di Paolo Coccorese
Gli «appassionati» sono cinque giovani pronti a tutto per mettersi al volante dei mezzi
opo essere stati richiamati con indosso la divisa Gtt, due settimane fa è scoppiata una discussione che ha diviso gli spotters, i cinque ragazzini «appassionati» di pullman e fermate sospettatati di essersi travestiti da controllori dei biglietti, di aver chiamato la centrale per segnalare dei problemi sulle linee e di essere riusciti a mettersi alla guida di alcuni bus, dopo aver convinto alcuni autisti compiacenti. A confermalo è stato Samuele Bonfanti, uno degli spotters, il figlio di Gabriele, il direttore generale dell’azienda. Lo studente è finito nell’occhio del ciclone per aver caricato sui social una clip che lo ritrae al volante di un mezzo della linea 51. Senza patente, ovviamente. Al culmine di un’escalation di bravate che il gruppo di amici ha iniziato a collezionare dal 2019.
La banda degli «appassionati» non è più unita come una volta. Oggi sembra essersi divisa. Colpa di qualche litigio, come quello scoppiato a metà aprile e raccontato in alcuni messaggi vocali inviati sui cellulari. Ascoltandoli, si scopre che Paolo, uno degli spotters che veste il gilet blu d’ordinanza munito di bande catarifrangenti preso chissà dove, è preoccupato perché il responsabile Gtt che li ha sorpresi sul bus potrebbe sanzionare proprio il flex, il guidatore del pullman del turno «flessibile», con cui sono stati visti parlare. L’autista, intimorito dalle possibili azioni disciplinari, è uno dei lavoratori dell’azienda di corso Turati entranti nella rete del gruppo di ventenni, nerd del trasporto pubblico, guidato da Samuele Bonfanti. Il ventenne cerca di placare gli amici che come lui sognano di diventare manovratori dei tram. E, vestito anche lui in divisa aziendale, registra un messaggio su WhatsApp diretto a un altro autista, dove il solito tono gioioso assume quello di una minaccia. Il dipendente Gtt, che è stato visto con gli spotters, avrebbe consigliato ai colleghi di stare alla larga da loro. Bonfanti junior è molto arrabbiato e si sfoga: «Non puoi dire agli altri di fare occhio a una certa persona — dice il giovane —. Eh amico mio, capisci bene che la voglia di mettertela in quel posto è tanta. Io posso farlo scendere dai flessibili (e quindi demansionare, ndr) in qualsiasi momento. Ho le prove delle cazzate che ha fatto, in alcune foto c’è anche lui, ci sono altri ragazzi “appassionati” che facciamo le cazzate tutti assieme, gli possiamo far perdere il lavoro».
La minaccia di licenziamento è l’arma segreta degli spotters. E stona con le foto caricate sui profili Instagram, dove il figlio del dirigente Gtt si fa ritrarre sorridente con altri due amici, tutti con il gilet aziendale, con in mano la chiave che apre le porte dei bus. Lo strumento, in dotazione agli autisti, è impugnato come una spada. Gli «appassionati», come si chiamano tra di loro, sembrano dei moschettieri. Non hanno paura di nulla. E desiderano tutti mettersi alla guida di un bestione di 18 metri per attraversare la città come fanno i «colleghi» di Gtt. Il loro punto di ritrovo è la piazza davanti la stazione di Porta Susa, dove fanno capolinea molte linee e dove si può facilmente scambiare qualche parola con i flex che attendono la chiamata dalla centrale. Gli «appassionati» sembrano vivere in simbiosi con gli autisti. Parlano lo stesso linguaggio tecnico, riconoscono i mezzi al primo sguardo e mettono sui social le foto delle loro avventure. Uno di loro ha cariato su Instagram lo scatto di un volante con il cruscotto acceso di un mezzo. «Working time», ha aggiunto. Sono al lavoro. Anche se in realtà sono tutti studenti. E una volta, per aiutare i «colleghi», si sono messi a dare le indicazioni a un bus di linea per evitare una manifestazione. Neanche in quel caso, questi strani moschettieri si sono tirati indietro.
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1 maggio 2022 (modifica il 1 maggio 2022 | 09:18)
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, 2022-05-01 11:01:00, Gli «appassionati» sono cinque giovani pronti a tutto per mettersi al volante dei mezzi , Paolo Coccorese