Brunetta: «Io, “nano” contro la violenza di Fascina. “Riposi in pace” da Berlusconi? Si è rotto qualcosa»

Brunetta: «Io, “nano” contro la violenza di Fascina. “Riposi in pace” da Berlusconi? Si è rotto qualcosa»

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Il ministro per la Pubblica amministrazione a In mezz’ora in più, con Lucia Annunziata, parla degli insulti ricevuti dalla compagna di Berlusconi dopo essere uscito da Forza Italia: «Mi sono sentito violentato da quegli attacchi» ROMA — Il primissimo piano della telecamera di «Mezz’ora in più» di Lucia Annunziata su Rai 3 non lascia spazio all’immaginazione. Renato Brunetta non è solo emozionato, è chiaramente scosso: «Da una vita vengo violentato per la mia altezza, anzi per la mia bassezza. Mi dicono tappo, nano… ho sofferto e continuo a soffrire per questo». Quelle parole lancinanti e così esplicite (violentato, tappo, nano) aiutano Lucia Annunziata nelle domande successive, lui non si sottrae. La puntata parte dall’attualità politica, dal suo addio a Forza Italia, dalla clamorosa frattura anche personale con Berlusconi. Annunziata prova a chiedergli se potrebbe prendere in considerazione, per sanare la rottura, una candidatura forte in un collegio sicuro da Berlusconi: «No. Ventotto anni sono tanti ma con lui si è rotto qualcosa. Come gli amori: quando si rompe qualcosa, è finita. Voglio bene a Berlusconi, continuerò a volergliene. Però quando c’è una rottura si parla delle ragioni della rottura. Ma subire invettive personali, anche feroci, da lui e dal suo ambiente… Una quando ha detto di noi che siamo andati via “che riposino in pace” . Io gli ho augurato lunga vita, perché sinceramente gli voglio bene». E qui la politica, il confronto interno a FI, l’addio di Brunetta dopo lunghi anni alla squadra politica berlusconiana, lascia spazio televisivo alla improvvisa e imprevedibile, esplicita, incondizionata ammissione di una ferita esistenziale mai veramente guarita che segue un’altra ammissione umana, quel voler bene a Berlusconi: «Mi dicono tappo, nano, ho sofferto e continuo a soffrire. Ma per fortuna ho le spalle larghe. Per fortuna ho fatto mille cose nella vita». Qui Brunetta guarda negli occhi Lucia Annunziata (che prova a fargli un complimento, «però lei ha gli occhi azzurri», lui ringrazia con un sorriso ma va avanti) e la regia di David Marcotulli segue i suoi gesti: «Sono stato ministro, professore universitario, presidente di commissione parlamentare, ho scritto molto. Di questo sono responsabile, ma non della mia statura». Subito dopo, con un autentico colpo di teatro, si rivolge direttamente a Marta Fascina, la deputata azzurra compagna di Berlusconi che, dopo l’addio di Brunetta, ha postato su Instagram la scritta «Roma non premia i traditori» con la canzone «Il giudice» di Fabrizio de André che contiene un feroce, notissimo passaggio su un giudice molto basso di statura («È una carogna di sicuro/ Perché ha il cuore troppo/Troppo vicino al buco del …»). Brunetta continua a guardare Lucia Annunziata però in realtà parla a Marta Fascina: «Marta… Marta… Ma essere violentato su questo. Non per me, ma per tutte quelle bambine e quei bambini che non hanno la fortuna di essere alti e belli e che possono avere in me un esempio e dire… vedete, Brunetta, però tappo com’è… nano com’è, fa il ministro. Sto usando qui questo termine che mi ha sempre fatto male, lo sdogano qui». Una breve pausa e una conclusione che resterà nelle cronache televisive italiane perché si trasforma in una sorta di seduta psicoanalitica sotto le telecamere: «Marta, Marta Fascina grazie, vai avanti così, perché consentirai di sdoganare anche queste violenze. Perché parlarne vuol dire elaborare… Non mi era mai riuscito di parlare in pubblico così. Mai, mai. Adesso, oggi, ne parlo». Una confessione clamorosa, fortemente emotiva, e insieme (parole di Brunetta) l’elaborazione in diretta televisiva di una pesante sofferenza esistenziale. Il ministro della Pubblica amministrazione sembra essersi tolto un intollerabile peso dalle spalle. E sono in tanti a manifestargli piena solidarietà politicamente trasversale (Giovanni Toti, presidente della Liguria e di Italia Centro, lo definisce «un gigante», e poi Michele Anzaldi di Italia Viva, Osvaldo Napoli di Azione). Ma di questa puntata di «Mezz’ora in più» resterà proprio l’ammissione di una condizione, il suo sdoganamento, la sua rielaborazione. E non è poco. Anzi, è oggettivamente moltissimo. 24 luglio 2022 (modifica il 24 luglio 2022 | 21:58) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-24 19:58:00, Il ministro per la Pubblica amministrazione a In mezz’ora in più, con Lucia Annunziata, parla degli insulti ricevuti dalla compagna di Berlusconi dopo essere uscito da Forza Italia: «Mi sono sentito violentato da quegli attacchi», Paolo Conti

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