Boris, con un missile mi  ci vorrebbe un minuto Johnson rivela le minacce di Putin. Mosca nega|Zelensky: lOnu si riunisca il 24 febbraio

Boris, con un missile mi ci vorrebbe un minuto Johnson rivela le minacce di Putin. Mosca nega|Zelensky: lOnu si riunisca il 24 febbraio

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Boris Johnson e la minaccia di Putin: Mi disse: “Con un missile mi ci vorrebbe un minuto…”. Cremlino: una menzogna

di Luigi Ippolito

L’ex premier britannico ha raccontato alla Bbc che il commento arrivato durante una telefonata molto lunga, risalente a prima dell’inizio della guerra, in cui il leader russo ha affermato che se avesse voluto avrebbe potuto inviare un missile sul Regno Unito in un minuto

Vladimir Putin minacci Boris Johnson di ucciderlo all’istante. La straordinaria rivelazione stata fatta alla Bbc dall’ex premier britannico, che ha raccontato di una lunga telefonata l’anno scorso col leader russo, nella quale Putin a un certo punto gli disse: Boris, io non voglio farti del male, ma con un missile mi ci vorrebbe solo un minuto.

Johnson ha commentato che dal tono molto rilassato che aveva assunto, da quell’aria di distacco che sembrava avere, si stava solo prendendo gioco dei miei tentativi di indurlo a negoziare. Ma a Londra hanno preso sul serio la sparata e oggi la notizia campeggia sulle prime pagine dei giornali inglesi. La semplice idea che il presidente russo possa aver personalmente minacciato la vita di un primo ministro britannico straordinaria, ha sottolineato l’ex ministro per le Forze Armate, Mark Francois. E un ex ufficiale dell’esercito, il colonnello Richard Kemp, ha aggiunto che Putin ha sempre provato a intimidire i leader stranieri facendo commenti personali e dicendo cose che non ti aspetteresti nella normale diplomazia internazionale. E’ la sua maniera di metterli alla prova, di fargli perdere l’equilibrio e guadagnare un vantaggio. Johnson ha raccontato che quella telefonata con Putin, avvenuta nel febbraio scorso alla vigilia dell’invasione dell’Ucraina, fu molto lunga e particolarmente straordinaria. Lui si comportava in modo molto, molto familiare.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha smentito le affermazioni dell’ex premier britannico Johnson sul fatto che Putin lo avrebbe minacciato personalmente di “un attacco missilistico”: No, quello che ha detto Johnson non vero, pi precisamente, una bugia. Una menzogna.

Il premier britannico cerc in qualche modo di rassicurare il leader russo e dissuaderlo dallo scatenare una guerra. Putin gli chiese: Boris, tu dici che l’Ucraina non entrer nella Nato “a breve”. Cos’ ‘a breve’?; al che Johnson rispose: Beh, non entrer nella Nato per il prevedibile futuro, e tu lo sai molto bene.
Ma allo stesso tempo Boris lanci un chiaro ammonimento: Guarda – disse a Putin – se fai questo sar una catastrofe totale. Significher un massiccio pacchetto di sanzioni occidentali e continueremo a intensificare il nostro sostegno all’Ucraina.

A questo proposito, per, Johnson ha confermato che c’erano differenze di opinione fra gli alleati occidentali, particolarmente da parte dei nostri amici tedeschi, che riguardo alle sanzioni auspicavano una ambiguit creativa. Non lo capivo io stesso – ha raccontato Boris – pensavo che gli si potesse dire che taglieremo il gas e il petrolio russo, che sanzioneremo ciascuno degli oligarchi, e che tutti sarebbero stati con me. Ma Mario Draghi disse: “Guarda, mi dispiace, ma devo semplicemente dirti che non possiamo farlo, non possiamo fare a meno del gas e del petrolio russi”.

Johnson stato il pi fermo sostenitore dell’Ucraina nel campo occidentale fin dal primo minuto: il giorno stesso dell’invasione, dichiar in Parlamento che l’obiettivo finale era fare in modo che la Russia fallisse sul piano politico, economico e in ultima analisi sul piano militare. Una affermazione che allora suscit perplessit anche a Westminster, ma che ora come non mai la linea ufficiale di Londra, sostenuta da polacchi, baltici e nordici: l’obiettivo da perseguire per loro non la pace al pi presto, bens la vittoria dell’Ucraina.

E dunque Johnson, anche dopo aver lasciato Downing Street, ha continuato a intervenire pubblicamente per evitare che il sostegno occidentale a Kiev si sfaldasse e ha spinto per fornire agli ucraini tutti gli armamenti di cui hanno bisogno: la scorsa settimana andato a incontrare Zelensky per appoggiarlo nelle sue richieste e da tempo circola il nome di Boris quale inviato speciale dell’Occidente per l’Ucraina, incaricato proprio di tenere i rapporti col governo di Kiev.

30 gennaio 2023 (modifica il 30 gennaio 2023 | 12:18)

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