di Giuseppe Sarcina
L’amministrazione alza il livello dello scontro. A Washington sono convinti che il Cremlino non si fermerà e che la Cina fornirà armi ai russi
dal nostro corrispondente
WASHINGTON — Il cambio di passo è netto. Il governo americano punta direttamente Vladimir Putin. «In un modo o nell’altro dovrà rispondere dei suoi crimini di guerra. Noi cominceremo a raccogliere le prove», dichiara il segretario di Stato, Antony Blinken, nel mezzo di una giornata convulsa. L’altro ieri Joe Biden aveva risposto a una domanda volante di una giornalista: «Mi chiede se Putin sia un criminale di guerra? Sì, lo è». Per alcune ore a Washington era circolata l’ipotesi che il presidente si fosse spinto troppo in là. Era già successo, per altro, in un’intervista televisiva il 17 marzo del 2021. Biden aveva detto: «Sì, penso che Putin sia un killer». Ma ieri mattina l’amministrazione si è mobilitata per fugare ogni dubbio. E sul leader russo si è scaricata un’ondata di insulti e di minacce con pochi precedenti.
Ha cominciato lo stesso Biden, con una breve dichiarazione nello Studio Ovale: «Putin è un dittatore omicida, un delinquente allo stato puro». Poi Blinken ha convocato la stampa per «sistematizzare» il concetto: «Avete visto tutti le immagini del teatro di Mariupol. I cittadini avevano scritto a caratteri cubitali sulla strada: qui ci sono bambini. Ma i russi hanno bombardato senza pietà. La lista degli attacchi ai civili è lunga. Hanno colpito scuole materne, ospedali. E allora vi comunico che il dipartimento di Stato comincerà a raccogliere le prove di questi crimini di guerra, collaborando con tutte le istituzioni internazionali e le organizzazioni umanitarie. Presenteremo pubblicamente i risultati e faremo in modo che Putin debba rispondere, in una maniera o nell’altra, dei suoi crimini».
Poco dopo l’ambasciatrice americana all’Onu, Linda Thomas Greenfield, prendendo la parola nell’ennesima riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza, ha ripetuto: «La Russia sarà ritenuta responsabile delle sue atrocità». L’offensiva politico-diplomatica americana ha già ottenuto un risultato. Nel comunicato diffuso ieri dal G7, dopo il summit dei ministri degli Esteri, si legge: «Gli autori di questi crimini di guerra saranno chiamati a risponderne». A questo punto la tensione tra le due super potenze nucleari sembra oltre il livello di guardia. Ma l’escalation potrebbe continuare. Blinken ha avvertito: «Pensiamo seriamente che il Cremlino possa ricorrere ad armi chimiche e biologiche. I russi potrebbero fabbricare un falso pretesto per condurre un attacco devastante».
È un clima di scontro. A Washington prevale la convinzione che Putin non si fermerà. Eppure ci sarebbe la carta cinese. Ma, a sentire Blinken, anche l’attesa telefonata tra Joe Biden e Xi Jinping, prevista per oggi, è accompagnata da grande diffidenza: «Noi continuiamo a sperare in una soluzione diplomatica. Appoggiamo ogni tentativo, eventualmente anche quello della Cina. Vedremo se il governo cinese sarà coerente con i principi del diritto internazionale che dice di voler difendere. Ma Pechino finora si è mossa in una direzione opposta, visto che si è rifiutata di condannare l’aggressione russa». Il dipartimento di Stato e il Pentagono sospettano ancora che la Cina possa fornire a Putin le armi per rilanciare la guerra. E allora Blinken ha un messaggio duro anche per Xi Jinping: «Il presidente Biden spiegherà con chiarezza al presidente cinese che ci saranno delle “conseguenze” se dovesse fornire armamenti alla Russia».
17 marzo 2022 (modifica il 17 marzo 2022 | 22:15)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-03-18 00:05:00, L’amministrazione alza il livello dello scontro. A Washington sono convinti che il Cremlino non si fermerà e che la Cina fornirà armi ai russi, Giuseppe Sarcina
Powered by the Echo RSS Plugin by CodeRevolution.