di Guido Santevecchi
Il segretario di Stato americano arriver nel fine settimana per rilanciare l’alleanza con il Paese e riaprire l’ambasciata nelle isole Salomone. La mossa per proteggere l’isola di Taiwan
Nel fine settimana atteso a Pechino Antony Blinken, nella prima visita di un segretario di Stato americano dal 2018. E alla vigilia della missione gli Stati Uniti mostrano di voler discutere con gli avversari cinesi da una posizione di forza, con una doppia mossa: il rilancio dell’alleanza militare con le Filippine e la riapertura dell’ambasciata nelle Salomone.
Le Filippine hanno annunciato oggi di aver allargato l’accordo militare con gli americani, aprendo loro altre quattro basi nell’arcipelago. Si tratta di installazioni in zone strategiche del nostro territorio, dice il governo di Manila. Gli analisti sottolineano che l’accesso permette agli strateghi del Pentagono di colmare un vuoto nell’arco di contenimento intorno alla Cina, che attualmente va dalle basi in Sud Corea e Giappone al Nord, fino all’Australia a Sud. Le Filippine erano l’anello mancante, tanto pi importante perch l’arcipelago si trova vicino ai due possibili teatri di scontro tra americani e cinesi: l’isola di Taiwan e il Mar cinese meridionale (che Manila chiama Mare filippino occidentale). Tre delle basi dovrebbero essere nella regione di Luzon, che la pi vicina a Taiwan; la quarta a Palawan, nell’area delle Spratly dove da anni sono segnalate grandi manovre di penetrazione cinesi.
Le Filippine sono il pi vecchio alleato degli Stati Uniti in Asia, dopo essere state una colonia fino al 1946. Ancora negli Anni 80 nell’arcipelago erano stazionati 15 mila militari americani che avevano a completa disposizione le due grandi basi di Clark Field Subic Bay. Nel 1992, dopo la caduta del regime di Marcos, il grosso delle forze americane fu fatto ritirare. Da allora la presenza Usa stata pi leggera e sempre sottoposta a tensioni politiche.
L’accordo annunciato oggi dal nuovo presidente Ferdinand “Bongbong” Marcos Jr, figlio del dittatore deposto, non un ritorno al passato. Le quattro basi non saranno controllate da Washington, ma resteranno sotto sovranit filippina e verranno utilizzate in modo flessibile. Non si tratta di avere delle basi dove concentrare reparti numerosi, ma di poter contare su luoghi dove accumulare rifornimenti e coordinare attivit di sorveglianza delle attivit cinesi, dicono al Pentagono. Sta di fatto che le quattro basi (o luoghi) portano a nove i punti di appoggio che gli americani potranno utilizzare nelle Filippine e amplia notevolmente gli spazi di manovra del Pentagono.
I rapporti tra Washington e Manila sono stati rilanciati, dopo i sei anni della presidenza Duterte, contrassegnati da un equilibrismo ambiguo nei confronti di Pechino e dalla minaccia di cancellare il Visiting Forces Agreement che prevede esercitazioni congiunte su vasta scala e lo Enhanced Defense Cooperation Agreement, che permette agli americani di mantenere equipaggiamento militare e truppe nell’arcipelago. Ricevendo il segretario alla Difesa Usa Lloyd J. Austin III, il presidente Bongbong Marcos ha assicurato che Filippine e Stati Uniti sono partner inseparabili. Austin ha sottolineato che un grande accordo, particolarmente importante in quanto la Cina continua ad avanzare le sue rivendicazioni illegittime nel mar delle Filippine occidentale. Pechino replica che la mossa mina la stabilit nella regione.
2 febbraio 2023 (modifica il 2 febbraio 2023 | 12:05)
© RIPRODUZIONE RISERVATA