Caldo e siccità, il Po torna in allarme rosso: «In secca come fosse estate». E il cuneo salino è a 20 km (e dovrebbe essere zero)

Caldo e siccità, il Po torna in allarme rosso: «In secca come fosse estate». E il cuneo salino è a 20 km (e dovrebbe essere zero)

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di Alfio Sciacca

Coldiretti e l’Autorità Distrettuale del Po. «Il livello del fiume a – 2,3 metri rispetto al suo livello normale». Grande preoccupazione anche in Calabria: si rischia di restare senz’acqua

Forse suscita meno clamore perché siamo in autunno, ma il dato è oggettivamente più allarmante rispetto a qualche mese fa. Il Po soffre come se fossimo in estate e la portata del fiume continua ad essere pericolosamente bassa. Secondo la Coldiretti il corso d’acqua si è abbassato a – 2,3 metri rispetto allo zero idrometrico (che in pratica è il suo livello normale). Come se fossimo in piena estate. Il dato è riferito in particolare alla stazione di Ponte della Becca, in provincia di Pavia. «Il grande fiume che al ponte della Becca alla confluenza del Ticino si presenta con le rive ridotte a spiagge — spiega Coldiretti—, è fondamentale per l’ecosistema della pianura padana dove si concentra il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento».

Ma lungo tutto il corso del fiume i livelli sono decisamente molto più bassi a quelli che si dovrebbero registrare in questo periodo dell’anno. E questo in tutte le stazioni di rilevamento: dal Ponte della Becca a Pavia, a Cremona, a Boretto (Reggio Emilia) a Portella Lagoscuro (Ferrara). Come conferma anche Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità Distrettuale del Po. «La portata del fiume è notevolmente al di sotto del suo livello. C’è un deficit idrologico molto serio lungo tutto il corso del fiume — afferma—. La situazione è drammatica, anche in considerazione del fatto che non si stanno facendo, o sono pochi, i prelievi per uso irriguo». Tutto è dovuto non solo alle temperature al di sopra delle medie «ma soprattutto al fatto che non piove ormai da mesi».

In conseguenza della bassa portata de fiume anche il cuneo salino (la risalita delle acque del mare lungo il corso del fiume) è a livelli che in genere si potrebbero tollerare solo in estate. «Attualmente è a circa 20 chilometri, quando invece in questo periodo dovrebbe quasi azzerarsi. Si pensi che in estate è arrivato a 40 chilometri». Per questo la conclusione di Berselli suona come un campanello dall’allarme: «Se per il perdurare della siccità e delle basse temperature dovesse essere necessario tornare a prelevare acqua dal Po per irrigare le colture, ci troveremmo esattamente nella stessa situazione di agosto».

Ma quello della Coldiretti è un allarme generalizzato. «Tra i grandi laghi del Nord il Garda è pieno solo al 23%, l’Iseo al 26% mentre resistono il Maggiore con il 56% e il Como che è riuscito a risalire fino al 72%. A preoccupare è poi la siccità nel Nord Est del Paese: dal Friuli Venezia Giulia al Veneto dove si sorvegliano sia i livelli di falde e fiumi e quelli delle riserve idriche regionali. Al Sud la situazione più pesante in Calabria dove il volume residuo degli invasi silani è in grado di soddisfare i bisogni idrici della città di Crotone e Rocca di Neto per soli 21 giorni, secondo il Dipartimento territorio della Regione».

A fotografa la grave situazione del Po e la grave carenza idrica in alcune regioni anche l’Anbi (l’Associazione dei consorzi di gestione delle acque irrigue) che però segnala (forse unico dato incoraggiante) dei miglioramenti al Nord Ovest dove finalmente cominciano ad arrivare le prime piogge. «Non è grave solo la condizione del fiume Po. La situazione addirittura si aggrava, scendendo in Centro Italia, dove il Sud della Toscana, l’Umbria, il Nord del Lazio (Tuscia e Reatino) così come la provincia di Frosinone ed il Sud delle Marche soffrono ancora per la carenza idrica, tanto che la competente Autorità di bacino distrettuale le definisce a “siccità severa”».

«C’è da preoccuparsi anche per la ricarica della falda e per la prossima stagione irrigua — commenta Francesco Vincenzi, Presidente di Anbi—. In Toscana tutti i fiumi sono in forte calo di portata ad eccezione dell’Arno. In Umbria è critica perfino la condizione delle sorgenti, alla cui portata complessiva mancano 455 litri al secondo rispetto al fabbisogno medio del territorio; è in leggera decrescita la portata nell’alto corso del Tevere, mentre il livello del lago Trasimeno (-m.1,55) resta abbondantemente sotto la soglia di criticità (-m. 1,20). Calano anche i livelli dei laghi di Bracciano e Nemi nel Lazio, così come la portata del fiume Aniene, mentre cresce leggermente quella del Tevere e del Sacco. In Abruzzo è pressoché “a secco” il bacino di Penne». Anche per Anbi la situazione più drammatica si registra in Calabria: «Qui fiumi e laghi sono in grande sofferenza soprattutto nella Sila, dove la pioggia latita dalla scorsa estate; non va meglio nelle città capoluogo, il cui deficit pluviometrico va dai 150 millimetri di Reggio Calabria agli oltre 400 millimetri di Vibo Valentia e Crotone, nella cui provincia sono forti le preoccupazioni sia per gli usi idropotabili che per l’irrigazione delle produzioni orticole stagionali».

La prima conseguenza della perdurante siccità è appunto per l’agricoltura. «In difficoltà — dice la Coldiretti— tutte le colture in campo con gli imprenditori agricoli costretti addirittura ad irrigazioni di soccorso per non compromettere le coltivazioni. Il caldo sta anche provocando l’allungamento della fase vegetativa delle piante con il rischio di far ripartire le fioriture, con il pericolo di esporle ai danni di un prevedibile successivo abbassamento delle temperature e la conseguente diminuzione del potenziale produttivo delle coltivazioni».

27 ottobre 2022 (modifica il 27 ottobre 2022 | 16:00)

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