Binari e pensiline verdi: così Torino si adatta ai cambiamenti del clima

di Gabriele Guccione

Prati al posto dell’asfalto anche nei parcheggi: i primi 20 progetti

Là dove oggi c’è l’asfalto domani ci sarà l’erba. Per il momento è solo un esperimento, concentrato in una ventina di punti della città, tra binari del tram, pensiline dei mezzi pubblici, parcheggi per le auto e tetti di edifici comunali. Ma un giorno chissà, il ridisegno verde di Torino potrebbe allargarsi a macchia d’olio e toccare, a poco a poco, tutti gli spazi urbani, per renderli a prova di cambiamenti climatici. I prati prenderanno il posto del bitume steso lungo le corsie tranviarie e le coperture delle fermate degli autobus verranno sostituite da fioriere per schermare i raggi solari e aiutare a mitigare le ondate di calore. L’asfalto negli spiazzi destinati ai posteggi delle automobili verrà soppiantato da pavimenti drenanti capaci di assorbire l’acqua dei sempre più frequenti nubifragi e le coperture piatte degli edifici, a cominciare da quelli municipali, ospiteranno arbusti e piante.

I primi lavori per ridisegnare e rendere gli spazi della città a prova di clima che cambia inizieranno in autunno e tra la fine del 2022 e la primavera del 2023 restituiranno ai torinesi 16 fermate degli autobus verdi (in corso Matteotti, via Filadelfia, via Lancia, via San Donato, via Valdellatorre, via Cigna e Via Genova), un lungo tratto di binari del tram 4 in corso Giulio Cesare a prato, la sostituzione di 5 mila metri quadrati di asfalto che oggi copre i parcheggi lungo via Stradella con una «pavimentazione fresca» tra pergolati ombreggianti e aiuole, e il «tetto verde» del padiglione della scuola Spinelli in viale Michelotti. Tutte le «soluzioni sono di carattere sperimentale e permetteranno di attutire gli impatti di eventi climatici intensi come le ondate di calore e i fenomeni di precipitazione intensa. Ma in futuro — si legge nel progetto “Per una città più vivibile” appena approvato dalla giunta Lo Russo su proposta della assessora all’Ambiente Chiara Foglietta — potranno essere utilizzate in modo diffuso sul territorio, per aumentare il benessere dei cittadini e la vivibilità della città».

Il piano stanzia per il momento una somma relativamente piccola, un milione di euro finanziati dai fondi europei. Ma se le opere si riveleranno utili allo scopo di ridurre gli effetti del «clima impazzito» (per colpa delle attività umane, certo), allora quella di sostituire via via ampi pezzi di asfalto o di superfici impermeabili della città potrebbe diventare la prassi, tutte le volte che si aprirà un nuovo cantiere per la manutenzione del suolo o del verde pubblico. «In una città non adeguatamente preparata ai cambiamenti climatici — osservano i tecnici che hanno redatto il progetto — peggiora la qualità della vita e il benessere degli abitanti, diminuisce la fruizione degli spazi pubblici e dei sistemi di trasporto collettivi e la dimensione sociale della città si modifica». Ecco perché gli spazi urbani vanno ridisegnati, tenendo conto non solo della qualità dell’aria, ma anche delle ondate di calore e dei temporali improvvisi «che si abbattono sulla città con intensità sempre più importanti e fenomeni associati come raffiche di vento e grandine, che determinano danni alle coperture, alle infrastrutture temporanee e alle alberature, e allagamenti». Del resto, Torino non scopre nulla di nuovo. Già altre città, come Berlino, Barcellona, Parigi e Varsavia, hanno cominciato a far sferragliare i loro tram su prati verdi, mentre a Utrecht, in Olanda, e nel Regno Unito, da Oxford a Southampton, le fermate degli autobus con i tetti verdi sono già realtà.

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8 maggio 2022 (modifica il 9 maggio 2022 | 14:18)

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, 2022-05-09 12:18:00, Prati al posto dell’asfalto anche nei parcheggi: i primi 20 progetti, Gabriele Guccione

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