Caldaia ad idrogeno, nasce in un istituto della scuola pubblica italiana: il Meucci di Carpi (MO). La Dirigente: primo passo concreto verso la riconversione dellenergia

Caldaia ad idrogeno, nasce in un istituto della scuola pubblica italiana: il Meucci di Carpi (MO). La Dirigente: primo passo concreto verso la riconversione dellenergia

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Nasce la prima caldaia completamente a idrogeno d’Europa. Nasce in Italia. E nasce in un istituto della scuola pubblica. Lo straordinario successo, che imprime una svolta, simbolica e pratica al contempo, è il frutto della sinergia tra vari soggetti, ma vede come protagonista l’Istituto Superiore Meucci di Carpi, in provincia di Modena, diretto dalla Ds Viviana Valentini. È qui che venerdì 20 gennaio 2023 sarà messo in funzione il primo sistema di riscaldamento di un edificio scolastico alimentato ad idrogeno verde, prodotto da pannelli fotovoltaici.

L’impianto, un vero apripista nella svolta green destinata a rivoluzionare le centrali termiche delle nostre scuole, era inserito nel bando energia della Provincia di Modena aggiudicato da Coopservice di Reggio Emilia, e ha previsto la realizzazione di un sistema di generazione del calore costituito da una caldaia alimentata a gas idrogeno prodotto sul posto tramite un impianto fotovoltaico posto sulla copertura della palestra del Meucci, che alimenta una serie di elettrolizzatori a celle elettrolitiche. L’intero impianto, a impatto zero, permetterà di ridurre in un anno le emissioni di CO2 in atmosfera di 717 tonnellate, equivalenti a quanto assorbito da 145 ettari di bosco, cioè la superficie di 25 campi da calcio. L’intervento rientra nelle Linee guida imposte dalla Commissione europea nella strategia per l’idrogeno. Si tratta di un piano, rivolto agli Stati membri, che prevede un rilancio costante della filiera in modo che si possa giungere, entro il 2050, alla produzione strutturale di idrogeno da fonti rinnovabili.

L’esperienza del Meucci, destinata ad attrarre l’attenzione di tutte le scuole d’Italia e delle amministrazioni pubbliche proprietarie degli rispettivi plessi, è, almeno nel Modenese, patria di innovazioni sempre all’avanguardia, è solo la punta di un iceberg sommerso ma pronto ad affiorare in superficie. In effetti, il bando per i servizi energetici della Provincia di Modena, del valore di ben 25 milioni di euro, riguarda 90 edifici della scuola secondaria di primo e secondo grado, tutte di proprietà della Provincia.

Per il Presidente di quest’ultima, Gian Domenico Tomei «si tratta del primo passo concreto nel nostro territorio verso la riconversione dell’energia negli edifici pubblici. Abbiamo intuito alcuni anni fa che la riconversione energetica sarebbe stata un’esigenza per tutti, oggi siamo gli apripista in Italia nel riscaldamento a idrogeno delle scuole. Il fatto poi – sottolinea Tomei – che l’energia necessaria alla produzione di idrogeno, venga prodotta da un impianto fotovoltaico, rende il progetto pienamente sostenibile». L’entrata in esercizio dell’impianto è l’ultima fase di un complesso ma entusiasmante iter portato in stretta collaborazione tra Coopservice, Artea e i tecnici della Provincia.

Per Tomei «questo bando rappresenta la ferma volontà di avviare una vera e propria rivoluzione verde nel consumo energetico dei nostri edifici. Con questo bando, tutti gli istituti scolastici superiori saranno più ecosostenibili, meglio riscaldati e soprattutto meno impattanti per l’ambiente. La scuola sta vivendo una grande emergenza – prosegue Tomei – e ogni giorno lavoriamo per rendere migliori i nostri istituti, adattandoli alle norme di sicurezza, sia strutturali che sanitarie. Sulle scuole di Carpi stiamo investendo risorse importanti per garantire tutti gli spazi necessari per gli istituti in costante crescita ma anche il confort e le strutture didattiche all’altezza delle esigenze delle scuole. Siamo consapevoli, tuttavia, che questo nell’immediato non è sufficiente ed abbiamo avviato con il Comune un confronto per individuare nuovi spazi da mettere a disposizione già dal prossimo anno scolastico. Da tempo avevamo in programma l’ampliamento del polo e ora che le risorse sono arrivate possiamo partire. Complessivamente a Carpi abbiamo in programmazione investimenti per manutenzioni e ristrutturazioni per oltre quattro milioni di euro, grazie anche alle risorse del Pnrr».

La provincia di Modena, si diceva, è sempre all’avanguardia sul tema della ricerca e delle applicazioni pratiche della medesima. Presso il Liceo Scientifico Fanti, sempre a Carpi, è in funzione già dal 2006 un impianto di riscaldamento. «E’ un sistema innovativo che coniuga risparmio energetico ed efficienza  – commentava allora l’assessore provinciale Egidio Pagani – e ci pone all’avanguardia: è infatti il primo impianto di questo tipo nel territorio modenese e uno dei pochissimi in Italia». L’impianto è costituito da 12 pozzi profondi un centinaio di metri nei quali una pompa farà circolare acqua che si scalderà a contatto con il calore naturale del terreno e potrà garantire la copertura dell’80 per cento del fabbisogno di riscaldamento.

Ma è l’intero territorio modenese a fare da apripista e a distinguersi su larga scala nella svolta green. Nell’area ben conosciuta delle ceramiche e delle piastrelle della vicina Sassuolo, la Iris Ceramica Group sarà la prima a livello mondiale ad alimentarsi completamente a idrogeno. Poco più in là, lungo l’autostrada che porta verso Trento, precisamente a Campogalliano, la società Autostrada del Brennero realizzerà un impianto per il rifornimento dedicato ai per a idrogeno. L’amministrazione provinciale dovrebbe al contempo, e intanto, sorvegliare un po’ di più la manutenzione delle attuali centrali termiche tradizionali di cui sono dotate i tanti plessi di sua proprietà e date in appalto non certo alle singole scuole che possono fare poco. È cosa nota infatti che spesso in inverno le temperature nelle aule sono molto alte, molti alunni lamentano il caldo eccessivo, tanto che alcuni di loro stanno in maglietta e le finestre di molte scuole sono visibilmente aperte. Uno spreco, secondo tante testimonianze, che si potrebbe evitare in attesa di un futuro tanto promettente, tanto più che ai cittadini privati si chiede in questo periodo di crisi energetica di stare in casa a 19 gradi.

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