Meloni: 9,5 miliardi in arrivo subito, il deficit al 4,5%, ma ogni altra misura dovrà essere coperta. Via libera a nuove trivelle nell’Adriatico per estrarre gas ROMA — Circa 32 miliardi, tra la fine del 2022 e il 2023-2024, contro il caro energia. Lo ha deciso il governo, che ieri ha approvato la Nota di aggiornamento al Def, cioè la cornice per la prossima manovra di Bilancio. Il tema nevralgico è quello delle risorse. Nove miliardi e mezzo saranno utilizzati la prossima settimana con un nuovo decreto legge Aiuti. Altri 21 miliardi, tutti in deficit, con la legge di Bilancio per il 2023, sempre per mitigare il caro bollette, con un trascinamento di 2,4 miliardi nel 2024. L’«approccio» alla manovra sarà «prudente, realistico e sostenibile», specifica il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, al termine del Consiglio dei ministri. Tanto è vero che ogni misura in aggiunta a quelle contro i rincari dell’energia dovrà essere coperta all’interno dello stesso settore. L’approccio «prudente» è lo stesso indicato dalla premier Giorgia Meloni alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, per rassicurare Bruxelles sulla manovra. Per utilizzare i primi 9,5 miliardi, in pratica il «tesoretto» lasciato in eredità dal governo Draghi, il Consiglio dei ministri ha approvato la relazione con la quale chiede al Parlamento la necessaria variazione di Bilancio: il deficit programmatico è fissato per il 2022 al 5,6% del Pil (dal 5,1% tendenziale); per l’anno prossimo l’obiettivo di deficit è al 4,5%; per il 2024 al 3,7%, con un’ulteriore discesa al 3% nel 2025. Percorso che garantirà anche la riduzione del debito, fino al 141,2% nel 2025. A fronte di queste dinamiche il Prodotto interno lordo per il 2022 è previsto al 3,7% (superiore al 3,3% stimato dal governo Draghi). Uno scenario che consente all’esecutivo di poter appunto contare su circa 9,5 miliardi per finanziare il nuovo decreto Aiuti per famiglie e imprese. Altri 22-23 miliardi saranno «liberati» grazie alla scelta di aumentare il deficit per il 2023 al 4,5% e destinati a finanziare la legge di Bilancio. Tutta la posta, sottolineano Meloni e Giorgetti, sarà utilizzata per fronteggiare la corsa del gas e dell’energia elettrica. La specifica della presidente del Consiglio è seguita da un’ulteriore precisazione di Giorgetti per chiarire che nella manovra 2023 «qualsiasi intervento di natura fiscale e di spesa previdenziale dovrà essere coperto all’interno dello stesso settore di intervento, altrimenti non rispetteremo l’obiettivo che abbiamo dichiarato di mettere tutte le risorse a disposizione» per le misure contro i rincari energetici. In pratica, ogni altra misura non potrà avere come copertura il deficit ma dovrà prevedere tagli di spesa o maggiori entrate fiscali. Risorse arriveranno, anticipa Giorgetti, dalla spending review dei ministeri: 800 milioni nel 2023, 1,2 miliardi nel 2024 e 1,5 miliardi nel 2025. Un taglio «previsto anche dal Pnrr come milestone. Il Mef dà l’esempio assorbendo oltre metà dei risparmi», ricorda il ministro. In materia di energia il Consiglio dei ministri ha inoltre approvato la norma (emendamento al dl Aiuti ter) che consente di aumentare la capacità di estrazione di gas italiano, destinandolo a prezzi calmierati alle aziende energivore. La riunione di Palazzo Chigi ha anche varato il decreto che prevede il riordino delle attribuzioni dei ministeri, in particolare di quelli che hanno cambiato nome, e l’istituzione di nuovi comitati, tra cui quello di coordinamento delle politiche del mare. La prossima settimana il governo incontrerà le parti sociali. Sul tavolo la manovra, comprese pensioni e reddito di cittadinanza. 4 novembre 2022 (modifica il 4 novembre 2022 | 23:32) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-11-04 22:32:00, Meloni: 9,5 miliardi in arrivo subito, il deficit al 4,5%, ma ogni altra misura dovrà essere coperta. Via libera a nuove trivelle nell’Adriatico per estrarre gas, Andrea Ducci