di Donatella Tiraboschi
Nel settore turistico, il 45% delle attività ha bisogno di personale. Gli imprenditori si rivolgono anche ai sindacati per trovare operai. L’agenzia interinale: ne assumi 10, se ne vanno in 6
Si lavora molto, tanto che il tasso di disoccupazione al 3,5% è il secondo più basso d’Italia dopo Pordenone, ma si potrebbe lavorare di più. O per lo meno è quello che le aziende di una terra bergamasca da sempre votata al lavoro e che vede su una popolazione provinciale di poco più di un milione di abitanti, quasi 500 mila occupati, chiedono in questo momento di ripresa.
Sui social, ormai più frequentati ed utilizzati degli uffici per il lavoro o delle agenzie interinali, non passa giorno che non compaiano i disperati appelli di imprenditori delle diverse categorie merceologiche. Le più in affanno sono quelle della ristorazione e degli esercizi pubblici che hanno visto, dopo la pandemia, una fuga di personale nella grande distribuzione o nella logistica. Delle oltre 4.900 imprese del settore del turismo bergamasche – bar, ristoranti, alberghi, discoteche – Ascombg stima che oltre 2.200 stiano cercando personale, pari al 45% delle attività. In termini occupazionali questo significa che oltre ai 17.400 addetti attualmente in forza, si registra un fabbisogno di oltre 4.100 dipendenti, il 23% della forza lavoro. Ci sono cuochi e camerieri che lasciano il posto via Whatsapp: «Domani non ritorno».
La cause della carenza di lavoratori sono diverse, in parte legate al post pandemia, dall’analisti del direttore di Ascom Bergamo, Oscar Fusini: «Escluderei la motivazione economica perché gli stipendi vanno da 1.200 a 1.400 euro netti per personale di sala e cucina e per 14 mensilità, superiori agli stipendi di altri settori. La ragione è collegata all’impegno richiesto soprattutto per gli orari serali e festivi e a un cambio di mentalità e comportamenti subentrati con la pandemia, che pongono il tempo libero al di sopra del lavoro. Ultimo elemento, il sistema ancora “imbottito” di ammortizzatori sociali e reddito di cittadinanza».
Non solo la ristorazione e il turismo sono in difficoltà, nella terra bergamasca il discorso è più ampio, con altre categorie pronte ad accogliere a braccia aperte nuovi dipendenti. Alla Mascio Trasporti di Mornico al Serio, realtà attiva nel trasporto di materiali edili, il patron Stefano Mascio, 44 anni e un sogno che lo ha portato a mettersi a capo di una realtà con 500 mezzi ed altrettanti autisti, si dichiara pronto ad assumere una quarantina di nuovi dipendenti. Ai quali assicurare, oltre ad un posto di lavoro a tempo indeterminato ben retribuito, anche un’adeguata formazione professionale.
Lasciano dall’oggi al domani cuochi e camerieri, ma non solo. Anche gli operai, come racconta un imprenditore di un’azienda della pianura, nel settore degli stampaggi: «Nelle ultime due settimane, due ragazze appena inserite sono rimaste a casa dopo una sola giornata: una dicendo che il lavoro le rovinava le mani, l’altra contrariata perché la caporeparto le aveva fatto un’osservazione. Adesso riprenderemo la selezione incrociando le dita».
Alcuni imprenditori si sono rivolti pure alla Cgil per cercare lavoratori. «Io stesso — racconta il segretario provinciale Gianni Peracchi — mi sono meravigliato, ma la ricerca di personale nelle fabbriche conferma un problema che si è acuito, non solo per figure specializzate». Concordano i dirigenti della Cisl: «È un fenomeno che veniva annunciato un anno fa e che negli ultimi mesi presenta un disallineamento che si è amplificato — chiarisce Luca Nieri della Fim Cisl — e che produce fenomeni strani, con modalità di reclutamento nuove. Sarebbe importante puntare sull’apprendistato, uno strumento indispensabile per formare competenze al quale nella nostra provincia si fa ricorso solo per il 3%».
Lo specchio di questo fenomeno sono anche le agenzie interinali. Come la Ig Samsic Hr , in città, che per un fast food ha reclutato diversi ragazzi. Ma pochi hanno retto, nonostante qualche prospettiva ci fosse, come racconta Mariapia Beltrami, area manager : «Dopo un periodo di prova, diversi ragazzi sono stati assunti con un contratto di apprendistato. Tempo un paio di settimane e 3 su 5 se ne sono andati. Ne assumi 10 se ne vanno in 6». Si fatica a trovare lavoratori in molteplici settori: addetti alle pulizie, confezionamento industriale, contabili magazzinieri e metalmeccanici.
E un’atavica ricerca di personale tecnico-ingegneristico è quella a cui si dedica la Seas, società basata a Bergamo ma presente in 14 aeroporti italiani che si occupa in esclusiva della manutenzione degli aerei Ryanair. «Non patiamo come altre categorie un cambio di rotta dei lavoratori, come ad esempio sta accadendo ai ristoratori — afferma l’amministratore delegato Alessandro Cianciaruso — attualmente la nostra forza lavoro conta 400 dipendenti e ce ne servirebbero altri 100 su tutto il territorio nazionale. La figura del tecnico manutentore è sempre più difficile da reperire e quindi da lì è nata l’idea di iniziare a crearci ed a formare tecnici in casa. Da qui il progetto AEA- Aircraft Engineering Academy, che è una impresa certificata da ENAC 147 e quindi approvata per la formazione del personale tecnico, sia dal punto di vista teorico e poi con SEAS dal punto di vista pratico. Prendiamo i ragazzi e riusciamo a portarli a certificazione nel giro di quattro anni».
25 maggio 2022 (modifica il 25 maggio 2022 | 13:34)
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, 2022-05-25 12:14:00, Nel settore turistico, il 45% delle attività ha bisogno di personale. Gli imprenditori si rivolgono anche ai sindacati per trovare operai. L’agenzia interinale: ne assumi 10, se ne vanno in 6 , Donatella Tiraboschi