di Marco Esposito
Alla presentazione assente Renzi: «Ma non è tattica». No alla Flat Tax, terzo polo favorevole all’elezione diretta del premier
«Andare avanti con l’agenda Draghi, andare avanti col metodo Draghi. E avere possibilmente Draghi come presidente del Consiglio». Questo il succo del programma e degli obiettivi del terzo polo presentati da Carlo Calenda ieri durante la conferenza stampa nella sala Nassirya del Senato. Accanto a lui esponenti di Azione e Italia viva: Maria Elena Boschi, Luigi Marattin e le ministre Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna ed Elena Bonetti.
Non c’è Renzi. «L’assenza di Matteo non è tattica», chiarisce subito Calenda. Che lo ringrazia per il passo di lato, definendolo «un gesto di grande generosità», e annunciando anche un’«iniziativa insieme al leader di Iv a Milano».
Per Azione e Italia Viva la parola d’ordine è continuità: «Vogliamo attuare l’agenda Draghi — spiega Calenda — completando il Pnrr, di cui manca ancora l’85% degli obiettivi: la costruzione degli asili nido e delle infrastrutture, realizzare il salario minimo da un lato e la revisione del reddito di cittadinanza dall’altro. Abbiamo proposto un patto generazionale: ogni euro in più del bilancio pubblico va sulla sanità — dove ci sono liste d’attesa indecorose — sull’istruzione e sulla formazione». Calenda torna sulla fine del governo: «Draghi è caduto per le invidie di Conte, per le voglie di Berlusconi di diventare presidente del Senato e per le paure di Salvini di perdere consensi».
Presentando il programma Calenda non ha risparmiato qualche frecciatina. La prima al segretario del Pd Enrico Letta: «Le tasse vanno diminuite in questo Paese. Punto. Solo una persona che non percepisce quanto il Paese sia provato da anni di Covid, dalla guerra, dall’inflazione, può proporre patrimoniali o tasse di successione». E poi al centrodestra, bocciando la flat tax:«Promettiamo di non promettere: case, dentiera, pensioni anticipate, flat tax. Gli italiani sanno che sono tutte balle».
Per il leader di Azione siamo davanti a uno spartiacque: «O facciamo andare avanti Draghi con un governo sostenuto da un polo liberale e riformista più forte, che garantisca che si porti avanti quell’agenda, recuperando un pezzo europeista a destra e il Pd a sinistra , oppure questo Paese è andato». Prospettiva difficile? «Necessaria». La previsione di Calenda è che le coalizioni si disgreghino in fretta: «A destra si odiano talmente tanto… Salvini governerebbe con Rifondazione comunista piuttosto che con Meloni». E il Pd? «Cinque minuti dopo le elezioni si ri-alleeranno con i 5 Stelle». Poi, un cenno sul futuro: «Dopo il voto — chiude Calenda —, inizierà un percorso fondativo di un nuovo soggetto politico».
Maria Stella Gelmini parla invece delle riforme istituzionali: «Non pensiamo che con il presidenzialismo si rischi la deriva autoritaria — spiega —, ma Sergio Mattarella oggi è un punto di riferimento imprescindibile per il Paese». Poi, come Mara Carfagna, attacca una «destra con un piccolo centro appaltato ai populisti» che «vuole rinegoziare il Pnrr».
Per la ministra Carfagna il programma proposto «è serio, concreto, fattibile, realizzabile e nel solco dell’agenda Draghi. Mi meraviglio — prosegue — quando vedo i manifesti della destra con lo slogan “risollevare l’Italia” perché se quelle forze politiche parlassero il linguaggio della verità dovrebbero dire che l’Italia grazie al governo Draghi si stava risollevando veramente: la crescita nel secondo trimestre è superiore alla Germania e ci sono 400 mila nuovi posti di lavoro in più in un anno»
18 agosto 2022 (modifica il 18 agosto 2022 | 22:47)
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, 2022-08-18 21:24:00, Alla presentazione assente Renzi: «Ma non è tattica». No alla Flat Tax, terzo polo favorevole all’elezione diretta del premier, Marco Esposito