Bucci cerca il bis (e c’è il fattore Toti)Il «campo largo»lancia la sfida

Bucci cerca il bis (e c’è il fattore Toti)Il «campo largo»lancia la sfida

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di Cesare Zapperi, inviato a GenovaA Genova con il sindaco il centrodestra, il governatore e Renzi. Dello Strologo per Pd e M5S È una sfida amministrativa, ma al tempo stesso un test politico. Un confronto tra due visioni e modelli di città profondamente diversi, se non opposti. La corsa di un corridore in fuga da tempo con un certo distacco ma che con l’avvicinarsi del traguardo rischia di essere «costretto» al ballottaggio dall’avversario. La vecchia Lanterna domenica punta il suo faro sul Comune, dove la partita è tutta tra il sindaco uscente Marco Bucci (centrodestra con il sostegno di Italia viva e di esponenti di Azione) e Ariel Dello Strologo (sostenuto dal campo largo di centrosinistra: Pd più M5S più Sinistra italiana) anche se vede formalmente in gioco 7 candidati (e 19 liste). Ma quel che succederà a Palazzo Tursi sarà guardato con grande attenzione anche dalla politica nazionale perché dentro il centrodestra si misurerà la forza del polo centrista del governatore Giovanni Toti che scende in campo con una sua lista affiancata alle due civiche del primo cittadino e a quella di Renzi (gli uomini di Calenda sono nelle liste del sindaco ma formalmente si sono autosospesi). Se quell’area riuscirà a conquistare, come ritiene possibile, il 30%, diventerà la forza trainante del centrodestra. Ma torniamo alla sfida per il municipio. Per i genovesi la scelta non è particolarmente complicata. Bucci è il manager privato prestato alla cosa pubblica, l’uomo del fare, indipendente, pragmatico fino alla brutalità (che per gli avversari significa talvolta usare disinvoltamente i propri poteri). La sua parola d’ordine è: infrastrutture. «Abbiamo rimesso in moto una città ferma da 25 anni. Ora dobbiamo portare avanti altre opere, dall’alta velocità alla Gronda allo sviluppo della rete metropolitana». Il sindaco è «l’uomo del Ponte Morandi» (ne è stato il commissario straordinario) e questa è una carta che gioca spesso, anche se dall’altro fronte, lo ha fatto notare soprattutto l’ex premier Giuseppe Conte, gli ricordano che i soldi e le normative ad hoc sono merito del governo Conte I. Bucci fa spallucce, replica che gli avversari sono il «partito del no» e cerca di mettere a profitto sul piano dei consensi (gli ultimi sondaggi lo davano in largo vantaggio con possibile vittoria al primo turno) il lavoro fatto insieme alla notorietà che gli è derivata dalla gestione della ricostruzione. Dello Strologo, avvocato, capo della Comunità ebraica, profilo da riformista, invece, è consapevole di dover colmare la differenza in termini di conoscenza da parte degli elettori. E ancor di più di dover dimostrare che gli errori e i ritardi che hanno portato la sinistra a perdere la roccaforte genovese dopo quasi trent’anni di dominio sono superati (cosa non semplice perché resiste il dualismo tra Andrea Orlando e Roberta Pinotti). «Bucci non ha una visione di città, è fermo agli anni Ottanta. Non pianifica le scelte, pensa solo a gestire i singoli interessi» attacca il candidato del centrosinistra. «Noi vogliamo una Genova inclusiva, una città per i giovani, che ascolta e offre opportunità, che cerca di distribuire la ricchezza anziché lasciarla solo a pochi». Ed è qui che più si coglie la differenza tra i due sfidanti. Bucci replica: «Ma prima di distribuirla, la ricchezza va creata». Dello Strologo ha ricette molto diverse. «I genovesi hanno capito che c’è un altro modello» spiega confermando che l’obiettivo, insperato fino ad un mese fa, è costringere Bucci al ballottaggio perché poi inizierà un’altra partita. C’è poi il piano politico. Nel centrodestra, la partita è quella cara a Toti. Ricordato il successo della sua lista alle Regionali del 2020 (24%) , il governatore auspica un buon risultato delle liste civiche moderate perché l’insieme arrivi a rappresentare la maggioranza nel centrodestra. Il «modello Genova» sarebbe così « una strada antitetica a quelle seguite a Roma e Milano lo scorso anno, dove coalizioni chiuse e candidati marcatamente old style nella collocazione a destra hanno portato alla disfatta della coalizione». Sull’altro versante, è un test per la tenuta del campo largo caro a Enrico Letta che alle Regionali non aveva sfondato. Il Pd è dato in risalita, ma il M5S potrebbe pagare dazio. E la somma non risultare gratificante. 9 giugno 2022 (modifica il 9 giugno 2022 | 21:46) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-09 19:46:00, A Genova con il sindaco il centrodestra, il governatore e Renzi. Dello Strologo per Pd e M5S, Cesare Zapperi, inviato a Genova

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