Biden ridimensiona gli aiuti: «Niente missili in grado di colpire Mosca»

Biden ridimensiona gli aiuti: «Niente missili in grado di colpire Mosca»

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di Giuseppe Sarcina

Il presidente frena sui lanciarazzi più potenti, tanto invocati dall’Ucraina. L’uscita lascia stupiti i capi militari e i membri del Congresso. Un leader repubblicano: «Così non va»

DAL CORRISPONDENTE WASHINGTON — Con una breve frase, Joe Biden ha ridimensionato le aspettative di una svolta nella guerra in Ucraina. «Non manderemo all’Ucraina sistemi missilistici che possano colpire il territorio russo». Il presidente americano si è fermato a parlare qualche minuto con i reporter, ieri mattina, di ritorno nello Studio Ovale, dopo il viaggio a Uvalde, in Texas. Quella dichiarazione ha galleggiato nel vuoto per tutta la giornata, senza precisazioni o chiarimenti né da parte della Casa Bianca né del Pentagono.

Così a Washington sono rimaste in campo solo le indiscrezioni, le interpretazioni. Ancora venerdì scorso la Cnn aveva anticipato un’ulteriore mossa del governo Usa: l’invio di batterie di razzi a lungo raggio, i «Multiple Launch Rocket System» (Mlrs). Sono armi che il leader ucraino Volodymyr Zelensky sta chiedendo da settimane agli americani. L’armata putiniana avanza da est verso il Sud del Paese, preceduta da un fitto fuoco di artiglieria pesante. Può essere fermata, dicono a Kiev, solo rispondendo a tono, con missili che consentano di colpire anche a grande distanza. L’analisi è condivisa dai generali del Pentagono, tanto che ieri ci si aspettava che Biden potesse annunciare il via libera alle operazioni di consegna.

Il Congresso

Il presidente Usa, invece, ha frenato bruscamente, facendo sbandare gli alti gradi militari e irritando il fronte bipartisan del Congresso schierato «al cento per cento» con l’Ucraina. Il Senatore repubblicano Lindsay Graham, per esempio, ha commentato acidamente: «Così non va, l’Amministrazione non può trascinare i piedi». C’è, però, anche un’altra lettura, condivisa da buona parte dei media americani. Biden, in realtà, non ha bocciato del tutto l’invio degli «Mlrs»: ha solo voluto precisare che saranno esclusi i missili più potenti, quelli con una gittata fino a 300 chilometri e «che possono colpire in territorio russo». Sarebbe, invece, confermato l’invio di versioni con un raggio di azione fino a 70 chilometri. Vedremo a breve se sarà così.

Resta il problema politico di fondo: come assicurare il massimo sostegno alla resistenza ucraina, senza arrivare allo scontro diretto tra Stati Uniti e Russia. È una questione sorta fin dall’inizio del conflitto, quando Biden si rifiutò di istituire una «no fly zone» sui cieli dell’Ucraina «per evitare la terza guerra mondiale». Ora il dilemma tocca l’artiglieria pesante. L’America, per altro, sta già fornendo gli M777 Howitzer, obici con gittata fino a 40 km. In teoria, qualsiasi arma potrebbe essere usata per colpire nel territorio nemico: semplicemente dipende da dove viene piazzata. Belgorod, per esempio, la cittadina russa che opera da retrovia per le truppe putiniane dista solo una cinquantina di chilometri dal confine. Sarebbe, dunque, alla portata di qualsiasi sistema «Mlrs».

Le accuse russe

Nello stesso tempo, il presidente Usa non vuole mostrarsi «debole» nei confronti di Mosca. Venerdì scorso, subito dopo le rivelazioni della Cnn, il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha accusato l’Occidente (in sostanza gli Usa) di aver dichiarato «guerra totale» alla Russia. Ieri Dmitri Medvedev, vice presidente del Consiglio di sicurezza e stretto consigliere di Putin, ha accolto con favore la frase di Biden, accompagnandola con una minaccia: «Una decisione ragionevole; in caso di attacchi alle nostre città, noi siamo pronti a colpire i centri decisionali criminali, che sono ben lontani da Kiev». Biden, ieri, ha risposto con toni duri nel discorso tenuto nel cimitero di Arlington, in occasione del «Memorial Day», il giorno dell’omaggio ai caduti americani. «In Ucraina sono in gioco i valori della democrazia, messi in pericolo dall’aggressione russa: vale sempre la pena combattere e sacrificarsi per difenderli».

30 maggio 2022 (modifica il 30 maggio 2022 | 23:39)

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, 2022-05-30 22:02:00, Il presidente frena sui lanciarazzi più potenti, tanto invocati dall’Ucraina. L’uscita lascia stupiti i capi militari e i membri del Congresso. Un leader repubblicano: «Così non va», Giuseppe Sarcina

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