Breve, ma non tanto, storia della massoneria

Breve, ma non tanto, storia della massoneria

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I disegni massonici della maestra scritti alla lavagna, ci hanno fatto ricordare un vecchio studio sulle Logge e dunque una breve storia sulla Massoneria che proponiamo ai nostri lettori, fidando nella loro pazienza ma nella certezza che potrebbe essere utile per ulteriori approfondimenti magari in classe.  

Tutto ebbe origine dai maestri “comacini” che ottennero dall’imperatore Rotari nel 643 il diritto di es­sere uomini liberi, rispetto ai luoghi (viaggiavano per lavoro), alla categoria e agli apprendisti: nascerebbe dal quel privilegio ottenuto dagli scalpellini del comasco il termine libero muratore, alias free mason, franc-mason, massone.

E se scalpellare era un arte, costruire “ponti” era prerogativa così grande che solo “Uno” ne aveva l’autorità nell’antica Roma: il “Pontifex maximus”, il muratore che edificava il “viadotto” tra il divino e l’umano. 

A Roma nacquero pure i “Collegia”, associa­zioni di “categoria” di mutuo soccorso (quella degli architetti fu la più potente) formati da un numero minimo di tre membri: un magister e due guardiani.

Ma per edificare occorrono gli strumenti, il cui uso solo pochi possono conoscere e a pochi essere insegnato, come la scienza della SQUADRA e del COMPASSO: la perfezione del divino e la misura della coscienza, e pure, rispettivamente il principio generativo della donna e dell’uomo.

“L’uomo deve apprendere l’uso della livella, della squadra e del compasso”, avrebbe detto un seguace di Confucio, al quale si sarebbero poi aggiunte le massime di altri seguaci di altri filosofi, cosicché  tutto il solco lasciato dalla letteratura misterica più antica, dai Caldei al mito greco attraverso i riti Dionisiaci e Pitagorici, è una costante cita­zione e riferimento di modi per apprendere l’arte della perfezione, in cui i simboli e le espressioni sarebbero diretta emanazione di sette risalenti appunto a molti secoli prima di Cristo.

Custodi gelose di questi segreti furono le “gilde” degli architetti, di cui la più antica avrebbe avuto sede dove c’è oggi il Parlamento europeo: a Strasburgo.

Ratisbona tenne invece a battesimo la prima grande “convention” di tutte le logge europee il 25 aprile 1459, quando fu stilato uno statuto e messo a capo della grande confraternita il maestro Erwin, “architetto” della cattedrale di Strasburgo.

L’imperatore Massimiliano I, il 3 ottobre 1497 prese sotto la sua protezione la Confraternita che già nel 1563 contava 72 logge, i cui maestri, nel successivo “congresso” di Basilea, si ridaranno uno statuto, una gerarchia e dei segnali di riconoscimento: nasce così la massoneria speculativa.

Tuttavia intorno al 1700 un gentiluomo inglese, Anderson, avrebbe cercato una legittimazione storica più antica alla massoneria medesima, tanto da farla derivare al tempo della costruzione del tempio di Gerusalemme ad opera di re Salomone: quello delle sentenze (salomoniche appunto) e dell’anello con cui capiva il linguaggio degli animali, appreso pure, con qualche millennio di differenza e con robusti studi, dell’etologo Konrad Lorenz. 

Salomone dunque, deciso a costruire il Tempio, chiese al re di Tiro di mandargli, oltre ai preziosi materiali, anche il suo bravissimo architetto Hiram Abiff. 

Costui divise gli operai in tre grandi squa­dre: gli apprendisti, i compagni e i maestri. Cia­scuna inoltre, con una parola d’ordine segreta e una divisa particolare, sapeva il posto da occupare all’interno dell’immenso cantiere.

Senonché tre apprendisti, che aspiravano a diventare maestri, decisero di strappare i segreti a Hiram, tendendogli un tranello. Il primo con una livella (la precisione), quando il gran maestro si rifiutò di rivelare il segreto, lo colpì alla gola (sede della vita materiale); il secondo con una squadra (la rettitudine) lo colpì al cuore (vita dell’anima); il terzo con un maglio (la volontà) lo colpì in fronte (sede dell’intelligenza).

Hiram Abiff morì dunque per mano di tre balordi, simbo­leggianti ciascuno: la menzogna, l’ignoranza, l’ambizione.

Sembra però, a detta degli “speculativi”, che i massoni templari abbiano fatto confusione con l’assassinio dell’altro grande architetto Erwin che, durante l’inaugurazione della sua cattedrale di Strasburgo, fu ucciso anche lui dai suoi collaboratori.

Nel 1118 Hugo di Payens, fondando l’ordine dei Cavalieri del Tempio, diffonde la leggenda di Hiram in Europa dove trova buon terreno in Inghilterra. 

Qui dalla “Free stone”, pietra particolare per costruzioni particolari, si passa ai “Free Mason”, liberi muratori che uniscono all’arte vera e propria della costruzione quella per l’esoterico e l’occulto, ele­menti introdotti dunque dai seguaci del Payens, sciolti e banditi in seguito dal re Filippo il Bello che ne fece bruciare nel 1313 il gran maestro e confiscarne (il vero obiettivo) gli ingenti beni: la vendetta di questo assassinio e il recupero dell’immagine, cosç atrocemente offuscata, dei templari costituisce uno dei principali miti massonici, almeno di questa massoneria templare.

L’anello intermedio fra le due “società”, templare e speculativa o di architetti e templari, nonché fra “remoto” e “moderno” sarebbe costituito dai Rosa­croce, madre e padre di tutte le sette, che, cam­biando nome alla Confraternita e ispirandosi al mito di Hiram, avrebbero creato in Inghilterra nel 1630 la massoneria. 

Il Rosa-Croce Robert Fludd, con Vaughan e Ashmole, ne avrebbe garantito formalmente il passag­gio definitivo verso il 1650, tanto che nei primi del 1700 ci sarebbero già tracce di club e logge massoni­che, assemblate poi dalla Costituzione del 1723.

È comunque provato che nel 1717 ci fu una riunione congiunta di almeno 4 logge nella taverna londinese “All’oca e al girarrosto” e che nel 1723 se ne contavano circa 25 allorchè venne pubblicata la prima Co­stituzione dalla quale si staccherà nel 1735 il cosiddetto “rito” scozzese.

Dalla Gran Bretagna le regole delle gilde si diffondono prima in Francia, in Germania e poi pure in Italia e a Napoli innanzitutto, il cui capo sarà Raimondo di Sangro. Durante il Risorgimento sembra non ci siano stati buoni rapporti tra massoneria e la patriottica “carboneria”, nella quale se è vero che vi militavano Mazzini e Garibaldi, è altrettanto vero che mai un maestro venerabile come Salvotti (inquisitore del Pellico) vi avrebbe fatto ingresso; e molti furono i massoni che vollero rimanere fedeli agli Asburgo, come il fratello massone Joseph de Mai­stre che ispirò la Santa Alleanza per colpire i moti di libertà borghesi e popolari.

In Francia nel 1773 il duca di Lussemburgo, a seguito di contrasti, diffamazioni e spaccature, fonda il “Grande Oriente di Francia” a cui aderiscono personaggi del calibro di un Voltaire e un Diderot. 

Qual­cuno ha pure insinuato che la grande Rivoluzione bor­ghese, lanciata dall’ Illuminismo e sfociata nel 1789 con la presa della Bastiglia, abbia avuto la sua ge­stazione proprio fra le “libere mura” di queste Logge.

Tuttavia il grimaldello ideale: liberté, fraternité, egalité sarebbero di origine diversa dalle vere pa­role d’ordine massoniche: force, union, salut e an­che: la Nation, la Lois et le Roi.

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