Calderoli: Autonomia differenziata e poi le risorse per i Lep

Calderoli: Autonomia differenziata e poi le risorse per i Lep

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autonomia differenziata
Roberto Calderoli (Lega), ministro per gli affari regionali e le autonomie

Il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, in un’intervista alla “Stampa” ha detto che relativamente all’autonomia differenziata, “il patto nella maggioranza è che la legge venga approvata e che non venga trasferita nessuna funzione prima che siano definiti i Lep e i relativi costi e fabbisogni standard. 

La garanzia delle risorse per i Lep è nella Costituzione: lo Stato, indipendentemente da chi è al governo, è tenuto a finanziare quel livello essenziale di prestazione e di servizio”. 

Ma cosa sono i Lep? Sono i Livelli Essenziali delle Prestazioni e dei servizi che devono essere garantiti in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. Questo perché riguardano diritti civili e sociali da tutelare per tutti i cittadini. Tuttavia sono ancora molti i settori in cui i Lep devono essere definiti, dai servizi sociali al trasporto locale. Ciò rappresenta una questione istituzionale importante, perché significa che il dettato costituzionale resta inattuato su un punto dirimente. Il motivo, come approfondiremo, è che dalla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni consegue necessariamente un aggravio di spesa per le casse dello stato.

Infatti il ministro ha sottolineato: sull’eventualità di una mancanza di risorse per finanziarli, “nei momenti di difficoltà si stringerà la cinghia. I Lep li stiamo definendo ora per la prima volta in modo organico e fino ad oggi nessuno aveva sollevato il problema. Quest’anno è stato fatto un taglio lineare a livello di ministeri, regioni, province, ed è chiaro che questo inciderà. Ma ci sarà sempre un momento congiunturale negativo e allora tutti stringeranno la cinghia, dalle regioni con l’autonomia a quelle senza”.

E se una regione non dovesse rispettare i Lep, spiega, lo Stato potrà revocare l’autonomia concessa: “Ci sarà un monitoraggio da parte dello Stato. La richiesta di revoca può arrivare dal governo, dallo stesso consiglio regionale o dal Parlamento, con un voto a maggioranza assoluta. Qualora la conferenza unificata Stato-Regioni stabilisse un mancato rispetto dei patti, prima viene fatto un richiamo alla Regione interessata, poi lo Stato può sostituirsi all’organo regionale e in ultima istanza revocare l’intesa”.

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