Benedetto XVI, le sue ultime parole e il rapporto con papa Francesco (con qualche screzio tra le due scuderie)

Benedetto XVI, le sue ultime parole e il rapporto con papa Francesco (con qualche screzio tra le due scuderie)

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Il rapporto personale tra Ratzinger e Bergoglio stato sostanzialmente buono: non era scontato, anche perch il Papa emerito ha parlato e dichiarato (con il consenso del Papa in carica). Le tifoserie, nella Chiesa, hanno cercato pi volte di trovare sponde per attaccarsi a vicenda, rimanendo per sempre deluse

Ora che Benedetto ha chiuso la sua operosa giornata Ges, ti amo le sue ultime parole, secondo quanto anticipato dal quotidiano argentino La Nacion, e sostanzialmente confermato dalla Sala stampa vaticana al Tg1 —, possiamo azzardare l’idea che il rapporto tra i due Papi, che era inedito e rischioso, sia stato sostanzialmente buono.

Ma non potremo certo negare che siano mancate forzature, screzi e risentimenti tra le due scuderie.

La bont del rapporto personale tra i due pu essere posta tra i segni di vitalit dell’istituzione papale, che nonostante i duemila anni mostra un’invidiabile capacit di aggiornamento al mutare dei tempi. L’elezione di Papi non italiani, i viaggi papali nel mondo e la convivenza non conflittuale di un Papa emerito e di un Papa in carica sono i principali tra quei segni.

Benedetto e Francesco non solo hanno dato una buona attestazione di come si possa affrontare una sfida inedita, ma l’hanno raddoppiata di loro iniziativa: se gi era difficile immaginare la compresenza di due Papi nel silenzio totale dell’emerito, era una doppia impresa mantenerne il controllo con il Papa emerito parlante e dichiarante. E tale stato Benedetto, con il consenso di Francesco, per questi dieci anni.

Sono stati una trentina, nel decennio, i testi del Papa emerito dei quali siamo venuti a conoscenza: omelie, lettere, relazioni o saluti a convegni, interviste ai biografi. Ha pubblicato un libro intervista con Peter Seewald, Ultime conversazioni (Garzanti 2016), nel quale traccia un bilancio del suo pontificato e ragiona sulla figura del successore.

Nei giorni della rinuncia Benedetto aveva detto che si ritirava nel silenzio, ma Francesco subito l’invit a parlare e lui non si fatto pregare. Io gli ho detto tante volte: ma, Santit, lei riceva, faccia la sua vita, venga con noi: cos il successore parl ai giornalisti, in aereo, il 29 luglio 2013. Faccia la sua vita e Benedetto l’ha fatta.

I due Papi li abbiamo visti insieme tante volte e non solo nelle visite private di Francesco a Benedetto per gli auguri di Natale e Pasqua. Gi li vedemmo appaiati nei Concistori del febbraio 2013 e del febbraio 2015, e quando Francesco fece santi i Papi Roncalli e Wojtyla (aprile 2014), e quando fece beato Papa Montini (ottobre 2014). All’apertura della porta santa del Giubileo della Misericordia nel dicembre del 2015 e in decine di occasioni minori. A partire dal 2016, a ogni Concistoro, Francesco accompagnava da Benedetto i nuovi cardinali: l’ultima volta avvenuto lo scorso agosto. Nel luglio del 2013 avemmo la pubblicazione dell’enciclica Fidei Lumen (La luce della fede) scritta a quattro mani: Benedetto l’aveva preparata e l’ha passata al successore, che l’ha completata e fatta sua, fornendo questa precisazione al paragrafo 7: Egli aveva gi quasi completato una prima stesura di lettera enciclica sulla fede. Gliene sono profondamente grato e, nella fraternit di Cristo, assumo il suo prezioso lavoro, aggiungendo al testo alcuni ulteriori contributi.

La sapiente alleanza che i due hanno intessuto lungo gli anni della loro compresenza nel recinto di San Pietro li ha aiutati ad allentare le tensioni tra l’ala ratzingheriana e quella bergogliana della galassia cattolica.

L’ex nunzio Carlo Maria Vigan – che nell’agosto del 2018 intim a Francesco di dimettersi – non ha trovato in Benedetto la sponda che ha ripetutamente cercato. Nella concordia dei due Papi possiamo vedere un segno del fatto che la Chiesa pi grande della sua storia travagliata e – nel tempo – matura convincimenti che le permettono un creativo superamento degli incubi del passato, tra i quali c’ quello dell’antipapa, o del Papa emerito (ve ne furono in epoca medievale) che si fa oppositore di quello in carica.

Siamo fratelli dice Francesco a Benedetto il 23 marzo 2013 a Castel Gandolfo, la prima volta che pregano appaiati. E fratelli sono restati fino all’ultimo giorno del pi anziano tra loro.

Ma le opposte tifoserie non hanno ubbidito alla loro consegna.

I nostalgici del vecchio ordinamento cattolico – che Francesco chiama indietristi – hanno continuato per tutti questi anni a bussare alla porta di Benedetto per ottenere un avallo alle loro posizioni critiche del Vaticano II, venendo regolarmente delusi. Altrettanto male andata ai bergoglisti che hanno immaginato di poter reclutare Benedetto tra i sostenitori del nuovo corso: esemplare il caso di Dario Vigan, che ha lo stesso cognome dell’ex-nunzio Vigan, ma che marcia in senso contrario.

Francesco e Benedetto sono restati s stessi, accettandosi e rispettandosi reciprocamente, ma senza cedere alla miope idea di scritturare l’altro a proprio sostegno. Questa la migliore riprova che i tempi sono maturi perch un Papa rinunci e un altro subentri senza che parta una conta tra i sostenitori dell’uno e quelli dell’altro.

1 gennaio 2023 (modifica il 1 gennaio 2023 | 10:04)

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