di Federico Fubini
Boris Bondarev, diplomatico russo dimissionario a maggio contro l’invasione dell’Ucraina (ora vive in una localit segreta in Svizzera). All’Ucraina servono pi armi
Boris Bondarev spiega che si dimesso a maggio dal ministero degli Esteri russo, invece che subito dopo i 24 febbraio, per un solo motivo: come diplomatico lavorava alla missione presso le Nazioni Unite a Ginevra e sua moglie doveva tornare a Mosca per recuperare il gatto di famiglia, prima di tagliare i ponti forse per sempre. Fu un’odissea di tre mesi, incluso l’attraversamento a piedi del confine lituano al ritorno. Ma Bondarev sapeva dall’inizio che l’attacco all’Ucraina sarebbe stato un fiasco.
Come lo aveva capito?
Come diplomatico mi occupavo di questioni tecniche legate all’export di tecnologie, sapevo che le sanzioni stavano avendo un impatto sull’esercito russo – spiega Bondarev, che ora vive in una localit segreta in Svizzera – Ma ho anche sentito da colleghi e negli ambienti di governato che le sanzioni venivano aggirate in vari modi. Credo che avvenga ancora.
Aveva segnalato i problemi al suo ministero o al Cremlino?
Il mio compito era negoziare sui regimi multilaterali di controllo delle export sulla base delle istruzioni delle agenzie responsabili e approvate dal Governo. Ero incaricato degli aspetti politici in quest’area. Le agenzie avrebbero dovuto inviare rapporti pi in alto, ma erano restie a dire qualunque cosa potesse scontentare i loro superiori. Ho avuto molti scambi con i colleghi di queste agenzie e per lo pi erano abbattuti e depressi perch tutti sapevano tutto – cio la situazione reale – ma non si faceva nulla. Le verit scomode non risalivano verso l’alto nelle nostre gerarchie burocratiche, non arrivavano al Cremlino. Fa parte di una cultura e di una caratteristica strutturale dell’amministrazione statale in Russia. Le persone competenti si occupano di attuare, di far accadere le cose, ma non decidono. Loro garantiscono il funzionamento della macchina statale: pi si sale nella gerarchia, pi si trovano funzionari incompetenti. Vengono promossi in base al servilismo e all’abilit nel compiacere.
Perch la macchina putiniana funziona cos, secondo lei?
Perch le persone sono nominate in base alla fedelt, non alla competenza. Gli alti funzionari non vogliono avere intorno a s addetti che possano individuare e sollevare problemi o magari esprimere un parere critico su ci che viene fatto. considerato spiacevole e non gradito. Ricordo un mio collega, un compagno di studi: non era molto dotato, ma non perdeva occasione per esaltare qualsiasi cosa il suo ambasciatore dicesse o facesse. Naturalmente, questo ha funzionato molto bene per la sua carriera.
Pensa che l’intero sistema sia cos, in Russia?
cos. La competenza sospetta, perch in qualsiasi momento si pu diventare fastidiosi. La mediocrit viene premiata con le promozioni, perch i mediocri non hanno altro modo di farsi apprezzare dai loro superiori se non compiacendoli in continuazione. un aspetto profondamente radicato nella storia russa, dall’epoca zarista e bolscevica: le persone non vogliono assumersi responsabilit per le proprie azioni, per il proprio comportamento o persino delle proprie idee. Tendono a preferire che gli altri decidano per loro. Cos la verit si perde per strada e, in questa guerra, alle alte sfere non mai arrivato un quadro realistico della debolezza dell’esercito, n al Cremlino o al presidente. Non sapevano quanto l’esercito fosse pieno di tare. Hanno sottovalutato il livello di preparazione alla guerra degli ucraini perch non gli era stato detto niente. Credevano davvero di conquistare l’Ucraina in tre giorni.
Ma allora un sistema cos disfunzionale non ha alcuna possibilit di vincere, giusto?
Sicuramente i mezzi della Russia sono limitati e il tempo non passa a suo favore. Ma la Russia dispone ancora di ampie risorse e queste vengono in gran parte riversate nello sforzo bellico. Putin si sta concentrando su un unico obiettivo: combatte questa guerra fino a portarla a un punto che potr chiamare vittoria. Ha mobilitato tutte le capacit del Paese su questo unico obiettivo e, di fronte a questo, impossibile escludere che la Russia alla fine prevalga. L’Occidente non dovrebbe sottovalutare. Se gli Stati Uniti e l’Europa non forniscono un sostegno pi deciso all’Ucraina, Putin pu ancora vincere.
Cos’ che la preoccupa riguardo aiuti militari e finanziari occidentali all’Ucraina?
Voglio che l’Ucraina vinca questa guerra e che la Russia perda. Non solo perch sarebbe giusto. Sarebbe anche l’unico modo per far cadere il regime di Putin e permettere la costruzione di un sistema diverso e pi aperto in Russia. Ma perch questo accada, l’Occidente deve smettere di fornire armi all’Ucraina con il cucchiaino, poco alla volta. Il Regno Unito sta fornendo 14 carri Challenger, quando ne hanno 220 e sono un’isola: non ne avranno comunque bisogno a breve, a meno che l’Ucraina non sia totalmente sconfitta a causa di questa inerzia degli occidentali. Che ne mandino almeno cento. Anche gli Stati Uniti manderanno i carri Abrams tra troppi mesi e la Germania fornisce troppo poco e troppo tardi. In combattimento servono centinaia di carri armati, altrimenti non faranno alcuna differenza.
Sotto sotto, i governi europei sono profondamente restii a sfidare troppo apertamente la Russia per paura di un’escalation. Non trova?
Si stanno illudendo. Questa esitazione non ha senso. I governi occidentali devono sapere che saranno loro a decidere come finir questa guerra e se Putin rester al potere. Possono far s che perda se riforniranno l’Ucraina come potrebbero. Ma finora non si sono mossi in modo da portare alla sconfitta di Putin. Invece dovrebbero insistere, rapidamente, anche se prevedibile che lui ricorrer di nuovo alle minacce nucleari. Devono scoprire il suo bluff e dare prova forza per fermarlo. l’unico linguaggio che capisce.
Nell’opinione pubblica in Europa molti pensano che Putin possa avere l’Ucraina o almeno parti di essa, cos si tira una riga e si torna alla pace.
Anche questa un’illusione. Continuare ad aggredire nella natura di un regime fascista. Possiamo star certi che il piano iniziale di Putin era di conquistare l’Ucraina nel 2023 per poi annetterla con un referendum e fare lo stesso con la Bielorussia nel 2024, giusto prima delle prossime elezioni presidenziali. Cos avrebbe potuto dire di aver riunificato l’impero. Ma non si fermerebbe a questo. Se vince in Ucraina, pu attaccare il Kazakhstan e forse i baltici. la natura di questi regimi: all’interno del Paese non possono offrire nulla, se non un’espansione aggressiva per far dissimulare il peggioramento della situazione economica. Sicuramente avere un Putin vittorioso ai propri confini sarebbe destabilizzante per tutta l’Europa.
Vuole dire che in questa guerra non solo l’Ucraina che si gioca i suoi assetti futuri, ma tutta l’Europa?
Oggi tutto il mondo sta monitorando attentamente questa guerra. Se si permette a Putin di vincere, il mondo avr un segnale chiaro: l’Occidente un alleato e un partner inaffidabile. Al massimo pu prolungare l’agonia di un Paese e poi abbandonarlo. Non credo sia questo il messaggio che l’Occidente vuole trasmettere a molti Paesi africani e asiatici che attualmente guardano all’Europa o agli Stati Uniti come possibili contrappesi alla crescente influenza cinese. Ma se l’Ucraina andr persa, quei Paesi dovranno ripensare ai loro legami con gli Stati Uniti e l’Europa. Chiss, forse Taiwan un giorno dir “uniamoci alla Cina prima che ci bombardino, perch molto probabile che gli Stati Uniti temano un’escalation ”.
I diplomatici russi percepiscono questa indecisione europea? Quando c’era lei, pensavano che gli europei gente che si fa facilmente intimidire?
Certo, pensano che gli europei sono deboli. Pensano che l’Europa non opporr mai per fermare l’avanzata della Russia. Ma anche i funzionari russi sono lontani dalla realt. Uno mi ha detto: “Se gli americani si oppongono a noi, possiamo lanciare un missile su un quartiere di Washington, e se la faranno sotto”. La propaganda gli ha fatto il lavaggio del cervello.
Lei stato il solo nel corpo diplomatico russo a rifiutare la guerra? Ne ha mai parlato in privato con i suoi colleghi?
Mi sono reso conto che i diplomatici russi pi giovani erano i pi allineati con il Cremlino, mentre i pi anziani e con pi esperienza avevano pi dubbi. Altri diplomatici devono essersi dimessi comunicarlo pubblicamente come ho fatto io.
Lei lavorava nella missione russa all’Onu a Ginevra. Com’era l’atmosfera nelle prime settimane di guerra, prima delle sue dimissioni?
Camminando lungo il corridoio della missione a Ginevra notavo che i colleghi nei loro uffici tenevano le tv accese con la propaganda di Stato a tutto volume. Quelli che conoscevo sapevano anche loro che era tutto sbagliato. Ma cercavano di mostrare lealt. Cercavano di ricevere dalla tiv la linea ufficiale per poi poterla sostenere. In un certo senso, cercavano di indottrinare se stessi. Se ascolti la propaganda di Stato otto ore al giorno, tutti i giorni, puoi sperare che abbia qualche effetto sul tuo cervello.
Ormai anche uscire a fare la spesa deve essere un problema lei. Non pu lavorare, non pu integrarsi in Occidente e non puoi tornare in Russia. Come ci si sente a essere in terra di nessuno?
Ho molto tempo a disposizione, ho accesso a Internet e non muoio di fame. Certo, potrebbe essere molto meglio. Ma non posso lamentarmi.
Centinaia di oligarchi e persino alcuni alti ufficiali dell’esercito devono essere inorriditi da questa guerra, come lei: vedono le loro ricchezze congelate, il futuro dei loro figli compromesso. Possibile che un’intera nazione sia stata presa in ostaggio da un dittatore e da un manipolo di ultranazionalisti al Cremlino?
In tanti hanno molti dubbi sulla guerra e sulla direzione del Paese. Ma la loro mentalit prevede il rifiuto della responsabilit. Penso che una situazione psicologica di questo tipo possa essere molto vicina all’Italia fascista della fine degli anni Trenta e dell’inizio degli anni Quaranta: la gente vede il problema di un’aggressivit senza senso, ma non ha la forza di volont di prendere in mano il proprio futuro e resistere.
Sulla base di ci che lei sa, quale pensa possa essere l’impatto delle attuali sanzioni?
Le sanzioni pi recenti ridurranno la capacit della Russia di ottenere forniture tecnologiche e militari. Ma esse vengono in un certo senso aggirate. Missili russi prodotti nel 2022 includevano persino semiconduttori di produzione statunitense: non esportati direttamente dagli Stati Uniti alla Russia, ma venduti con triangolazioni attraverso Paesi terzi.
Quando lei era un diplomatico attivo, ha mai assistito o ha sentito parlare dell’aggiramento delle sanzioni occidentali relative alle tecnologie di cui si occupava?
Non ho assistito personalmente a nulla di tutto ci, non era il mio lavoro. Ma ho sentito da altri funzionari che questo avveniva attraverso il contrabbando, varie scappatoie o passaggi attraverso Paesi come la Turchia o il Kazakistan.
2 febbraio 2023 (modifica il 2 febbraio 2023 | 08:21)
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