“Buona scuola con docenti impreparati e che non sanno utilizzare un pc?” Lo sfogo di una Dirigente contro i politici: “Spero cadano le mani a chi vi rivota. Incoscienti!”

“Buona scuola con docenti impreparati e che non sanno utilizzare un pc?” Lo sfogo di una Dirigente contro i politici: “Spero cadano le mani a chi vi rivota. Incoscienti!”

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“Povera scuola. Spero che cadano le mani a chi vi rivota. Incoscienti!”. Non va per il sottile Maria De Biase, dirigente scolastica di una scuola del Cilento, in Campania.

In un post al fulmicotone, vergato sul suo profilo Facebook, la preside, non nuova a iniziative forti, tutte ispirate a un amore sviscerato per la scuola e per gli apprendimenti degli alunni, si rivolge ai politici con parole durissime: Avete tagliato, senza pietà, l’ organico docenti – scrive la preside De Biase – prevedendo, per il nuovo anno scolastico, inefficienti pluriclassi, in presenza di numerosi alunni con sostegno ed altri in gravi difficoltà”. E ancora: “Avete tagliato gli amministrativi e non riusciamo a garantire nemmeno l’ordinario. Incoscienti”. Ne ha anche in merito ai tagli sui collaboratori scolastici. “Avete tagliato drasticamente il numero dei collaboratori scolastici – precisa – mettendo a rischio l’apertura, a settembre, di qualche plesso. Tra l’ altro, molti nostri collaboratori usufruiscono della Legge 104, altri hanno mansioni ridotte”. La preside avrebbe redatto e pubblicato il suo J’accuse come estrema ratio dopo aver fatto di tutto ottenere ciò di cui ha bisogno per la scuola: “Ho telefonato, scritto, spiegato….chiesto l’elemosina della comprensione”, sottolinea. “Nulla da fare. Sono una dirigente del Ministero e devo gestire la scuola, al meglio, con le risorse umane che ho a disposizione”. Poi l’affondo finale, con l’augurio peggiore per chi si dovesse ricandidare alle prossime, imminenti elezioni: “Intanto i vitalizi ve li siete garantiti. Povera scuola. Spero che cadano le mani a chi vi rivota”.

Maria De Biase è una dirigente scolastica di una scuola del Cilento e non si può dire che non abbia le idee chiare e che tema di dire quello che pensa, scrivevamo tempo fa su questo giornale in un articolo. “Ha fatto della sua scuola un esempio di come l’offerta formativa possa essere al servizio di una società più sana e responsabile nei confronti dell’ambiente. Ha introdotto l’orto sinergico, il laboratorio di riparazione e recupero delle tradizioni locali, il compostaggio e l’eco-merenda( pane ed olio preparato a scuola), la sua scuola raccoglie l’olio usato per farne sapone: per questi suoi progetti ha vinto nel 2013 a Torino il premio Agri Civic Awards e più avanti il premio Cittadino Europeo 2014, direttamente dall’Europarlamento. Si dichiara un dirigente “terra terra” e ha espresso, a suo tempo, la sua idea la sua idea della riforma Renzi in un’intervista a Retenews24.

Ora prende posizione contro la politica e i politici. Ma ha le idee chiare anche sui docenti, non sempre, a suo dire, all’altezza del compito. “La riforma – spiegava a commento della Buona Scuola – ha perso un’occasione, diceva, non dando molto spazio alla formazione dei docenti, che spesso sono “infingardi, fannulloni, incapaci e incompetenti” e chiede “Perché ci fa tanta paura l’idea che chi è incapace deve cambiare mestiere?” E ancora: “Come faccio a fare la buona scuola se i docenti che ho a disposizione non sono preparati, non sanno utilizzare un pc, si rifiutano di frequentare i corsi di formazione? Quale buona scuola se un nutrito gruppo di docenti si ammala proprio nei giorni più lunghi e difficili, mandando allo sbaraglio le classi? Cosa faccio con i prof che ammettono senza vergogna che non sopportano gli alunni, li definiscono soggetti, elementi, non li chiamano mai per nome, perché non si meritano tanta confidenza? Se poi mi si dà timidamente l’opportunità di sceglierne qualcuno valido tutti addosso al preside, che diviene padrone, sceriffo, sindaco”.

Ammette che i docenti guadagnano poco ma “è vero anche che sono gli unici lavoratori (esclusi i docenti impegnati negli esami di maturità) che godono di 60 giorni di vacanze estive. Un tabù impronunciabile. Perché non destinare la metà di questi giorni alla formazione obbligatoria? Altro che bonus. Per un mese tutti a scuola, nelle università, nei centri accreditati a studiare, a rivedere il proprio modo di essere docenti, a ripensare al proprio lavoro, dirigenti compresi. Alcuni hanno idee e principi gentiliani e giurassici che pretendono di applicare nella scuola di oggi. E gli standard europei? E i nuovi saperi?”

La preside De Biase insiste molto sulla formazione: “Ritengo che la maggior parte dei docenti sia molto carente dal punto di vista della formazione iniziale e con gli anni la loro formazione diviene inesistente. Sono dei vecchi impiegati, stanchi, rabbiosi e depressi. Si diventa docente con sacrifici enormi, a volte con decenni di precariato. Questo sacralizza i docenti e li rende immuni da ogni critica. Hanno faticato tanto e ora guai a chi li tocca. Molti docenti entrano a vent’anni nella scuola con la solita gavetta e per 40 pretendono di continuare a fare scuola senza aggiornarsi, molti di loro si rifiutano anche di leggere un articolo, una riflessione, una rivista di settore, facendo danni enormi, sentendosi intoccabili. In questi mesi si è parlato tanto di scuola e il dibattito si è incentrato soprattutto sui diritti dei docenti, ma gli alunni? Sono soggetti di minor diritto? O hanno bisogno di docenti attenti solidi, preparati, sereni, felici di occuparsi di loro?”

E i suoi colleghi dirigenti? “Dopo anni di docenza arrivano a ricoprire un ruolo che, spesso, non sanno gestire, tendono a garantire solo la gestione ordinari”. “Un aspetto positivo nella riforma di Renzi? “Le assunzioni. Ma anche il bonus di 500 euro per la formazione dei docenti, anche se è poca cosa. Non sono d’accordo con le agevolazioni fiscali in favore delle famiglie che iscriveranno i figli nelle scuole paritarie e le donazioni liberali a favore del sistema pubblico. Non ho apprezzato che non sia stato rivisto l’insegnamento della religione cattolica”. Ora l’affondo contro la politica che a suo dire e a dire di molti avrebbe trascurato per troppo tempo la scuola e i suoi bisogni.

, 2022-07-27 07:50:00, “Povera scuola. Spero che cadano le mani a chi vi rivota. Incoscienti!”. Non va per il sottile Maria De Biase, dirigente scolastica di una scuola del Cilento, in Campania.
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