Berlusconi sul Monza: «Adesso me ne dovrò occupare io». E De Zerbi si sfila

di Monica Colombo

Il patron della squadra lombarda: «Dobbiamo cambiare modo di stare in campo. Farò come all’inizio dei campionati di B e C quando ho dato l’impostazione corretta alla squadra»

L’allenatore Silvio Berlusconi è pronto a scendere in campo. Il suo Monza domenica pomeriggio in Salento ha conquistato — non senza polemiche arbitrali — il primo punto in serie A, confermandosi però la Cenerentola della classifica. Il gioco latita, nonostante i sedici nuovi acquisti arrivati in estate. «Il Monza deve cambiare modo di stare in campo. I giocatori sono bravi, a livello di serie A. Adesso me ne dovrò occupare ancora io, come all’inizio dei campionati di B e C quando ho dato l’impostazione corretta alla squadra».

Parole e musica del proprietario del club brianzolo, domenica al Gran premio di Monza e non davanti alla tv ad assistere all’1-1 della squadra di Stroppa. Del resto, come già ai tempi del Milan, anche con la nuova creatura Silvio non lesina consigli tattici ai suoi tecnici. Lo aveva fatto anche di recente in occasione della sfida, persa in casa, con l’Udinese. «Avevo indicato cose semplici ma non hanno seguito i miei consigli. Avevo detto al portiere di effettuare lanci lunghi per gli attaccanti, alle punte di stare davanti e ai difensori di marcare a uomo».

Semplice no? «Uno dei principi tattici chiari è che quando gli avversari ci aggrediscono, i due attaccanti non devono rientrare ma stare al di là della linea di centrocampo. È nelle nostre regole interne, ma in campo le hanno disattese completamente». La palla passa a Stroppa che già si ingarbuglia la vita di suo mandando in tribuna a Lecce Petagna per scelta tecnica — da diverbio. Non è un caso che Roberto De Zerbi, già contattato per sondarne la disponibilità in caso di rovesci futuri, abbia declinato la proposta. Chi fa della costruzione dal basso il proprio marchio di fabbrica può accettare il suggerimento del lancio da 80 metri che parte dal portiere? Cribbio, no.