di Claudio BozzaL’ex ministra: «Italia viva alleata con Azione? Una strada possibile, ma Carlo ha rapporti altalenanti con gli altri. Ora servono i voti di tutti, non i veti di qualcuno» Maria Elena Boschi, capogruppo di Italia viva alla Camera, chi ha vinto queste Amministrative? «Come numero di sindaci eletti al primo turno ha vinto il centrodestra. Non avevano mai preso tanti sindaci, tutti insieme, al primo turno. Però Salvini e Meloni stanno discutendo, e questo oscura il successo della destra». E chi le ha perse? «Il Movimento 5 Stelle. Conte è un re Mida al contrario: i dati dicono che non porta consenso, lo toglie. Ormai abbiamo più sindaci noi di Italia viva rispetto a loro». Voi renziani esultate per risultati come quelli di Genova, dove vi siete alleati (senza simbolo) con la destra che ha vinto al primo turno con Bucci. Idem a Verona, sempre a destra per Tosi, ma dove non arrivate al ballottaggio. Non crede che questo spostamento a destra abbia ulteriormente danneggiato i vostri consensi? «No. Sono felice per Bucci a Genova, se lo merita, come sono felice per Padova, dove abbiamo vinto con il centrosinistra di Giordani e in molte città vinceremo al ballottaggio. Al Comune si sceglie il sindaco e non l’ideologia. Abbiamo scelto quelli che ritenevano fossero i migliori. Quanto a Italia viva abbiamo eletto sindaci e consiglieri comunali: ci teniamo quelli e lasciamo agli altri i sondaggi». Finora, a partire dalla mossa del cavallo che ha portato Draghi al governo, avete potuto rivendicare di essere decisivi. A primavera, se non prima, ci sarà però la vera prova delle urne. Non temete di sparire? «Tutt’altro. Tutte le volte che si vota, noi andiamo molto meglio del previsto. Per ora ci siamo presentati alle Politiche, in una sola suppletiva, a Roma 2022, e abbiamo preso il 13%. Siamo stati decisivi con il 3% per portare Draghi al posto di Conte: si immagini cosa potremmo fare se prendessimo il 5 o il 10%». Questo grande centro riformista viene accreditato fino al 10%, ma dovreste allearvi con Azione e fare pace con Calenda. È una road map possibile? «È una strada non solo possibile, ma anche doverosa. Perché Calenda sia così altalenante nei rapporti con gli altri deve chiederlo a lui. Certo, non può lamentarsi di quello che Matteo ha fatto per lui. Renzi, infatti, lo ha nominato ministro, viceministro, ambasciatore. Lo ha sostenuto sia per il Parlamento europeo che per Roma. La pace non solo è possibile, ma necessaria: lo hanno capito tutti i numerosi protagonisti del centro riformista. E presto dovrà accettarlo anche Calenda. Tutti insieme con umiltà: servono i voti di tutti, non i veti di qualcuno». Lei ha votato sì ai 5 referendum proposti dalla Lega. Si sente sconfitta? E nella sconfitta si sente più vicina a Matteo Salvini? «Non raggiungere il quorum è sempre una sconfitta. Ma io mi sento vittoriosa. Perché è l’istituito del referendum che ha bisogno di modifiche, come nella nostra riforma costituzionale avevamo proposto. Però non amo l’ipocrisia di chi finge di non vedere che quasi tutti gli ultimi referendum sono falliti, non solo questo. Ci sono sette milioni di italiani che vogliono una giustizia giusta: ripartiamo da loro. Dai cittadini, non da Salvini». Nella prossima legislatura si vede ancora in Parlamento? Si ricandiderà in Alto Adige, come fatto nel 2018 con il Pd? «In questi quattro anni ho cercato di lavorare con impegno per il territorio dove sono stata eletta. Anche ieri ero a Bolzano. In futuro si vedrà». Alle prossime Politiche dovrete trovare per forza un alleato forte, per sperare di rientrare in un Parlamento con 345 posti in meno. «Mi sembra prematuro parlarne adesso. Noi siamo convinti che torneremo in Parlamento e che saremo ancora decisivi come in questa legislatura. Per le modalità e le alleanze parleremo a tempo opportuno». 14 giugno 2022 (modifica il 14 giugno 2022 | 22:52) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-14 20:53:00, L’ex ministra: «Italia viva alleata con Azione? Una strada possibile, ma Carlo ha rapporti altalenanti con gli altri. Ora servono i voti di tutti, non i veti di qualcuno», Claudio Bozza