di di Parere negativo del numero uno facente funzione sul lavoro del magistrato come procuratore aggiunto a capo del pool affari esteri. Rilevate carenze organizzative e rapporti difficili con i colleghi Statisticamente è da prefisso telefonico la percentuale di magistrati non confermati nei propri incarichi direttivi dal Csm, e comunque mai le perplessità sono arrivate dal parere che il dirigente dell’ufficio deve formulare al Csm tramite il locale Consiglio giudiziario. E invece a Milano accade proprio l’inedito: l’attuale dirigente della Procura di Milano, Riccardo Targetti, esprime parere non positivo su Fabio De Pasquale in valutazione per la riconferma dopo i primi 4 anni nel ruolo di procuratore aggiunto a capo del pool affari esteri. E le carte vengono ricevute dal Consiglio giudiziario proprio nella giornata in cui gli ispettori dell’Ocse, in missione in tribunale a Milano in una serie di audizioni riservate di pm e giudici per monitorare in Italia l’adeguatezza o meno dell’anti-corruzione internazionale, convocano a sorpresa proprio Targetti, «torchiandolo» per mezz’ora sulla denuncia arrivata dall’audizione di De Pasquale: e cioè l’accusa che Targetti, con il recente provvedimento che per riequilibrare i carichi ha attribuito una serie di truffe al pool sinora specializzato in tangenti estere, lo abbia depotenziato, zavorrandolo e contraddicendo l’indicazione Ocse di gruppi specializzati. Il tutto a pochi giorni dalla contesa al Csm, per la nomina del nuovo procuratore di Milano, tra il pg fiorentino Marcello Viola, il procuratore bolognese Giuseppe Amato, e il procuratore aggiunto milanese Maurizio Romanelli. Targetti non sintetizza le sue critiche a De Pasquale nel classico giudizio finale, dal quale argomenta di volersi astenere (lasciandolo al Csm) dopo che De Pasquale di recente «ha messo in dubbio la mia legittimità come procuratore facente funzioni» a seguito del pensionamento di Francesco Greco a novembre 2021 e sino alla propria pensione tra 10 giorni. Lo fa, invece, elencando «circostanze» di cui «è a conoscenza in merito all’attività (o inattività) di De Pasquale», e che prescindono totalmente sia dalle vicende per le quali De Pasquale è indagato a Brescia, sia dalle polemiche intorno ai processi di corruzione internazionale sfociati in assoluzioni. Anzi Targetti gli dà atto che è stato «certamente felice» il suo ruolo di ariete italiano contro le corruzioni internazionali, per «l’esperienza maturata, la competenza mostrata in tanti procedimenti, i rapporti intessuti in tanti Paesi». Inizia però a lamentare che, quando subentrò a De Pasquale alla guida del pool reati economici, «la situazione organizzativa appariva talmente in difficoltà che occorsero molti sforzi, tempo, e l’appello accorato ad un personale sfiduciato e demotivato, per venire a capo delle rilevanti criticità». Nel pool affari esteri creato poi apposta da Greco per De Pasquale, «le assegnazioni e le definizioni sono state incomparabilmente inferiori agli altri gruppi di lavoro», e le energie così drenate e hanno «ancor più impoverito gli altri pool». Molto critico è inoltre Targetti sui rapporti di De Pasquale con i colleghi, «spesso difficili, se non aspri»: al punto che «talvolta si sono innescate tensioni talmente intense che taluno ha preannunciato nei suoi confronti il ricorso a vie legali». Targetti stesso dice di avere «avuto spesso difficoltà a mantenere rapporti distesi» di fronte a risposte «improntate al fastidio e alla sottovalutazione dei problemi». In più informa il Csm che De Pasquale, di fronte alla lettera di 22 pm sugli squilibri di lavoro tra i loro pool e il suo, ha reagito dicendo che, se ci fosse stato un procuratore in carica, avrebbe chiesto «provvedimenti formali» nei confronti dei 22 pm. Frase che per Targetti, «a prescindere dalle intenzioni, non ha certo rasserenato il clima dell’ufficio, essendo apparsa a molti come obliquamente minacciosa, tanto da innescare vivaci proteste». 5 aprile 2022 (modifica il 5 aprile 2022 | 22:27) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-05 20:27:00, Parere negativo del numero uno facente funzione sul lavoro del magistrato come procuratore aggiunto a capo del pool affari esteri. Rilevate carenze organizzative e rapporti difficili con i colleghi, Luigi Ferrarella