di Claudio BozzaIl leader del Terzo polo attacca l’ex premier: Io e Renzi non siamo amici,facciamo un percorso politico e non credo dir di no. Il vertice chiave del 27 febbraio Partito unico s, partito unico no? Dopo l’entusiasmo sollevato dal risultato di Azione alle Amministrative di Roma e alle Politiche, la sentenza delle urne alle Regionali di Lazio e Lombardia ha riportato i terzopolisti (inclusi i renziani di Iv) con i piedi per terra. E se il frontman Carlo Calenda ha reagito calcando sulla necessit di darsi una mossa e non perdere tempo, l’ex premier ha tenuto un profilo diverso: un momento decisivo: serve testa, non pancia, ha detto ai suoi fedelissimi. Le braci hanno decantato per qualche giorno sotto le ceneri, poi Calenda uscito allo scoperto: Io e Renzi abbiamo due idee diverse: io voglio fare il partito subito e Matteo lo vuole fare pi tardi, dopo le Europee. Ma secondo me dopo le Europee non ci arriviamo, si deve fare prima. E poi il leader di Azione aggiunge una notazione di tipo personale: Io e Renzi non siamo amici, facciamo un percorso politico perch condividiamo alcune cose. Non siamo mai stati amici, in politica non esistono gli amici. Ci sono due ruoli: Renzi ha fatto un passo indietro e mi ha dato la leadership, dunque quello che successo che io mi prendo la responsabilit. I toni si sono alzati, ma almeno per ora non sembra un ultimatum: Il partito si deve fare subito, a partire da marzo. Con la scrittura del manifesto, dei valori politici e la costruzione del partito dal basso. Io non credo che Matteo dir di no, aggiunge il leader del Terzo polo intervistato a Tagad su La7. Cos Carlo e Matteo, gli amici per forza, quelli che bisogna stare insieme senn altro che doppia cifra, rischiamo di sparire, ora si trovano davanti a un bivio: stare insieme davvero e non solo in apparenza. Anche perch, nel frattempo, Calenda si gi sfogato pi di una volta in privato: Non posso continuare a fare campagne elettorali per i candidati di Azione e Italia viva…. Dopo l’affondo arrivata la replica, che l’ex premier ha delegato a Ciro Buonajuto e Alessia Cappello, nuovi portavoci nazionali di Italia viva: Renzi ha detto a Calenda, privatamente e pubblicamente, che siamo pronti a fare il partito unico anche subito. Il problema non il se, n il quando. Ma il come. E poi: Calenda, nella sua veste di presidente della federazione, ha convocato un comitato politico per il 27 febbraio. In quella sede ha comunicato che ci illustrer le sue idee per il percorso gi approvato dall’assemblea di Italia Viva il 4 dicembre scorso: cio ok al partito unico. Dopo le proposte di Calenda, Italia Viva si riunir di nuovo per procedere rapidamente in modo democratico e condiviso. Per noi non c’ nessuna divisione e indietro non si torna. Ma, in verit, la versione che gira ai vertici renziani che Calenda sia stato costretto ad accelerare solo per spostare l’attenzione dal flop delle Regionali. Il come? Il percorso verso il partito unico stato promesso agli elettori e discusso molte volte nel comitato politico — ribatte ancora Calenda —: scrittura del programma politico, apertura alla sottoscrizione di cittadini e associazioni, costituente con voto degli iscritti per elezione organi dirigenti e leadership. 17 febbraio 2023 (modifica il 17 febbraio 2023 | 19:42) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,