Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, il presidente Mattarella: Uniti dal dolore e dalla rinascita

Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, il presidente Mattarella: Uniti dal dolore e dalla rinascita

Spread the love

di MARZIO BREDA

Il Capo dello Stato celebra le due citt alla cerimonia di inaugurazione. In collegamento il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano

Il prossimo 18 marzo, alle otto di sera, i campanili sparsi nei 7.500 chilometri quadrati del Bergamasco e del Bresciano diffonderanno tutti insieme 10.140 rintocchi. Sommando comune per comune in un esempio inedito di land music, questo il numero delle vittime della pandemia qui. Due generazioni largamente falciate dal virus e che la gente non dimentica perch, come spiegava Karl Rahner nella teologia dei defunti, quei morti sono parte viva della propria storia e appartengono al presente. Per loro valgono dunque i versi di Attilio Bertolucci: Assenza / pi acuta presenza.

Cos, non casuale che il progetto di unire queste citt (epicentro del Covid nella prima ondata) come Capitale della cultura per il 2023 sia lievitata sull’idea di cultura come cura. Una sfida di cui sente il bisogno l’intera comunit, che vuole ricominciare a sperare, dopo la disperazione di tanti lutti e sofferenze. Un itinerario terapeutico (definiamolo pure in tale modo, pensando all’ansia e allo smarrimento provocati dalle processioni notturne di bare portate dall’esercito in cimiteri lontani) cominciato venerd 20 gennaio con la visita del capo dello Stato a Brescia per l’inaugurazione. Tra le persone che lo attendevano al Teatro Grande, i rappresentanti delle istituzioni e i 205 sindaci della provincia. Cerimonia sdoppiata in un collegamento video con il Teatro Donizetti di Bergamo, dov’era ospite il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che parla anch’egli di antidoto e qualifica l’iniziativa come un grande esperimento di politica culturale.

Dato per acquisito che la pandemia, dopo aver segnato un’imprevedibile e drammatica rottura della continuit, sta ora regredendo, Sergio Mattarella rende onore alle virt di bergamaschi e bresciani. Anzitutto per lo spontaneo modello di solidariet che ha consentito di affrontare la crisi e di provare, gi dallo scorso anno, il sollievo della ripartenza. Anche se — riconosce fra gli applausi — questo cuore della Lombardia, in realt non si era fermato. Insomma, la loro stata ben pi che una forma di resistenza passiva.

Il suo un risarcimento morale, certo. Ma va oltre i significati simbolici. Nel pensiero del presidente deve diventare un’opportunit. Da queste parti come altrove. Innovare, guardare all’avvenire, confidare nella capacit dell’uomo di saper superare le avversit, hanno dato vita a un percorso concreto che trova adesso ulteriore sanzione con l’avvio di un anno che vede Bergamo e Brescia, insieme, Capitale della cultura.

Ecco il memorandum sul quale s’incardina la sua riflessione e che pesa, in questa terra da sempre orgogliosa della propria identit. Una coscienza di s da cui scaturito un forte imprinting culturale. Cio una grande ricchezza che nasce dalla vita, dalla comunit, dalla natura che la ospita e poi torna alle generazioni successive come linfa, civilt, genio e valore. La cultura non per lui un ambito separato dall’attivit umana, ma il sapere conquistato dall’esperienza, il pensiero che si costruisce nello studio, nel confronto, nella ricerca, nel lavoro. E che, in questo specifico caso, irrigato da una proverbiale tenacia, oltre che da buone pratiche di governo. Luoghi dove si alternano — e ne fa l’elenco — case editrici, centri di ricerca, fondazioni, festival che testimoniano verso quali eccellenze possa sfociare una sana cultura d’impresa.

Da un anno, ai postumi della pandemia si aggiunta la tragedia della guerra in Ucraina, che ha portato l’Italia a stare dalla parte di chi aggredito e lotta per la propria indipendenza e libert. Mattarella ne fa cenno per ricordare il ruolo che pu svolgere la cultura nel colmare le distanze e consentire la costruzione di una pace giusta. Si tratta di mettere a profitto l’avvenuto “ammassare riserve contro l’inverno dello spirito”, dice, citando la definizione che Marguerite Yourcenar dedic ai magazzini della cultura, ai musei, alle pinacoteche, alle biblioteche. Una sintesi, questa dei cento eventi e mostre che nell’anno apertosi venerd a Bergamo e Brescia offriranno come occasioni di incontro, riflessione, gioia e bellezza. Riserve di quell’umanesimo che nel nostro Dna e che — insiste — abbiamo il compito di arricchire e diffondere.

Non basta. Spiegando il forte segnale di unit e innovazione lanciato da Procida, il capo dello Stato rammenta lo slogan con cui quella piccola isola celebr il suo anno da capitale, 12 mesi fa: La cultura non isola. Slogan che riprende alla sua maniera: La cultura unisce e moltiplica… una forza dei campanili quella di saper unire e non dividere le energie. Voi raccogliete, nel nord del Paese, lo stesso testimone di Procida, a conferma dell’unit che rafforza l’Italia.

Infine, a sigillo del 75 anniversario della nostra Carta costituzionale, Mattarella si concede una ricostruzione storica, succinta ma rivelatrice. Quando, all’Assemblea Costituente, si discusse se inserire la promozione della cultura tra i principi fondamentali, non mancarono dubbi e qualche resistenza. Ma la Repubblica si assunse solennemente quel compito. E apparve l’articolo 9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Vi si recentemente aggiunta la tutela dell’ambiente, della biodiversit, degli ecosistemi. Un escamotage retorico per rimarcare quanto il peso e il valore della cultura siano diventati determinanti.

Il ministro Sangiuliano: da qui un antidoto alla sofferenza

La cultura come dinamo, elemento catalizzatore che dar impulso a una rinascita sociale e economica di due citt e del loro territorio da far conoscere al mondo. Cos il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, al Teatro Donizetti di Bergamo per inaugurare, in collegamento con il Teatro Grande di Brescia e con il presidente Mattarella, l’anno delle due Capitali. Sangiuliano ha citato l’articolo 9 della Costituzione, quanto mai lungimirante, e poi Croce e De Gasperi, Aristotele e Le Corbusier per dare forza al concetto che vede la cultura come antidoto alla sofferenza e forza propulsiva per ripartire quando ricostruire necessario. Una ripartenza che da Bergamo e Brescia, ieri simbolo della sofferenza in tempo di Covid, oggi di un nuovo risorgimento che passa attraverso la bellezza, guarda avanti e si conferma come primo grande esperimento di politica culturale diretto a sostenere la crescita del territorio attraverso centinaia di iniziative multiformi, ma guardando anche al suo sviluppo economico, sociale e industriale. A raccontare le due citt, diverse ma congiunte, c’erano anche i sindaci Giorgio Gori (Bergamo) ed Emilio Del Bono (Brescia) e il governatore Attilio Fontana.

20 gennaio 2023 (modifica il 20 gennaio 2023 | 21:17)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.