Bochicchio, processo estinto. Bocciata la richiesta della vedova: i soldi restano confiscati

di Ilaria Sacchettoni

«Non ho più una lira» aveva detto Arianna Iacomelli. Ma i giudici hanno dato la priorità alle parti civili raggirate. Ora la palla passa al Tribunale civile che dovrà fissare i risarcimenti

Prima le vittime di Massimo Bochicchio. Poi, in subordine, la vedova. I giudici della settima sezione penale bocciano la richiesta di dissequestro del conto corrente di Arianna Iacomelli, moglie del broker rimasto ucciso in un incidente di moto il 19 giugno scorso e, in contemporanea, dichiarano estinto il processo. Il dibattimento si chiude così con una decisione che rassicura le vittime e rinvia ai giudici civili ogni soluzione dei contrasti per l’eredità Bochicchio. No, dunque, alla Iacomelli che, attraverso i suoi avvocati David Leggi e Gianluca Tognozzi, chiedeva di sbloccare il plafond da mezzo milione di euro sul proprio conto («Soldi indispensabili per vivere: non ho più una lira» aveva detto nei giorni scorsi). Quindici giorni di tempo e la decisione sarà motivata ma, intanto, sembra di capire che i giudici abbiano condiviso l’impostazione dei pm Alessandro Di Taranto e Giovanbattista Bertolini contrari al dissequestro e favorevoli a rinviare gli atti al Tribunale civile che dovrà stabilire i risarcimenti alle vittime.

Prevale, per così dire, la linea El Shaarawy che, tra le vittime illustri del broker, aveva scelto di opporsi alla richiesta di dissequestro attraverso il suo avvocato, Cesare Placanica. D’accordo anche l’avvocato di parte civile Roberta Girone che, in aula, s’era chiesta a che titolo la Iacomelli, titolare di dichiarazioni dei redditi «fra i quaranta e i cinquantamila euro annuali» vantasse il diritto di vedersi riconosciuto quel mezzo milione di euro a fronte dei circa 70milioni sequestrati inizialmente dalle procure milanesi e romane. In realtà, bisogna sottolineare, ci sono solo 2milioni di euro in mano agli investigatori. Somma che include una casa a Cortina d’Ampezzo più una cassetta di sicurezza con due orologi destinati ai figli, un paio di gemelli di pregio e i famosi 500mila euro rivendicati dalla moglie.

Sono 38 le vittime costituite parte civile al processo. Fra queste l’allenatore Antonio Conte, il calciatore Patrice Evra, il procuratore sportivo Luca Bascherini, il luminare osteopata Massimiliano Mariani e altri ancora. Si chiude così il processo per abusivismo finanziario e riciclaggio nei confronti del broker e della sua Kidman Asset Management che aveva raccolto investitori in ogni parte del mondo con promesse di guadagni fuori mercato. Un’inchiesta che ipotizza il riciclaggio resta aperta (si attendono le risposte alle rogatorie nei paesi asiatici) mentre una seconda nella quale s’indaga per istigazione al suicidio si propone di far luce sulla sua morte.

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21 settembre 2022 (modifica il 21 settembre 2022 | 07:14)

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