La Bce alza ancora i tassi dinteresse: la presidente Lagarde promossa dai mercati

La Bce alza ancora i tassi dinteresse: la presidente Lagarde promossa dai mercati

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politica monetaria

di Federico Fubini02 feb 2023

La Bce alza ancora i tassi: la presidente Lagarde promossa dai mercati

Fino a un paio di mesi fa i mercati sembravano avere antenne solo per i messaggi restrittivi delle banche centrali, anche se loro stessi si aspettavano una recessione grave in Europa e forse anche negli Stati Uniti. Ora l’equilibrio si rovesciato. Una caduta lunga e profonda dell’economia sembra molto meno probabile, eppure i mercati hanno antenne solo per i segnali pi accomodanti dei banchieri centrali. Cos nel 2022 i prezzi di azioni e obbligazioni sono crollati con gli annunci della Banca centrale europea. Ieri, 2 febbraio, successo l’opposto: la Bce ha alzato i tassi di 0,50% fino a portare al 2,5% quelli sui depositi; e Christine Lagarde ha spiegato che continuer ad alzarli anche dopo il mese prossimo perch abbiamo ancora della strada da fare per riportare l’inflazione al 2%.

Eppure, quasi che la presidente della Bce avesse annunciato la fine della stretta, i mercati finanziari hanno festeggiato. I rendimenti dei titoli di Stato italiani a dieci anni, che si muovono in senso inverso ai prezzi, sono crollati di 0,39%. Lo spread sugli omologhi titoli tedeschi si ristretto di 18 punti a quota 182. L’euro ha perso lo 0,71% sul dollaro. E tutti i listini azionari europei sono cresciuti: pi 1,5% il Ftse Mib di Milano, pi 2,16% il Dax di Francoforte (entrambe tornate ai massimi da un anno), pi 1,26% il Cac40 di Parigi (ben sopra i livelli di un anno fa).

stato un passaggio del messaggio di Lagarde a riportare fiducia, e i prossimi mesi diranno se essa eccessiva. La Bce e la sua presidente hanno insistito che la politica monetaria dev’essere e restare restrittiva — cio tale da frenare l’economia — e hanno confermato l’intenzione di alzare i tassi di un altro 0,5% il mese prossimo. Per il seguito per la Bce stavolta non si legata le mani, come invece aveva fatto nel dicembre scorso. In futuro le nostre decisioni sui tassi saranno guidate dai dati, ha detto Lagarde, e saranno definite di volta in volta ad ogni riunione.

Molti nel mercato vi hanno letto, perlomeno, l’inizio della fine della stretta iniziata a luglio scorso. Vari fattori possono farlo credere. L’inflazione complessiva resta alta ma, grazie anche al calo rapido dei prezzi del gas, scende pi in fretta delle attese e a gennaio in area euro era all’8,5% (in ottobre era al 10,6%). Soprattutto, gli operatori continuano a vedere la Bce come sostanzialmente al traino della Federal Reserve e di pari passo con la Bank of England. Mercoled la banca centrale americana aveva rallentato il passo degli aumenti con un ritocco di 0,25%, lasciando intravedere una pausa nei prossimi mesi. Ieri la Bank of England ha portato i tassi al 4%, ma ha fatto capire che per ora potrebbe essere al suo ultimo ritocco. Anche la Bank of Canada ha detto che per ora ferma i rialzi del costo del denaro.

Il clima fra i governatori nel mondo sta cambiando. Per tutto questo i mercati hanno voluto sentire solo le buone notizie dalla Bce, come in dicembre sentirono solo le cattive. La realt potrebbe essere pi sfumata e la reazione degli operatori potrebbe essere stata, ancora una volta, eccessiva. Di rado del tutto padrona di una comunicazione chiara, ieri Lagarde ha accennato all’inflazione sottostante che — ha ricordato — non si mossa. In effetti l’indice di fondo, senza i prezzi volatili di energia e alimenti, resta fermo al 5,2%. Sembra probabile che una maggioranza fra i 26 banchieri centrali del Consiglio direttivo voglia vedere un calo un po’ persistente di quell’inflazione di fondo, prima di togliere il piede dal freno sull’economia europea. Possibile dunque che in maggio e giugno arrivino altri due rialzi dei tassi di 0,25% l’uno, prima di una pausa. Su quelli potrebbe esserci scontro nella Bce. Ma non sar niente rispetto a quel che aspetta Lagarde se e quando l’inflazione sar scesa molto, ma faticando a tornare al 2%. Per allora, fra circa un anno, la Bce dovr scegliere se mollare la presa o continuare a comprimere a lungo sotto la sua pressione un’economia di area euro da oltre 11 mila miliardi di euro.

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