Buste paga più alte per insegnanti, obbligo scolastico a 18 anni e rafforzare istruzione tecnica e professionale. Le priorità per Bonaccini (PD)

Buste paga più alte per insegnanti, obbligo scolastico a 18 anni e rafforzare istruzione tecnica e professionale. Le priorità per Bonaccini (PD)

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“Vogliamo che i nidi e le scuole dell’infanzia diventino servizi universalistici e gratuiti per tutte le bambine i bambini. Serve più tempo scuola, non i tagli che la destra ha previsto da qui al 2025 non appena si è insediata al governo. Con la scusa della denatalità e del calo del numero degli studenti, il governo sta tagliando le autonomie scolastiche e gli organici, costringendo a un ulteriore sovraffollamento le classi nelle città e alla chiusura di altre scuole nelle aree interne e montane. Su questo faremo una battaglia durissima perché le risorse della scuola devono restare alla scuola: per migliorare la qualità dell’offerta formativa e per alzare le buste paghe di tutti gli insegnanti”

Lo dice, nel suo intervento conclusivo all’evento ‘Energia Popolare, il candidato del Pd Stefano Bonaccini.

In un Paese “inceppato”,  prosegue Bonaccini, la scuola “deve tornare ad essere un ascensore sociale che assicura a tutti pari opportunità per non rendere la povertà una malattia ereditaria e la ricchezza un privilegio dinastico“.

Per questo dobbiamo compiere alcune scelte “forti di sistema: innalzare l’obbligo scolastico ai 18 anni, rafforzare l’istruzione e tecnica e quella professionale, garantire a tutte e tutti il diritto allo studio e potenziare l’orientamento perché anche le ragazze accedano in modo paritario alle materie scientifiche e matematiche” conclude Bonaccini.

E ancora: “Per me va tolto il numero chiuso ai test d’ingresso di medicina. Mentre dovremmo invece investire nella sanità territoriale, recuperare le liste d’attesa, aumentare gli stipendi e sostenere chi opera nei servizi più delicati e faticosi, come l’emergenza urgenza. Non riusciamo a trovare un numero di infermieri adeguato ai posti che mettiamo a concorso, nonostante siano a tempo indeterminati. Vanno premiati, non possiamo chiamarli eroi solo quando mettono a disposizione la loro vita per salvare la nostra“, aggiunge.

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