Energia
di Fausta Chiesa22 dic 2022
Rischiano di aumentare le bollette di gas e luce. Il Consiglio di Stato ha infatti accolto il ricorso della multiutility Iren – rappresentata dagli avvocati Eugenio Bruti Liberati, Fausto Caronna e Roberto Bonsignore (Cleary Gottlieb) – contro l’Antitrust e in particolare contro il provvedimento dell’Antitrust che bloccava i rincari di luce e gas anche per i contratti scaduti e da rinnovare. La norma in questione, introdotta con il decreto Aiuti bis ad agosto e in vigore fino al 30 aprile 2023, sospende l’efficacia sia delle clausole contrattuali che consentono alle societ di vendita di modificare il prezzo di fornitura sia dei preavvisi gi inviati alla clientela. L’Autorit garante della concorrenza e del mercato ha ritenuto applicarla anche ai contratti scaduti e ha poi messo nel mirino anche altre aziende energetiche.
La richiesta di Iren
Iren, in particolare, ha chiesto di disporre la sospensione dell’efficacia del provvedimento impugnato nella parte in cui impone ad Iren di sospendere la variazione delle condizioni economiche contrattualmente scadute, sostenendo che la mera sollecita fissazione dell’udienza di merito – senza la sospensione dei provvedimenti gravati, nella parte in cui hanno sospeso l’applicazione degli aggiornamenti di prezzo dopo la loro scadenza contrattuale, imponendo a Iren di darne comunicazione individuale alla propria clientela – non scongiurerebbe i danni gravi e irreparabili che l’esecuzione dei provvedimenti gravati, causerebbe all’odierna appellante.
L’appello
L’appellante – si legge nel dispositivo dei giudici – sosteneva che senza l’aggiornamento dei prezzi nei confronti del cliente si verificherebbe, a causa del costringimento (imposto con il provvedimento impugnato) di fornire al cliente l’energia ai sensi del prezzo fisso del contratto, sotto i costi attuali di approvvigionamento, un danno emergente di entit straordinaria, da essa quantificato in 264 milioni di euro, legato agli acquisti e relativi costi di gas e energia elettrica gi effettuati e oggetto di stipula con Terze Parti di contratti di copertura per rendere tali costi variabili in fissi, minacciando l’equilibrio economico-finanziario della Societ.
L’ordinanza
Il Consiglio di Stato ha ritenuto necessario provvedere a una sospensione del provvedimento impugnato solo nella parte in cui esso investa contratti a tempo determinato o contratti che prevedano una scadenza predeterminata delle condizioni economiche a data precedente il 30 aprile 2023 essendo in questione in tal caso non l’esercizio dello ius variandi ma un rinnovo contrattuale liberamente pattuito dalle parti. Il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza cautelare e sospende in parte il provvedimento impugnato dall’appellante – recante un generalizzato ordine nei suoi confronti di sospendere ogni variazione nei contratti di fornitura – nei sensi e limiti di cui in parte motiva ossia ove riferisce tale ordine, certamente fondato normativamente quando si tratta di variazioni unilaterali, anche a fattispecie di aggiornamento prezzi per rinnovo di contratto scaduto.
Un valore sistemico
L’intervento del Consiglio di Stato ha un rilievo sistemico perch, dopo il provvedimento nei confronti di Iren, l’Autorit Antitrust ne ha adottati analoghi nei confronti di tutte le principali imprese del settore, essendo la prassi di inviare aggiornamenti dei prezzi dopo la loro scadenza contrattuale applicata in tutto il settore. Dato il vertiginoso incremento dei costi di approvvigionamento di gas ed elettricit verificatosi nel corso del 2022, il divieto imposto dall’Autorit avrebbe quindi comportato, non solo per Iren, ma per tutto il comparto dell’energia un obbligo di forniture sottocosto, causando perdite economiche enormi.
Utilitalia: primo passo nella giusta direzione
La delibera odierna del Consiglio di Stato – ha commentato Utilitalia – rappresenta un primo passo nella giusta direzione per chiarire la questione degli aumenti dei prezzi dell’energia previsti alla scadenza dei contratti, bloccati nei giorni scorsi dall’Antitrust. La Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche evidenzia come una questione cos strategica debba essere risolta attraverso una chiara decisione politica e non a colpi di sentenze. Decisione, oltretutto, in linea con il Regolamento europeo in materia di caro energia (Regolamento UE 2022/1854) che prevede che se uno Stato interviene sui prezzi dell’energia, di fatto regolandoli, tenuto a risarcire le imprese. Di certo il costo economico di limiti nazionali ai prezzi retail non pu ricadere esclusivamente sulle imprese del settore energetico, gi alle prese da mesi con costi delle materie prime ai massimi storici.
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