 8 marzo a Linate. A bordo: cinque bambini tra i 3 e i 15 anni, malati oncologici accompagnati dalle mamme e dai fratelli e assistiti dai medici dell’Areu per le cure salvavita. Fino a una settimana fa questi bambini erano costretti a rifugiarsi nei sotterranei della Dacha della Fondazione Soleterre e dell’Istituto del cancro di Kiev. Ora sono stati presi in cura dall’Istituto dei Tumori di Milano e dagli Spedali Civili di Brescia.

È il terzo volo umanitario atterrato a Milano con bambini ucraini che soffrono di patologie gravissime. Il ponte aereo, organizzato dalla Regione con Soleterre, è gestito con l’Agenzia lombarda di emergenza urgenza e la Protezione civile. «Insieme ai propri familiari e costantemente assistiti da personale medico-sanitario, i piccoli pazienti hanno percorso più di 2.000 chilometri e hanno affrontato lunghe ore di viaggio — spiegano dalla Regione —. Sono bambini che hanno vissuto interminabili giorni di spostamenti tra i reparti in cui erano ricoverati e i bunker o i sotterranei delle strutture ogni qualvolta suonava l’allarme antiaereo».

Da Leopoli, dopo essere stati stabilizzati, i bambini hanno viaggiato in treno e bus fino a Rzeswóv, in Polonia. Da lì sono stati imbarcati destinazione Italia, Milano. «Proseguiamo questa missione umanitaria con l’obiettivo di mettere al sicuro il maggior numero di giovani pazienti possibili», commenta il presidente lombardo Attilio Fontana: «Il nostro impegno è poi focalizzato a “tuttocampo” anche per altri temi che riguardano interventi di solidarietà e accoglienza». Così la vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti: «È doveroso adoperarsi per accogliere ed assistere i rifugiati ucraini, in particolare i bambini già gravemente malati, colpiti anche dal dramma della guerra. La solidarietà umana non può e non deve avere tentennamenti».

L’Istituto Nazionale dei tumori, spiega il direttore Carlo Nicora, si è attrezzato per allargare i posti in pediatria (più 50%) e stringere il contatto con le associazioni che assistono i pazienti oncologici. «I bambini — conclude il dg degli Spedali Civili di Brescia, Massimo Lombardo — sono stati subito affidati alle cure dei nostri professionisti sanitari. Dopo aver affrontato due anni di pandemia, il personale sta dando un’ulteriore dimostrazione di passione, impegno e dedizione alla cura».

8 marzo 2022 (modifica il 8 marzo 2022 | 16:19)

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