Calenda aspetta sul patto col Pd. Carfagna e Gelmini sono per il no

Calenda aspetta sul patto col Pd. Carfagna e Gelmini sono per il no

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di Maria Teresa Meli

Gli ex azzurri in pressing: «Un’alleanza ci farebbe perdere i voti dei delusi da FI». Per il Nazareno (che tratta con +Europa di Bonino) invece sarebbe quasi fatta

I sondaggi che arrivano a getto continuo sulle scrivanie dei leader del centrosinistra che sarà (se sarà) danno tutti lo stesso identico risultato: il 40% degli italiani non sa cosa votare. «Il nostro compito — ha spiegato nei giorni scorsi Carlo Calenda — è conquistare quell’area».

Del resto, questo è il progetto del leader di Azione sin dall’inizio. Ma ci riuscirà se invece di tentare l’avventura in solitaria dirà di sì a Enrico Letta? È la domanda che gli stanno facendo in molti. E ogni suo interlocutore ricava un’impressione diversa. C’è chi l’altro ieri ci ha parlato ed è pronto a scommettere che Calenda andrà da solo e chi ha avuto un colloquio con lui il giorno dopo e ha capito l’esatto contrario. Anche Matteo Renzi non ha compreso le reali intenzioni del leader di Azione. L’ex premier ha proposto a Calenda di andare alle elezioni con due liste alleate, ma sospetta che «alla fine Carlo andrà con il Partito democratico». In quel caso Renzi correrà da solo: «Prenderemo i voti che Calenda inevitabilmente perderà e venderemo cara la pelle. Io mi presenterò nel collegio di Fratoianni, qualunque sia», ha annunciato ieri ai suoi.

Il leader di Azione intanto deve affrontare l’offensiva degli esponenti di Forza Italia che hanno deciso di candidarsi con lui. Andrea Cangini ha già detto la sua pubblicamente: «Dobbiamo costruire un polo liberale, pragmatico, realista e inequivocabilmente ancorato all’Europa, alla Nato e ai valori dell’Occidente». Insomma, Cangini non vorrebbe l’alleanza con il Pd. Ragionano come lui anche altri esponenti ex di FI. Mariastella Gelmini e Mara Carfagna giovedì sera hanno avuto una lunghissima riunione (è durata fino a tarda sera) con Calenda e gli altri dirigenti di Azione.



Le due ministre hanno suggerito al leader di non allearsi al Pd
: «Solo così potrai prendere i voti del centrodestra e quelli degli astenuti», è stato il loro ragionamento. Ma nel corso della discussione Carfagna si è ammorbidita e alla fine ha ammesso: «Capisco che l’attuale legge elettorale ci possa costringere alle alleanze…». Gelmini invece ha tenuto il punto: «Carlo, dobbiamo portare avanti una chiara linea di centro. E poi, ti dico la verità, io in Lombardia avrei problemi a far accettare un’alleanza con il Partito democratico. E questo significa rinunciare a dei voti». Insomma, il rischio evocato da Gelmini è che alla fine Azione venga penalizzata dalla scelta della coalizione con il centrosinistra. Contrario all’alleanza nel nome del «garantismo» Enrico Costa. Ma alla fine tutti accetteranno la decisione di Calenda.

Alla riunione non era presente Renato Brunetta. Dicono che stia trattando con Emma Bonino, ma comunque il leader di Azione non gli ha aperto le porte e dicono che nemmeno +Europa lo farà. Dopo l’incontro, Calenda si è preso altro tempo per decidere, anche se prima di andare via ha voluto sottolineare che «in un momento come questo, mentre degli anti europeisti incompetenti rischiano di prendere la guida del Paese non possiamo pensare solo in termini di calcoli elettorali di bottega».

Dunque? Dunque, f osse per lui Calenda andrebbe da solo. Ma sono tanti i fattori che lo spingono invece a optare per l’alleanza tecnica che gli offre il segretario dem. Non ultimo il fatto che se tentasse l’avventura in solitaria dovrebbe raccogliere le firme, visto che il suo simbolo non è mai passato per un’elezione politica. Perciò gli serve +Europa, ma Bonino gli ha già fatto sapere che lei è intenzionata ad andare con il Partito democratico. Non a caso ieri al Nazareno, tra la ricerca di un collegio blindato per Luigi Di Maio (dovrebbe essere Modena) e una riunione con lo staff, Letta dava praticamente per fatto l’accordo con Calenda.

30 luglio 2022 (modifica il 30 luglio 2022 | 14:36)

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, 2022-07-30 12:37:00, Gli ex azzurri in pressing: «Un’alleanza ci farebbe perdere i voti dei delusi da FI». Per il Nazareno (che tratta con +Europa di Bonino) invece sarebbe quasi fatta, Maria Teresa Meli

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