Caro Corriere,
già da tempo, ma soprattutto in questi ultimi mesi e giorni, la drammaticità degli eventi dovuti al cambiamento climatico deve porci seriamente a una riflessione e agire urgentemente per salvare quanto è rimasto. È noto a tutti che il cambiamento climatico è causato da emissioni di gas serra prodotte dalle attività antropiche. L’antropizzazione non è altro che l’insieme di interventi di trasformazione dell’ambiente naturale da parte dell’uomo. Che, anziché rispettare le leggi naturali, ovvero, quello che Madre Natura ci ha indicato di osservare, per un proprio tornaconto ha infranto queste regole assumendo un comportamento da figliastro. Consegue da tale comportamento che ora ne paghiamo le conseguenze. Con il nostro agire abbiamo danneggiato in maniera irreversibile il naturale equilibrio degli ecosistemi e quello che è andato perso non lo possiamo più recuperare. Ora però dobbiamo agire a salvare il salvabile: tutti dobbiamo sentirci e renderci responsabili poiché è finito il tempo dell’attesa, dei buoni propositi e dei convegni, che si sono dimostrati inefficaci, se non inutili. Fin troppi sono i segnali: non servono strumentazioni sofisticate per capire che il problema è serio. Il problema siamo noi! Se veramente ci sta a cuore l’ambiente e tutto ciò che ha a che fare con l’ambiente, è urgente provvedere a uno stile di vita diverso: ovvero, vivere come fossimo dentro all’utero materno dal quale riceviamo e troviamo nutrimento e protezione.
Adelio De Gol
Caro De Gol,
Ha ragione: ormai non servono strumentazioni sofisticate per capire che il problema è serio, ma servono tecnologie molto sofisticate per cercare la strada giusta verso la sostenibilità. Il pericolo maggiore nella percezione dell’antropocene è il riemergere del mito del buon selvaggio. Sarebbe troppo facile ragionare da «occidentali», negando agli altri il livello di benessere che noi abbiamo raggiunto e che permette di credere che saranno i comportamenti individuali a fare la differenza. L’algoritmo della sostenibilità è un rompicapo: dobbiamo metterci le decisioni collettive (autovincolandoci), grossi investimenti in tecnologie sostenibili come la fusione nucleare, la finanza ma anche 8 miliardi di persone che vivono su livelli di benessere molto diversi. Come nel pollo di Trilussa c’è chi ha troppe lampadine accese e chi sta al buio. Inutile chiedere a quest’ultimo come vuole partecipare.
LE ALTRE LETTERE DI OGGI
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DIALOGO SOSPESO
Ma la Cina vuole «usare» l’inquinamento
Cristiano Martorella
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UCRAINA
La guerra agli europei non interessa più
Luciano Giuliani , Monza;
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ASSISTENZA
Ammalarsi d’estate è un vero guaio
Sergio Guadagnolo , sergioguadagnolo@virgilio.it;
INVIATECI LE VOSTRE LETTERE
Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.
MARTEDI – IL CURRICULUM
Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO
Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai.
GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA
Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica
VENERDI -L’AMORE
Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita.
SABATO -L’ADDIO
Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno.
DOMENICA – LA STORIA
Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia.
LA FOTO DEL LETTORE
Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.
Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere
, 2022-08-11 19:56:00,
Caro Corriere,
già da tempo, ma soprattutto in questi ultimi mesi e giorni, la drammaticità degli eventi dovuti al cambiamento climatico deve porci seriamente a una riflessione e agire urgentemente per salvare quanto è rimasto. È noto a tutti che il cambiamento climatico è causato da emissioni di gas serra prodotte dalle attività antropiche. L’antropizzazione non è altro che l’insieme di interventi di trasformazione dell’ambiente naturale da parte dell’uomo. Che, anziché rispettare le leggi naturali, ovvero, quello che Madre Natura ci ha indicato di osservare, per un proprio tornaconto ha infranto queste regole assumendo un comportamento da figliastro. Consegue da tale comportamento che ora ne paghiamo le conseguenze. Con il nostro agire abbiamo danneggiato in maniera irreversibile il naturale equilibrio degli ecosistemi e quello che è andato perso non lo possiamo più recuperare. Ora però dobbiamo agire a salvare il salvabile: tutti dobbiamo sentirci e renderci responsabili poiché è finito il tempo dell’attesa, dei buoni propositi e dei convegni, che si sono dimostrati inefficaci, se non inutili. Fin troppi sono i segnali: non servono strumentazioni sofisticate per capire che il problema è serio. Il problema siamo noi! Se veramente ci sta a cuore l’ambiente e tutto ciò che ha a che fare con l’ambiente, è urgente provvedere a uno stile di vita diverso: ovvero, vivere come fossimo dentro all’utero materno dal quale riceviamo e troviamo nutrimento e protezione.
Adelio De Gol
Caro De Gol,
Ha ragione: ormai non servono strumentazioni sofisticate per capire che il problema è serio, ma servono tecnologie molto sofisticate per cercare la strada giusta verso la sostenibilità. Il pericolo maggiore nella percezione dell’antropocene è il riemergere del mito del buon selvaggio. Sarebbe troppo facile ragionare da «occidentali», negando agli altri il livello di benessere che noi abbiamo raggiunto e che permette di credere che saranno i comportamenti individuali a fare la differenza. L’algoritmo della sostenibilità è un rompicapo: dobbiamo metterci le decisioni collettive (autovincolandoci), grossi investimenti in tecnologie sostenibili come la fusione nucleare, la finanza ma anche 8 miliardi di persone che vivono su livelli di benessere molto diversi. Come nel pollo di Trilussa c’è chi ha troppe lampadine accese e chi sta al buio. Inutile chiedere a quest’ultimo come vuole partecipare.
LE ALTRE LETTERE DI OGGI
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DIALOGO SOSPESO
Ma la Cina vuole «usare» l’inquinamento
Cristiano Martorella
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UCRAINA
La guerra agli europei non interessa più
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Ammalarsi d’estate è un vero guaio
Sergio Guadagnolo , sergioguadagnolo@virgilio.it;
INVIATECI LE VOSTRE LETTERE
Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.
MARTEDI – IL CURRICULUM
Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO
Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai.
GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA
Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica
VENERDI -L’AMORE
Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita.
SABATO -L’ADDIO
Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno.
DOMENICA – LA STORIA
Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia.
LA FOTO DEL LETTORE
Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.
Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere
, Massimo Sideri